Mary
- Autore: Mary Wollstonecraft
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2017
“Mary” (Elliot, 2017, titolo originale Mary, a fiction, traduzione di Giulia Arborio Mella) è l’unico romanzo compiuto, pubblicato nel 1788, della filosofa e scrittrice britannica Mary Wollstonecraft (Londra, 27 aprile 1759 - 10 settembre 1797), considerata la fondatrice del femminismo liberale.
L’autrice è universalmente conosciuta per il volume Vindication of the Rights of Woman: with Strictures on Political and Moral Subjects (1792), una delle prime opere di filosofia femminista, dove Wollstonecraft risponde a quegli intellettuali, teorici politici ed educatori dell’epoca che hanno voluto negare l’istruzione delle donne. Emblematica la parabola esistenziale della promotrice dei diritti delle donne, la quale scrisse romanzi, trattati, un diario di viaggio, un libro sulla Rivoluzione Francese e un libro per bambini. Mary era nata nel 1759 a Londra in una famiglia condizionata dalla povertà e dall’alcolismo del padre, perciò la giovane si era resa presto indipendente con il proprio lavoro e con un’istruzione formata attraverso i suoi studi personali.
A sedici anni la prima svolta nella vita di Mary, quando conobbe Fanny Blood, donna di talento e di cultura, alla quale la futura scrittrice si legò strettamente. Insieme alla sua amica e alle sue sorelle Mary aprì una scuola nel quartiere londinese di Islington. Nel 1785 Fanny Blood morì di parto, Mary presa dallo sconforto chiuse la scuola. In questo periodo iniziò la stesura di Thoughts on the education of daughters, with the reflections on female conduct, in the more important duties of life, primo abbozzo del suo futuro e più importante libro A Vindication of the Rights of Woman, critica dell’educazione inadeguata che la società riserva alle donne. L’impiego nel mensile Analytical Review dell’editore e libraio Joseph Johnson e la frequentazione del club progressista londinese Johnson’s Circle permisero a Wollstonecraft di conoscere esponenti dell’intellettualità radicale, come Thomas Paine, sostenitore del diritto di voto alle donne, la femminista Anna Barbauld, William Godwin, i pittori William Blake e Heinrich Füssli. Inoltre, grazie al lavoro presso la casa editrice Mary Wollstonecraft entrò in contatto con il pensiero dei maggiori intellettuali europei, traducendo articoli degli illuministi d’Alembert, Diderot, d’Holbach, Voltaire e Rousseau.
Nel 1789 dall’altra parte della Manica era scoppiata la Rivoluzione Francese, nel 1792 Mary sbarcò a Parigi, attratta dalla Rivoluzione in corso. Qui conobbe Gilbert Imlay, un avventuriero che lavorava per i Giacobini facendo la spola tra Parigi e Londra. Dalla loro unione nacque una bambina alla quale Mary diede il nome della sua mai dimenticata amica, Fanny. Anche a causa dei continui tradimenti di Gilbert, Mary, tornata a Londra, tentò il suicidio gettandosi nel Tamigi. Nel 1797 dopo un periodo di convivenza considerata allora scandalosa, Mary sposò William Godwin. Dal filosofo, scrittore e politico libertario britannico, pensatore del tardo Illuminismo, radicale e repubblicano, considerato uno dei primi teorizzatori anarchici moderni, Mary ebbe una figlia, Mary, (autrice di “Frankenstein”, nonché moglie del poeta Percy Bysshe Shelley). Mary Wollstonecraft non avrebbe mai conosciuto sua figlia perché morì di setticemia poche ore dopo il parto.
Il presente testo fu redatto da Wollstonecraft mentre era educatrice delle figlie di Lord Kingsborough, un proprietario terriero irlandese. In Irlanda e a Bristol, dove i Kingsborough passavano l’estate, Mary trascorse un anno scrivendo un romanzo autobiografico. Simbolica la copertina del volume, che raffigura un dipinto di Carl Holsøe, Interior with a woman reading, infatti durante questo periodo Mary lesse Jean-Jacques Rousseau, il cui pensiero influì sulle pagine che andavano componendosi.
“Andrò quindi per questo mondo, dove non bisogna sposarsi né essere offerta in matrimonio”.
Traendo ispirazione dall’idea del filosofo, scrittore e musicista svizzero che i geni sono autodidatti, Mary Wollstonecraft descrive un’eroina razionale, autodidatta e indipendente, Mary, alla quale non a caso, dà il proprio nome. In questo romanzo di formazione, una delle voci più grandi del femminismo di tutti i tempi rivendica con passione la genialità delle donne, il loro rapporto con le lettere e la loro forza di liberarsi dagli oppressivi lacci del patriarcato e del matrimonio.
“La sua mente era chiara e forte, quando non fosse oscurata dai moti del cuore; ma troppo era creatura d’impulso, e schiava della compassione”.
Maria; Or, The Wrongs of Woman: The 1798 Mary Wollstonecraft Tale of Women’s Empowerment and Social Change
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