Due imperdibili novità targate Elliot da leggere in vacanza al mare o al fresco in montagna: “Vita col padre” (titolo originale: “Life with Father”) di Clarence Day (1874-1935), tradotto da Michele Bruni e “Su e giù per le scale” (titolo originale: “One Pair of Hands”) di Monica Dickens (1915-1992), tradotto da Ilaria Tesei. Scopriamoli insieme, a partire dal primo titolo.
“Di tanto in tanto papà, come grande concessione, mi portava con sé in ufficio. Questo poteva accadere solamente il sabato mattina perché non c’era scuola”.
New York. Fine Ottocento. Il burbero ma bonario Clarence, amava essere accompagnato dal figlio Clarence Junior in ufficio e il bambino si sentiva “molto importante e adulto” nel momento nel quale la mamma e i fratelli, lo accompagnavano rispettosamente alla porta. Il papà, robusto ma dalla figura elegante, passo elastico e agile, indossava, in caso di pioggia, un impermeabile nero di gomma sopra la redingote. Se invece splendeva il sole, Clarence Senior portava un cilindro lucido e in mano un bastone. Mister Day possedeva un’agenzia di brokeraggio al numero 38 di Wall Street, dove tutti gli impiegati si davano un gran da fare e Clarence Junior si divertiva a riempire e ripulire tutti i calamai del babbo mentre tutto quel movimento a lui “sembrava misterioso”. Per il pranzo padre e figlio si concedevano un pasto sostanzioso presso il noto ristorante Delmonico’s sito a Beaver Street, nel cui interno si respirava l’appetitoso aroma di cibi ricchi mescolato all’odore di sigaro. Al papà piaceva la cucina francese e il bambino alla fine del pasto veniva premiato con una fetta di torta alla cioccolata. L’autore americano Clarence Day, in questo divertente libro autobiografico pubblicato postumo nel 1936, riporta alcuni episodi della vita quotidiana della sua famiglia, tipici esponenti dell’upper class, incentrati sulla figura del padre, uomo esigente e caparbio ma anche devoto marito e patriarca sollecito. I difetti di Clarence Senior visti attraverso l’occhio affettuoso e ironico del figlio Junior diventano spassosi, vere gag umoristiche.
Dal volume, uno dei più celebri romanzi umoristici americani, venne tratta una versione teatrale e una cinematografica, diretta da Michael Curtiz, con William Powell, Irene Dunne, Elizabeth Taylor. Inoltre “Vita col padre” fu trasposto anche per la televisione negli anni Cinquanta.
“Con la gente con cui non andava d’accordo, papà era imperioso, e quando lo urtavano o lo infastidivano, sbuffava come un toro”.
Monica Dickens, pronipote di Charles Dickens pubblicò il divertente Su e giù per le scale nel 1939 sulla base della sua esperienza come domestica dove aveva appreso la vita vera e il piacere di guadagnarsi il pane, perché da giovane stava riflettendo sulla propria vita che considerava insulsa e priva di significato. “Mi sentivo preda di un profondo abbattimento”. La giovane desiderava uscire dalla routine delle solite feste e happening che non le davano alcun piacere: “Devo tirarmi fuori da questa palude”. La donna era appena ritornata dalla frenetica New York e Londra le appariva piatta e scipita. “Troverò un lavoro!”: questa sembrava essere la soluzione a tutti i problemi e Monica, inoltre avrebbe guadagnato e forte del corso di cucina frequentato a Parigi, aveva deciso, suscitando sconcerto e ilarità nella sua famiglia borghese, di rivolgersi a un’agenzia per fare la cuoca. Era iniziata per la coraggiosa e un po’ incosciente Monica una nuova vita in cui dal niente occorreva imparare tutto: dalla perfetta stiratura alla cottura di elaborate pietanze. Ma non tutto era giunto per nuocere, Monica avrebbe presto imparato l’importanza della professione di una cameriera che ascolta le confidenze della sua padrona senza bisogno di dare giudizi, insieme “all’importanza sociale della porta di servizio” che dà sapore alla vita. Monica Dickens aveva acquisito gusti proletari (“il droghiere mi comunicò il suo entusiasmo per il totocalcio”).
Con molta ironia e arguzia la scrittrice narra l’esistenza di chi fatica tutti i giorni nelle case degli altri, tra affanni e grande impegno. Un veritiero dietro le quinte delle case benestanti inglesi, definito dal quotidiano londinese The Times “Sfrenatamente divertente”.
“Una cameriera è una ascoltatrice ideale e indifesa per coloro che hanno voglia di parlare di se stessi, senza sentirsi rispondere qualcosa di spiacevole”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Libri: due novità Elliot da non perdere per le ferie d’agosto
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