Siamo predisposti sin da piccoli alla lettura? Lettori si nasce o si diventa?
Grazie al modello del riciclaggio neuronale è possibile considerare come il cervello del bambino sia già predisposto alla lettura, poiché i suoi circuiti cerebrali contengono le strutture neuronali appropriate per lo svolgimento di questa attività.
Sembrerebbe, dunque, che ancor prima che il bambino inizi a svolgere questo semplice hobby, le sue competenze linguistiche siano già presenti nella parte sinistra del suo emisfero cerebrale, la stessa regione che risulta attiva nel cervello adulto durante l’elaborazione del linguaggio.
Ciò che appare affascinante scoprire è proprio quanto, prima ancora dell’acquisizione di determinate competenze grammaticali, fonologiche e linguistiche, siano presenti regioni e distretti cerebrali geneticamente predisposti a svolgere determinate funzioni. Pronte dunque a promuovere una interconnessione precoce in grado di consentire sempre più l’apprendimento del linguaggio e delle future capacità di lettura.
Ma in che modo l’apprendimento della lettura modifica il cervello del bambino?
Scopriamolo nell’approfondimento che segue.
L’apprendimento della lettura nel bambino
Per rispondere alla fatidica domanda Lettori si nasce o si diventa?, la figura di Stanislas Deahene sembra essere quella più adatta a trasformare un punto interrogativo in una nuova lente grazie alla quale osservare più da vicino la metamorfosi di questa salutare attività.
L’autore infatti propone una visione del processo di apprendimento attraverso tre fasi specifiche, quella pittorica, fonologica e ortografica, le quali nel loro insieme promuovono un’interconnessione di due sistemi cerebrali: quello visivo per il riconoscimento delle forme e le aree del linguaggio.
In cosa consistono questi tre passaggi? Vediamone il significato.
- La prima tappa, detta “pittorica”, riflette quel periodo in cui il bambino inizia a “fotografare” qualche parola.
- La seconda tappa, detta “fonologica”, consiste nell’apprendere a decodificare lettere in suoni.
- L’ultima tappa, detta “ortografica”, concerne il riconoscimento automatico delle parole. Grazie infatti alle tecniche di imaging cerebrale è possibile osservare come questi diversi sistemi non solo tendano a modificarsi, bensì a cambiare morfologicamente la propria struttura, nello specifico quella occipitale temporale sinistra.
Tutto ciò presuppone straordinariamente un’organizzazione cerebrale ben precisa già a partire dai 2/3 mesi.
L’apprendimento del futuro lettore
A differenza di quanto si pensi, le reti neuronali del bambino risultano non solo predisposte, bensì geneticamente determinate allo svolgimento delle rispettive funzioni. Ciò vuol dire che le competenze linguistiche del bambino “riposano” già lungo una rete corticale dell’emisfero sinistro, rispetto alla quale specifici distretti svolgono diverse funzioni.
La regione temporale superiore sinistra, ad esempio, analizza i suoni della lingua, il solco temporale superiore sinistro mostra già a priori un’organizzazione gerarchica e non ultima l’area di Broca si attiva durante l’ascolto di frasi già a partire dai tre mesi di vita.
Nel loro insieme queste stesse regioni risultano tra loro interconnesse, geneticamente predisposte a consentire l’apprendimento del futuro lettore e nondimeno promuovono un vero e proprio scambio tra ciò che leggiamo e quanto di più interno al nostro organismo è pronto a maturare e svilupparsi per guidarci verso quelle pagine che ancora non conosciamo, ma che attendono solo di essere lette!
Bibliografia
- Siegel, J. D., (2021), La mente relazionale, Raffaello Cortina Editore, Milano 2021
- Stanislas, D., (2009), I neuroni della lettura, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2009.
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Ho letto l’articolo con vivo interesse perché ho sempre ritenuto che "lettori" si nasca in quanto, nel mio caso specifico, in barba a quelli che affermano che sia possibile trasmettere ed insegnare l’amore per i libri e la lettura in generale, io sono dalla più tenera infanzia un’avida lettrice e, crescendo,la mia predisposizione alla lettura è diventata un’ossessione,una necessità fisca. Premetto che sono vissuta in una famiglia di operai, grandi e devoti lavoratori,per carità, ma totalmente avulsi dal mondo della cultura e dei libri (non ho mai visto i miei genitori con un libro in mano). Oltretutto,ho fatto di tutto per trasmettere l’amore per i libri e il piacere per la lettura ai miei figli (che mi hanno sempre visto leggere,mi hanno costantemente sentito parlare di libri e sono stati incoraggiati alla lettura attraverso l’acquisto di libri cartacei,supporti per la lettura digitale etc.etc.) senza ottenere il benché minimo risultato nonostante abbiano studiato e si siano laureati con profitto.