

Al cinema Giulio Cesare a Roma si è svolta una serata speciale per la proiezione di “Le assaggiatrici”, un film di Silvio Soldini. Tratto dal romanzo omonimo di Rosella Postorino, premio Campiello nel 2018 e ispirato ad una storia vera, il film è stato presentato dal critico di Repubblica Alberto Crespi e dalla sceneggiatrice Doriana Leondeff, oltre al regista Silvio Soldini che ha spiegato al pubblico in sala le ragioni delle sue scelte autoriali.
Il film è stato girato in tedesco, con attori e attrici tedesche, prevalentemente in una caserma in Alto Adige. Difficile per la sceneggiatrice scrivere in italiano un copione che poi sarebbe stato tradotto e recitato dalla troupe interamente di lingua tedesca. La scrittrice Postorino ha collaborato alla stesura del testo e dei dialoghi, molto brevi e incisivi, dicendosi soddisfatta di come il romanzo sia diventato un film molto intenso e coinvolgente. Soldini ha dichiarato che questo è il suo primo film in costume; i suoi lavori precedenti (da ricordare Pane e tulipani) erano tutti incentrati su storie contemporanee.
“Le assaggiatrici”: trama e recensione del film


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Le assaggiatrici furono un gruppo di donne tedesche reclutate e obbligate dalle SS a mangiare ogni giorno, pranzo e cena, i cibi preparati dal cuoco per la mensa di Adolf Hitler, nascosto nella Tana del lupo, in una struttura segreta nella Prussia orientale, per evitare che il Fuhrer potesse essere avvelenato. L’odissea di queste donne, vedove, sole o in attesa di un improbabile ritorno dal fronte russo, come nel caso della protagonista Rosa Sauer, è raccontata con sensibilità e partecipazione dal regista, che rende omaggio al romanzo a cui il film è ispirato, proprio per la sua qualità letteraria e teatrale. La maggior parte delle scene si svolge a tavola, dove le donne si vedono obbligate a mangiare, in qualunque situazione, tutto quello che veniva loro messo nel piatto, con indicibile violenza, in un’atmosfera tesa e claustrofobica.
Il ruolo delle donne tedesche verso la fine della guerra, quando non si crede più nella vittoria promessa, è reso in modo esemplare nel film: un esempio positivo di come da un romanzo di successo sia possibile creare con altro linguaggio un’opera altrettanto valida. Il film è stato doppiato nella nostra lingua, ma è agevole e molto efficace vederlo in lingua originale, sintetica, dura, realistica.
“Le assaggiatrici”: il trailer
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Le assaggiatrici”: al cinema il film dal libro di Rosella Postorino
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