Miniserie TV «Little Women» tratta dal romanzo “Piccole donne”

Opera più nota dell’autrice americana Louisa May Alcott (1832-1888), “Piccole donne” venne pubblicato per la prima volta nel 1868 ed è tuttora considerato uno dei più importanti classici della letteratura per l’infanzia. Il romanzo e il suo seguito, “Piccole donne crescono”, sono stati oggetto di numerose trasposizioni cinematografiche e televisive, tra cui il noto film del 1994 con Susan Sarandon, Gabriel Byrne, Christian Bale, Winona Ryder, Claire Danes e Kirsten Dunst.

Di recente la BBC ha prodotto la miniserie televisiva in tre puntate Little Women, andata in onda nel Regno Unito alla fine di dicembre 2017. A interpretare i ruoli delle quattro sorelle vi sono le attrici Willa Fitzgerald, Maya Hawke, Annes Elwy e Kathryn Newton. Fanno parte del cast anche Emily Watson, Dylan Baker e Angela Lansbury.

Durante la Guerra di Secessione le quattro sorelle March aspettano il ritorno dal conflitto bellico del padre, cappellano militare. Pur non essendo benestanti, le ragazze hanno un tenore di vita piuttosto agiato e trascorrono le giornate tra faccende domestiche e spensierati svaghi infantili, coltivando le loro passioni per il disegno, la musica, la scrittura. La giudiziosa Meg, la ribelle Jo, la fragile Beth e la frivola Amy affrontano i piccoli drammi tipici della giovane età sotto la guida della saggia madre Marmee e con il sostegno dell’affettuosa amicizia del vicino di casa Laurie.

Il romanzo è, in primo luogo, una storia di crescita e formazione che celebra i legami familiari, l’integrità morale, la morigeratezza e il perdono con un fin troppo palese intento pedagogico. Le quattro sorelle hanno personalità molto diverse, ma vengono tutte incoraggiate a prendersi cura l’una dell’altra ed educate secondo i dettami della società dell’epoca, nel rispetto del principio cristiano della carità e del valore dell’altruismo. Resta indimenticabile, in particolare, il ritratto dell’anticonvenzionale Jo, destinata a intraprendere la carriera di scrittrice anche perché insofferente verso una cultura che relega le donne al solo ruolo di mogli e madri. Ed è forse proprio lei il personaggio con cui è più facile ancora oggi immedesimarsi e provare empatia.