Luca Mainini nasce a Novara nel 1983. Si dedica alla scrittura, all’arte, alla fotografia e al collage. Nel 2006 esordisce con il fulminante "Poppers": tubi catodici, psicofarmaci, sesso e autodistruzione. Una (de)generazione pubblicato da Prospettiva editrice a cui segue la partecipazione a Open Space, il reality presentato da Alessandro Cecchi Paone su Gay TV. È anche artista visionario e fotografo post-lynchiano/catodico e, dopo una mostra in quel di Milano, Pop Insomnia (do you believe in TV?) si apre all’open source proponendo un esperimento interamente pensato per il web. Si tratta de "Il diario segreto di Luca Mainini" in cui riprende la cornice dell’amato serial Twin Peaks inserendovi ogni tipo di ossessione personale. L’anno scorso esce il suo secondo libro "Pop Opera 50mg" (Lulu.com), a cui fa seguito il terzo "Necropop" (Tespi Editore).
Nel 2009 realizza due progetti on-line: Pois – Il collage è l’arma più forte, un blog che raccoglie i suoi numerosi collage e Massacro Show, quello che lui stesso definisce un raccapricciante spettacolo di morte.
Luca, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: Nelle tue creazioni, che siano passatempi, fotografie, libri, istallazioni, fai spesso uso di immagini e oggetti religiosi: madonnine plastificate che contengono acquasanta, rosari, santini. Come ti poni nei confronti della fede? In cosa credi tu?
Ciao Matteo, felicissimo di essere qui a fare un po’ di intervista/zapping…
Credo che la fede dovrebbe essere argomento gossipparo da bar, non un tabù dogmatico da chiudere a chiave in soffitta con i fantasmi.
Io credo nella forza della lucidità. Ma anche nella forza degli eccessi. E credo anche che i santuari siano degli ottimi luoghi in cui fare shopping.
- Seconda chiacchiera: Si può dire opinione comune quella che vede i reality come una forma di spettacolo di consumo per le masse e la letteratura sempre più tristemente relegata a un numero decrescente di appassionati lettori. Cosa ti ha spinto a partecipare ad un reality? Che esperienza è stata per te e cosa ti ha lasciato Open Space?
La mia partecipazione a Open Space è stata una ricerca. Ogni giorno con trucco e parrucco diventavo qualcun altro, mettevo in scena un personaggio, una maschera, la caricatura visiva di me stesso. Sotto a quei capelli sfibrati dalle decolorazioni, sotto l’eyeliner e la matita nera c’ero io che osservavo la tv dall’interno con gli occhi di un bambino e di un guardone.
Io amo la letteratura e amo i reality show. Riesco tranquillamente a far convivere queste due passioni. Mi sparo la D’urso e poi mi sparo De Sade.
- Terza chiacchiera: Esordisci con Poppers nel 2006. Il Popper è una sostanza vasodilatatrice che anestetizza, rilassa e al tempo stesso euforizza. È una coincidenza che anche il titolo del tuo primo romanzo, pur non avendo apparentemente nulla a che fare col pop, lo contenga? E cos’è per te il pop che torna prepotente nei titoli di tutti i lavori successivi, inclusa la mostra milanese e il tuo sito personale?
Il concetto che ho di POP è molto personale. Ha a che fare con la mia visione del mondo. Nella mia testa avevo da tempo il progetto di una trilogia pop, una trilogia della plastica. Poppers, Pop Opera 50 mg, Necropop. Padre, Figlio e Spirito Santo.
- Quarta chiacchiera: Com’è cambiato Luca Mainini dal neanche tanto lontano platinato dei capelli di Poppers al nero corvino di oggi e di Necropop?
Ogni lavoro che porto a termine mi cambia profondamente. Sarebbe ridicolo se ti dicessi che so chi sono. So cosa voglio e sto crescendo insieme al mio lavoro. Per quanto riguarda il look credo di essere nella “fase Frozen”.
Questa era l’ultima chiacchiera: non mi resta che salutarti e ringraziarti per aver accettato il mio invito facendoti molti in bocca al lupo per il tuo futuro. Se vuoi lasciare un messaggio al mondo intero, qui puoi farlo.
È stato un piacere Matteo. Ringrazio per gli "in bocca al lupo", non rispondo con un crepi perché è la cosa più demodè che conosca.
Messaggio per il mondo intero, anzi, domanda: Chi ha ucciso Aura Petrescu?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Luca Mainini
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