Fu proprio lui a scegliere Luca Zingaretti per il ruolo di commissario nella celeberrima fiction del Commissario Montalbano tratta dagli indimenticabili libri di Andrea Camilleri. L’ironia della sorte ha voluto che a pochissimo tempo dalla morte di uno degli autori più celebri di tutta Italia il regista che ha portato i libri di Camilleri in televisione se ne andasse a sua volta, raggiungendo l’amico. Il regista lombardo è stato da sempre innamorato della Sicilia e attraverso la macchina da presa ha raccontato la storia di Montalbano e di questa terra. Ci lascia all’età di 79 anni.
La vita di Alberto Sironi e l’amore per la Sicilia
Considerato come il secondo papà del Commissario Montalbano, Sironi ha ora raggiunto il caro amico Camilleri, scomparso lo scorso 17 luglio, lasciando per sempre il suo set e la sua macchina da ripresa. Nato a Busto Arsizio, in provincia di Varese, il suo amore per la Sicilia è emerso subito nel corso della sua vita. Proprio lui ha scelto personalmente Luca Zingaretti per dare il volto al commissario più amato d’Italia e, qualche anno fa, raccontava a la Repubblica come, pur sentendosi legato alle proprie origini, in Sicilia si sentisse a casa propria “tra la gente per strada o nelle trattorie, quando incontro i contadini e le maestranze locali. I siciliani mi hanno ’pesato’, hanno capito che non sono un quaquaraquà e adesso sono diventati miei fratelli”. La preferenza di Sironi andava, in particolare, al territorio barocco che unisce Ragusa a Modica, Scicli a Noto e Donnalucata, il luogo ribattezzato poi Vicata nella fiction che narra delle avventure di Montalbano.
Zingaretti è stato scelto proprio dal regista tra tre attori e di è guadagnato il posto per l’ottimo provino che ha fatto all’epoca. Proprio col suo volto ha preso il via l’idea che un poliziotto potesse essere simpatico, ispirato a quelli americano, e non fascista con il manganello in mano come da noi il poliziotto è sempre stato fino agli anni Ottanta. Della scelta del regista lo stesso Camilleri non aveva compreso da subito l’efficacia, salvo ricredersi vedendo la prima puntata e affermando che gli erano piaciute anche le comparse.
L’esperienza di Sironi deriva, prima di tutto, dal teatro. L’artista è infatti nato nella scuola d’arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano sotto la guida di Giorgio Strehler e Paolo Grassi. L’uomo ha cominciato a lavorare in Rai negli anni Settanta e da lì ha cambiato direzione, cominciando a realizzare inchieste sia in Italia che all’estero e occupandosi anche di sport. Verso la fine degli anni Settanta comincia con le sceneggiature, curando la regia di due film tratti da raccolte di racconti Il centodelitti di Giorgio Scerbanenco. Fino al debutto con Il Commissario Montalbano nel 1999 non lascia mai il piccolo schermo e la sceneggiatura di fiction e sceneggiati radiofonici.
Il suo maggiore successo lo ha ottenuto con il personaggio di Montalbano, sia in termini di numeri che di affetto del pubblico, considerato che tutta Italia ha amato le avventure del commissario e che, ad ogni replica, milioni di persone continuano a seguire con passione le vicende di Montalbano, anche quelle già viste.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Morto a 79 anni Alberto Sironi, regista di Montalbano
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