Capita a tutti di usare la parola "mannaggia", da sola o accompagnata da altri termini. Ma qual è il suo significato e quale la sua origine? Scopriamone insieme etimologia e usi per comprenderla meglio. Di solito "mannaggia" viene usata come imprecazione, ma è un’imprecazione molto blanda e non volgare. Lo diciamo quando siamo dispiaciuti o amareggiati per qualcosa. Se abbiamo bruciato i biscotti in forno, abbiamo involontariamente rotto qualcosa o siamo arrivati tardi al cinema e il film è già iniziato è molto facile che esclamiamo un sonoro "mannaggia!".
Sul Vocabolario Treccani leggiamo la seguente definizione: "mannàggia interiez. [dalla locuz. mal n’aggia «male ne abbia»; cfr. malannaggia], region. – Imprecazione (contro persona o avvenimento o cosa), diffusa in tutta l’Italia centro-meridionale, e che equivale a sia maledetto, ma con valore meno grave, e spesso come esclam. di sfogo o di disappunto."
Dunque se il significato della parola richiama una maledizione perché appunto con "mannaggia" si augura il male, l’interiezione è in realtà priva del significato negativo e grave di una vera e propria maledizione. Si tratta di un’espressione popolare, appartenente a contesti e registri poco elevati, ma molto caratteristica della lingua italiana.
Mannaggia: etimologia della parola
Sull’etimologia della parola "mannaggia" esistono diverse ipotesi: studiosi e linguisti hanno rintracciato plausibili origini sia nell’ espressione dialettale del meridione italiano "mal(e) n(e) aggia", che nell’ esclamazione malannaggia, originata da mal anno, anno cattivo. In entrambi i casi con alle origini della parola "mannaggia" ci sarebbe augurare un male o un malanno. L’ipotesi che si allontana di più da queste è quella per cui l’espressione deriverebbe dal dialetto calabrese e siciliano, dove "mannaja" era una scure usata dal boia per la decapitazione dei condannati a morte.
Mannaggia e altre espressioni: modi di dire
Mannaggia (al)la miseria, mannaggia a me, mannaggia a te. La parola "mannaggia" viene spesso usata accompagnata da altri termini. Quando accompagnata a cose o personaggi sacri, l’espressione "mannaggia" assume toni più gravi, trasformando l’imprecazione in una bestemmia.
Ma i modi di dire con "mannaggia" sono davvero molteplici e possono essere personali oppure nascere da un contesto dialettale. "Mannaggia" si può riferire a tante cose.
Tutti per esempio diciamo "mannaggia a me" se abbiamo combinato un guaio, che diventa "mannaggia a te" se il guaio è stato commesso dall’interlocutore.
"Mannaggia a questa stupida città" è una frase che possiamo dire se ci sentiamo frustrati e vogliamo esprimere un malumore legato alla città in questione.
Ci sono delle espressioni abbastanza fisse che si usano e che sono composte dalla parola "mannaggia" e che hanno per lo più una natura dialettale.
Per esempio a Roma si dice "mannaggia alla pupazza" con riferimento a un dolce prodotto a Frascati, nei pressi della capitale, che ha le sembianze di una donna con tre seni, due per il latte e uno per il vino.
A Napoli invece si dice "mannaggia a Bubbà", un losco personaggio, mitico protagonista della malavita napoletana dell’800, quando si vuole far intendere che la colpa di quello che è successo è di qualcuno e non la nostra.
Poi c’è invece l’espressione "mannaggia ai pesci" che non sembra avere un reale significato, ma che a volte viene modificata in base a diverse rime: "mannaggia ai pescetti, poverini, poveretti".
Nel film "Chi ha incastrato Roger Rabbit?", Roger esclama:
Mannaggia ai pescetti, Eddie! Mi hai salvato la vita! Come potrò mai ripagarti?
dopo che Eddie lo aveva nascosto dalle faine venute a cercarlo a casa sua.
Chiaramente esistono anche dei libri che hanno la parola "mannaggia" nei titoli: Mannaggia Bubbà. Interiezioni, imprecazioni e invettive napoletane di Luciano Galassi edito da Kairòs e Mannaggia la miseria. Storie di braccianti stranieri e caporali nella Piana del Sele
di Anselmo Botte edito da Ediesse.
Conoscevate origini e significato della parola "mannaggia"? Vi aspettiamo nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Mannaggia: significato e origine
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Approfondimenti su libri... e non solo Significato di parole, proverbi e modi di dire
No, non ci siamo. Basta leggere "Lu cuntu de li cunti" di Giovan Battista Basile per vedere come nel 700 dialettale napoletano si dica "me n’aggia" cioè " me ne abbia" seguito da diversi accidenti come " nu cuerpo ’e sango" etc . Che è l’esatto analogo del tuttora usato " Che mi venga un colpo..." intendendo un non detto ma sottinteso " se non è vero quello che dico" oppure "...se quel che vedo o ascolto o provo non è la verità" . Alla fine "Me n’aggia" ha acquistato uina sua autonomia semantica per cui rimanda al resto pur senza dirlo esplicitamente. Naturalmente i contesti in cui si usa sono sempre di disappunto, sbigottimento, meraviglia, stupore, rabbiosa disillusione etc per cui oggi lo si sente "autonomizzato" anche come sinonimo di disdetta, di negatività varie. al punto che si può dire "mannaggia a te! " o simili.