Marie aspetta Marie
- Autore: Madeleine Bourdouxhe
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2018
Madeleine Bourdouxhe ha scritto, tra il 1937 e il 1943, due romanzi: “La donna di Gilles” e “Marie aspetta Marie”, appena pubblicato da Adelphi, tradotto come il primo da Graziella Cillario.
È inevitabile il parallelismo tra i due romanzi di Madeleine Bourdouxhe in quanto entrambi sono incentrati su protagoniste femminili e raccontano con scrittura rarefatta, cinematografica, tanto da far pensare ad un film di Michelangelo Antonioni.
In “Marie aspetta Marie” ci troviamo nella Parigi degli anni Trenta, la stessa Parigi che caratterizza alcuni romanzi di Irène Némirovsky. La trama è molto semplice: Marie, la protagonista, è una giovane donna sposata con Jean, un marito che ama profondamente. È nel corso della loro vacanza estiva che Marie incontra un giovane studente che risveglia in lei un desiderio passionale che la porterà a stringere una relazione con il ragazzo. Una relazione ossimorica: pura e peccaminosa.
“Si siedono sulla sabbia. Potrebbero parlarsi ancora: delle colline che degradano verso il mare, della forma di una villa bianca tra i cipressi. Ma a che serve? Sanno che non c’è niente da dire. Accettano tra di loro quel silenzio, la ricchezza, la sincerità di quel grande silenzio. Sanno pure che in quel momento vedono ogni cosa dalla stessa prospettiva e che, per entrambi, quella vela rossa spicca netta, aspra, crudele come quella cosa che è il loro”.
Marie non tradisce per insoddisfazione bensì perché desidera poter scegliere liberamente della propria vita. Sta proprio in questo punto la modernità del romanzo. Considerando l’epoca in cui si svolge il romanzo si può affermare che il tema della libertà va di pari passo con quello dell’emancipazione femminile. Nel suo adulterio non emerge il rancore, la frustrazione, il rimorso, la vendetta. Nulla di tutto questo. Resta solo la bellezza sospesa del momento d’amore:
“Bellezza immutabile di un amore eterno e perfetto? Bellezza tragica di un amore che muore? Bellezza folgorante di un amore che nasce? Vertigine di un mondo nuovo... Sì, conosco... Ma a tutte queste bellezze ne preferisco un’altra. Non è né immutabile, né folgorante né tragica: è più gravosa, più ardua, più vera. È la bellezza non nel momento in cui nasce o in cui muore, ma nel momento in cui vive...”
Nella parte finale di “Marie aspetta Marie” è apposta una interessante analisi della studiosa Faith Evans dove ella evince il parallelismo spontaneo tra Madeleine Bourdouxhe e Marcel Proust. Faith Evans evidenzia come la protagonista Marie verrà addirittura edotta e salvata dalla relazione erotica con il giovane, si notano le evoluzioni del suo Io e come impari a rispondere e ad essere semplicemente se stessa (Marie aspetta Marie):
“la relazione che già prevede con il giovane sconosciuto le darà la libertà di scavare profondamente nel suo inconscio e di ricostruirlo con le multiformi possibilità che offre la passione erotica. L’aiuterà a resuscitare la gioventù perduta; amplierà gli orizzonti del suo mondo”.
La scrittura particolare di Madeleine Bourdouxhe mette in luce personaggi come piccoli cammei e la scrittura in prosa protende verso la poesia. Un romanzo uscito nel 1943 ma talmente a rischio di essere promotore di una bramata libertà di costumi che non stupisce che solo ai giorni nostri possa essere apprezzato a pieno.
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