Come per ogni altra azienda, anche per la casa editrice, la pubblicità e la stampa sono due elementi fondamentali. Per vendere un libro, oltre a scegliere il titolo con intelligenza e accuratezza cercando di inserirlo con coerenza all’interno di un progetto editoriale, è soprattutto necessario che i lettori sappiano della sua esistenza. È qui che entra in gioco l’Ufficio Stampa. L’addetto stampa ha, infatti, il compito di aggiornare costantemente le principali testate giornalistiche, e in alcuni casi quelle di settore, degli ultimi titoli pubblicati dalla casa editrice, sulle presentazioni previste, su tutte le attività che la riguardano. Il mezzo più immediato per dare tutte queste informazioni è il telefono, ma si fanno anche incontri, bollettini, o comunicati stampa via posta o via e-mail. Lo scopo è sempre lo stesso: far sì che i media parlino e pubblicizzino la casa editrice, i suoi libri e i suoi eventi. La capacità specifica dell’addetto stampa è quella di far entrare il libro nel dibattito collettivo che aiuterà a venderlo e attirerà nuovi lettori.
Inutile dire che per fare questo lavoro al meglio c’è bisogno di essere presenti fisicamente alle presentazioni, partecipare alle conferenze stampa, cercare di creare più contatti possibile con i capiservizio cultura delle testate giornalistiche, dei programmi televisivi e dei programmi radiofonici, più il portfolio dei contatti dell’addetto stampa è “ricco”, più il suo lavoro sarà concorrenziale sul mercato, e più sarà remunerato.
Ma come fare per diventare un buon addetto stampa?
La prima cosa da fare è studiare le testate giornalistiche, quante ce ne sono, quali sono, cosa propongono, qual è il loro target, imparare ad avere una certa familiarità con i media. Bisogna conoscere, inoltre, la loro gerarchia e organizzazione interna, i loro orari d’ufficio e i loro orientamenti politici; ma soprattutto è importante riuscire ad avere la loro mail o il loro numero di telefono diretto: infatti, il principale strumento di lavoro dell’addetto è un ampio indirizzario che dovrà essere arricchito il più possibile.
Non sono necessari particolari studi o una Laurea specifica in Scienze dalla Comunicazione, quello che conta davvero per un addetto stampa è una buona capacità a socializzare, una visione abbastanza ampia del mercato editoriale e giornalistico e la conoscenza delle lingue, soprattutto di quella inglese.
Per entrare a far parte di questo mondo le strade da percorrere sono molteplici, ma in sostanza, l’unica e la più utile, è quella di fare esperienza diretta: ci sono Master e Corsi di Alta Formazione che offrono ai più meritevoli la possibilità di fare stage formativi all’interno di una casa editrice e iniziare così a creare contatti; c’è la possibilità di autocandidarsi attraverso tirocini offerti dalle Università, dalla Provincia, dalla Regione o dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che permettono di acquisire esperienza e contatti anche se non direttamente collegati con il mondo editoriale ma che sono un ottimo requisito da inserire nel curriculum che sarà sicuramente apprezzato in occasione di un’offerta di lavoro in una casa editrice.
- Leggi gratis il primo capitolo del libro: "Ufficio Stampa: Come Comunicare con la Stampa per Ottenere Visibilità sui Mezzi di Comunicazione"
Nelle prossime settimane, avremo modo di intervistare alcuni responsabili addetti stampa per informazioni sul loro lavoro e consigli per chi voglia seguire la loro strada.
- Intervista a Emiliano Sbaraglia, Ufficio Stampa Minimum Fax
- Intervista a Alex Pietrogiacomi, Ufficio Stampa di Castelvecchi Editore
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lavorare come ufficio stampa di una casa editrice
Ciao Marti, bellissimo articolo, complimenti :)
Sarò stupida ma, quello di tenere contatti, diffondere un libro, etc, non è il llavoro del commerciale?
Un addetto a un ufficio stampa, in genere, passa in rassegna tutti i quotidiani la mattina alle 5 e fa trovare pronti gli articoli alle 7 a quelli che arrivano in ufficio a lavorare.
Non è un lavoro facile, prende meno ore al giorno di un lavoro impiegatizio qualsiasi, le lingue sono necessarie in base a quali testate giornalistiche sono interessanti per l’azienda in questione e in quali paesi essa mantiene delle attività produttive.
Insomma, sei sicura di quello che scrivi?
Ciao Anonimo!
Hai ragione che l’ufficio stampa controlla le notizie uscite a riguardo, ma il problema è che i giornali non necessariamente scrivono e si vanno a comprare il libro della tua casa editrice.
A meno che non sei l’ufficio stampa di Einaudi, Mondadori, Feltrinelli (ma ti assicuriamo che succede spesso anche con case editrici grandi) sono le case editrici, tramite l’addetto stampa, a segnalare ai giornali e ai siti internet letterari le nuove uscite, proporre di inviare copie omaggio per recensione, mettere in contatto con l’autore dei libri per interviste, segnalare presentazioni.
L’ufficio stampa ha un ruolo attivo nella comunicazione, non solo di registrazione di quel che si dice.
Più l’ufficio stampa ha conoscenze, più può segnalare a persone addette alla comunicazione le nuove uscite e questo fa sì che si abbia maggiore eco dei libri.
Escono migliaia di libri al giorno: se non si facesse così, parleremmo sempre dei soliti 4 noti.