Le ragazze
- Autore: Emma Cline
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2016
Se stai andando a San Francisco ricordati di mettere dei fiori tra i capelli, se stai andando a San Francisco andrai ad incontrare brava gente laggiù, cantava Scott Mckenzie nell’estate del 1967. È solo due anni più tardi però, nel 1969, che Evie Boyd vedrà per la prima volta le ragazze, nel parco, fluide come gli squali che tagliano l’acqua, con i lunghi capelli spettinati e i vestiti cortissimi. Evie ha solo quattordici anni, genitori divorziati e assenti, la prospettiva di un collegio femminile dopo i mesi estivi, poche amicizie e idee confuse su chi è, chi vuole diventare e come. Il bisogno più urgente di Evie è quello di essere vista, di essere presa in considerazione, che qualcuno si accorga di lei, dentro e fuori del suo corpo di adolescente.
Ci penseranno le ragazze a Evie, soprattutto Suzanne, la faranno sentire finalmente parte di qualcosa, di un gruppo, di una famiglia e di un progetto. Le ragazze porteranno Evie al ranch, le faranno conoscere Russell e il suo carisma. Così persa negli odori dell’incenso, nella musica, nel sesso, nella droga, per lei sarà sempre più difficile distinguere la realtà dalla menzogna, la pulizia dallo sporco, la libertà dalla schiavitù, l’amore per sé stessa dalla dipendenza, e, alla fine, ci riuscirà solo a sue spese.
Emma Cline, giovanissima autrice californiana, ha scritto un romanzo, “Le ragazze” (Einaudi Stile Libero, 2016), liberamente ispirato alla Famiglia di Charles Manson, alla vita della setta nello Spahn Ranch e al massacro di Cielo Drive. Ciò che rende unico questo romanzo, però, è il fuoco puntato, appunto, sulle ragazze del gruppo, e non sul suo fondatore, sul ruolo che esse avevano all’interno della famiglia, sulla devozione e fedeltà al guru, fino al gesto estremo. Cosa spinge una giovane donna ad annullare sé stessa, o meglio, a dedicare totalmente la propria anima e il proprio corpo ad una causa persa in partenza, ad un uomo malvagio che sarà il primo a scappare dalle sue stesse teorie? Questo è l’interrogativo che si pone l’autrice, che invita a porci, una riflessione sui ruoli femminili e sulle violenze ai loro danni che sembrano sempre le stesse lungo i decenni. Copioni già scritti, che sembrano impossibili da correggere.
Emma Cline ha scritto un romanzo intenso e crudele, dolcissimo e struggente, dal quale non si riesce a staccare gli occhi e nel quale la drammaticità degli eventi trattati non fa altro che enfatizzare ciò che ci accade tutti i giorni sotto il naso, qualora conservassimo ancora un minimo di umanità da accorgercene. Imperdibile.
“Era quello il nostro errore, credo. Uno dei tanti. Credere che i ragazzi agissero in base a una logica che un giorno avremmo potuto capire. Credere che le loro azioni avessero un senso a parte il puro sconsiderato impulso. Eravamo come complottiste, vedevamo portento e intenzione in ogni dettaglio, desideravamo disperatamente essere abbastanza importanti da diventare oggetto di pianificazione e congetture. Ma quelli erano solo ragazzi. Stupidi, giovani, semplici: non nascondevano un bel niente”.
Le ragazze
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