Letter from a Blind Old Man
- Autore: Prabhassorn Sevikul
- Genere: Raccolte di racconti
Letter from a Blind Old Man dello scrittore tailandese Prabhassorn Sevikul (Nilubol Publishing House, 2009) è una raccolta di dieci racconti, brevi, ma incisivi, genuini e vivi.
Tanti piccoli personaggi, caratteri forti e semplici, ma emozionanti, come il vecchio cieco scrittore di una lettera mai giunta a destinazione. Un piccolo mondo, ma capace di attorcigliarsi al nostro cuore.
Lo sfondo è una Thailandia in evoluzione, una grande società che sta mutando velocemente.
La trasformazione non ha diminuito i conflitti, anzi si incrementano.
La prima divisione è quella fra la campagna e Bangkok, dove tutto è catalizzato e tutto diventa primario.
Bangkok ha fame di risorse – materiali e umane – e annette le forze ed energia di tante piccole aree contadine.
Nel racconto Sky train, un padre sconfitto dalla vita cerca il figlio trasferitosi a Bangkok. Da tempo è senza sue notizie, ma è suo figlio e lui si dovrebbe prendere cura del padre. Perciò ugualmente raggiunge la capitale, entra nella metropolitana e nel vagone prende consapevolezza del senso della realtà: è abbandonato, non sa dove andare. Il tutto in sette pagine. Un colpo secco al cuore.
A Bangkok si raduna tanta gioventù in fuga, che scappa dalla campagna ricercando un finto benessere. I sogni sono a volte uccisi da una società disordinata, dove sta scomparendo la tradizione di comunità dei thailandesi, la volontà e l’orgoglio di aiutarsi a vicenda.
Ora prevale la solitudine, l’egoismo, l’esagerazione del consumismo, la prevaricazione del centro commercialo sui wat – tempio.
I templi buddisti erano il centro della comunità, di incontro, di preghiera, di meditazione anche sede della scuola per i bambini. Ora stanno perdendo la loro funzione a vantaggio dei grandi centri commerciali: centro del consumismo.
I loro frequentatori sono prevalentemente giovani e questo crea una rottura fra ragazzi e vecchi. I figli hanno il dovere morale di occuparsi degli anziani della famiglia: è la ragione prevalente e di giustizia solidale di una società familiare e comunitaria; mai è stato messo in discussione questo comandamento fino ad oggi.
Ora i giovani scappano e lasciano gli anziani nei loro paesi soli ed abbandonati.
E’ commovente il triste il padre cieco del racconto che dà il titolo alla raccolta. Egli sente la rottura del filo generazionale e si perde nella miseria e nella solitudine. E’ la fine del mondo.
“There’d he even less chance in a next life,” she smiled.
“In the old days, people woke up at dawn to cook food to give to monks. That’s why they had good meals to eat. But people these days just buy ready-to-eat food in plastic bags for the monks. As the result, we may have to eat meals from plastic bags for the next several lives.” (Pag. 12)
Questi racconti sono scritti come si raccontasse un mondo remoto.
Il suono è quello di un anziano occupato a narrare una storia passata ad un figlio piccolo: la distruzione sociale di un patto generazionale. Le parole partoriscono una emozione intensa, però modesta e non intrusiva.
La scrittura thailandese è cresciuta notevolmente, al pari del loro cinema.
Le sale cinematografiche di Bangkok sono affollate di giovani, i film adolescenziali sono in boom continuo. In questi personaggi i ragazzi di Bangkok si riconoscono. Oltre questo genere la Thailandia è capace di offrirci delle storie tradizionali e fantastiche con registi affermati come Apichatpong Weerasethakul, molto amati nel loro paese ed in Europa.
Al pari del cinema la letteratura thailandese è corsa in difesa della società tradizionale, per evitare la perdita di valori unici, patrimonio di paese corretto e delizioso.
Prabhassorn Sevikul rilascia brevi spaccati di umanità, soffermandosi sulle vittime più deboli: gli anziani.
Un padre non trova più il figlio scomparso in disordini di piazza, un uomo ha piccoli ricordi grazie a un libro.
L’immediatezza non dà scampo all’emozione.
La necessità impellente è fermare una società e riprendere il filo di una cultura e tradizione secolare.
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