Matilda editrice chiude, dopo 16 anni di attività e 100 libri pubblicati, a partire dal primo libro nato come Casa Editrice Mammeonline, pubblicato nel 2005. La casa editrice, che reca il nome della piccola protagonista del romanzo di Roald Dahl, ha con passione portato in evidenza nei libri pubblicati i temi degli stereotipi di genere, la prevenzione della violenza, la lotta contro le discriminazioni, ancor prima che diventassero di moda.
La responsabile Donatella Caione ne dà notizia per mezzo social e comunicato stampa, annunciando una chiusura che non vuole essere in sordina, ma celebrata con un Festival di tre giorni a Foggia, nei giorni a cavallo della Giornata Internazionale della Donna (7,8,9 marzo), volto a raccontare quello che è stato il viaggio di Matilda.
Tre giorni di incontri nelle scuole e con le scuole e un evento aperto al pubblico previsto per l’8 marzo presso l’Auditorium della Biblioteca La Magna Capitana di Foggia alle ore 17.00.
Libri omaggio di Matilda editrice e sconti per i lettori
Durante l’appuntamento dell’8 marzo saranno donati libri a insegnanti, educatrici/educatori e operatrici/operatori che parteciperanno. La mattina saranno i bambini e le bambine in visita alla biblioteca a ricevere in regalo libri da leggere di Matilda editrice.
I libri della casa editrice saranno ancora acquistabili in libreria per alcuni mesi. Per chi volesse acquistarne più di uno e facesse un ordine sul sito o tramite mail o messaggio su Facebook o Instagram della casa editrice, è possibile richiedere un libro in dono ogni 2 libri acquistati. È molto scontata anche la "busta sorpresa dei libri di Matilda", contenente cinque libri scelti per voi in base alle risposte ad un questionario. È possibile contattare la casa editrice per acquisti più corposi o per sostenere delle donazioni.
Intervista a Donatella Caione
Donatella Caione ha raccontato in questa breve intervista i motivi della chiusura e la scelta non casuale legata alla mission della casa editrice della data dell’8 marzo per l’evento di chiusura.
La pandemia ha influenzato questa scelta?
Come dire di no! I libri per l’infanzia girano nei luoghi di socialità: scuole, biblioteche, librerie, soprattutto gli albi illustrati. Ragazzi e ragazze hanno il piacere di incontrare autori e autrici e di ricevere la copia firmata, cosa che online non si può proprio fare. E in questi due anni ho visto i loro occhi sempre più stanchi, specie quando alle faticose ore di DAD si aggiungeva anche l’incontro del progetto libro di pomeriggio. Ma oltre all’impossibilità degli incontri è mancato quello che da quegli incontri derivava: il sentirli parlare, il vederli interagire con i libri, fondamentale per riflettere anche su nuovi progetti. E altrettanto mi ha mentalmente impoverito non poter incontrare, specie nelle fiere, i vari soggetti della filiera libro. Le attività creative hanno bisogno di aria, di spazi, di vedute, di paesaggi nuovi.
Il pubblico non è pronto per libri che parlino di contrasto alle discriminazioni?
Una domanda complicata, un tema su cui ho riflettuto a lungo. Forse ancora si incontrano resistenze a trattare temi come il contrasto agli stereotipi di genere, un po’ in anticipo o forse libri su questi temi sono diventati una "categoria", complice anche certa produzione editoriale talmente platealmente anti stereotipi da diventare stereotipata.
È difficile trattare temi difficili?
Sicuramente sì. Mi sono sentita dire tante volte di essere una editrice coraggiosa nel voler raccontare la guerra, la perdita delle persone care, gli abusi, le discriminazioni, la separazione dei genitori, la violenza assistita. In realtà non si è trattato di coraggio, ma di consapevolezza della necessità. Però poi, coraggio o consapevolezza che siano, non basta, bisogna fare i conti con le vendite perché se non si vende non si può andare avanti
L’avere sede in una città con tanti problemi ha influito?
Me l’hanno chiesto in molti. Sì, Foggia, la mia città, è una città difficile per produrre cultura ma comunque siamo riusciti/e lo stesso in questi anni a realizzare tanti bei progetti grazie alla Biblioteca, al Buck Festival, ad insegnanti appassionate, nonostante l’assenza delle istituzioni. Quindi no, non credo abbia influito, anche se forse altrove ci sarebbe potuto essere un sostegno in più. Perché l’editoria di qualità svolge un ruolo sociale ed ha bisogno di sostegno.
Perché l’evento di chiusura l’8 marzo?
Ho scelto l’8 marzo, la giornata internazionale delle donne, perché l’attività editoriale di Matilda Editrice si è sviluppata soprattutto per contrastare gli stereotipi di genere dalla prima infanzia e la violenza contro le donne, credendo fortemente nell’importanza di dover aumentare la consapevolezza delle bambine/ragazze e il rispetto dei bambini/ragazzi, dando un contributo per cercare di superare tutti i pregiudizi che limitano entrambe ed entrambi. A riflessioni su questo tema sarà dedicato l’incontro aperto alla cittadinanza che si terrà l’8 pomeriggio presso l’auditorium della Magna Capitana. Gemma Pacella, Donata Glori e Lina Appiano dialogheranno con le autrici e l’editrice: Annamaria Piccione, Luisa Staffieri, Maria Grazia Anatra e Donatella Caione. Modererà Milena Tancredi, responsabile Biblioteca dei Ragazzi della Magna Capitana. Ci saranno i saluti di Gabriella Berardi, direttrice della Magna Capitana, Gloria Fazia del Lions Club Foggia Arpi e Rita Amatore, referente di Parco Città. Al termine dell’incontro sarà inaugurata la mostra con le illustrazioni degli albi illustrati di Matilda Editrice, le sculture di carta di Luisa Staffieri e le fotografie di Teresa D’Agnessa. La mostra potrà essere visitata dall’8 al 25 marzo.
E donerò libri, la mattina sempre in biblioteca a bambine e bambini e il pomeriggio alle insegnanti, perché li portino nelle scuole.
L’evento dell’8 fa parte di tre giorni (7, 8 e 9) tutti dedicati ad incontri nelle scuole e con le scuole.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Matilda editrice chiude: un Festival di addio e libri omaggio per bambini e insegnanti
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