Dal romanzo “Carol” (Bompiani 2016, pp. 284, 10,00 euro, traduzione di Hilia Brinis) di Mary Patricia Plangman nota come Patricia Highsmith (Fort Worth, 19 gennaio 1921 - Aurigeno, 4 febbraio 1995), pubblicato per la prima volta nel 1952 in edizione rilegata con lo pseudonimo Claire Morgan, è stato tratto il film omonimo diretto da Todd Haynes, con protagoniste Cate Blanchet e Rooney Mara.
“Carol”, storia di un amore lesbico, scritto negli anni Cinquanta del XX Secolo, tratta un tema attualissimo, nell’Italia di questi giorni che vede il Parlamento discutere il ddl Cirinnà, cioè quei ventitré articoli divisi in due parti, le norme chiave che sanciscono il riconoscimento giuridico delle coppie senza il matrimonio, Unioni civili, per gli omosessuali, patti di convivenza per gli eterosessuali, che riscrivono il diritto di famiglia.
“Che strana ragazza è lei”. “Perché?”. “Sembra piovuta dallo spazio”.
Therese Belivet, diciannovenne apprendista scenografa, viveva a New York, dove lavorava come commessa a tempo determinato nel reparto giocattoli del magazzino Frankenberg. Mancavano pochi giorni a Natale e il lavoro era frenetico fin dalle prime ore di apertura, i clienti uscivano a frotte dagli ascensori dirigendosi verso la miriade di giocattoli esposti, il gigantesco soldatino di latta, le tante bambole e i trenini. All’improvviso da uno degli ascensori era uscita una donna alta, bionda, la figura longilinea aggraziata nell’ampia pelliccia tenuta aperta da una mano puntata alla vita, gli occhi grigi, incolori.
“I loro occhi si erano incontrati nell’istante in cui Therese aveva rialzato lo sguardo dalla scatola che stava aprendo”
La ragazza era stata immediatamente catturata dallo sguardo della sconosciuta. Sebbene tra loro vi fossero diverse altre commesse, la signora si era rivolta a lei. “Posso vedere una di quelle valigie?”. La signora H. F. Aird aveva acquistato una bambola per sua figlia e per Therese quei momenti trascorsi insieme erano stati attimi d’irrevocabile felicità.
“Pronto? Volevo ringraziarla per il biglietto di auguri”.
Carol e Therese si erano date appuntamento in un ristorante vicino al magazzino Frankenberg. Therese era una ragazza molto graziosa e molto sensibile, Carol era una sofisticata e luminosa signora dell’upper class newyorkese, un marito e una figlia di otto anni, entrambe le donne, pur appartenenti a due mondi diversi, condividevano la stessa identica sensazione di spaesamento e inquietudine. Therese amava fare lunghe passeggiate senza meta, “amava semplicemente sognare”, non era innamorata di Richard come del resto Carol non era mai stata innamorata di suo marito Hargess. Ora
“sarebbe stato quasi amore quello che provava per Carol, tranne che Carol era una donna. Non era proprio follia, ma senza dubbio era delizioso”.
Un nuovo mondo era nato intorno a Carol e a Therese simile “a una luminosa foresta con milioni di foglie luccicanti”. Un sentimento pericoloso, proibito, da nascondere e da vivere nell’America borghese e puritana della fine degli anni Quaranta.
“Io trovo che lei sia magnifica”.
Quasi quarant’anni dopo la prima edizione di “Carol” alla Highsmith venne chiesto di scrivere una Postfazione nella quale la scrittrice di noir e thriller rivelò quanto di autobiografico ci fosse nel romanzo.
“Ebbi l’ispirazione per questo libro nel 1948, quando vivevo a New York”
Highsmith sotto Natale lavorava nel reparto giocattoli di un grande magazzino, qui l’incontro con una signora bionda in pelliccia che acquistava una bambola.
“Io mi sentivo strana e come stordita e al tempo stesso insolitamente esaltata, come se avessi avuto una visione”
al quale fece seguito la stesura di un racconto di circa otto pagine scritto a mano in un quaderno.
“Era l’intera storia di The Price of Salt, come Carol si intitolava in origine”.
Appare significativo leggere questo romanzo dall’inaspettato lieto fine e vedere la raffinata trasposizione cinematografica mentre è caos unioni civili al Senato, dove l’esame del disegno di legge sulle unioni civili è slittato a mercoledì prossimo dopo la solita bagarre. Nel frattempo pochi giorni fa a bordo dell’aereo che stava riportando il Papa dal Messico a Roma, in Vaticano, Bergoglio a una domanda riguardo alla legge sulle unioni civili ha risposto: “Io non so come stanno le cose nel Parlamento: il Papa non si immischia nella politica italiana”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Leggere “Carol” di Patricia Highsmith e vedere il film omonimo al tempo dell’approvazione del DDL Cirinnà
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