Un uomo che fino alla fine ha sempre dimostrato non solo le sue doti di scrittore ma anche la sua immensa voglia di vivere, un uomo pieno di energie che sembrava incapace di invecchiare, è morto pochi giorni fa all’età di 82 anni lasciandoci soli con i suoi libri. La prosa di Sillitoe, una prosa che possiamo definire senza dubbio arrabbiata, è sempre stata incentrata sulla condizione della classe operaia. Nato infatti proprio in una famiglia di operai nell’ormai lontano 4 marzo del 1928 Sillitoe ha vissuto dall’interno i problemi, le incertezze e la frustrazione di un mondo identico a quello dei suoi racconti. Anche lui si ritrovò costretto a lavorare in fabbrica fin dall’età di 14 anni e furono forse solo la sua volontà d’animo e la sua speranza nelle parole del pensiero marxista a farlo andare avanti sempre più combattivo.
Lo scrittore e poeta inglese Alan Sillitoe, un uomo che fino alla fine ha sempre dimostrato non solo le sue doti di scrittore ma anche la sua immensa voglia di vivere, un uomo pieno di energie che sembrava incapace di invecchiare, è morto all’età di 82 anni. Il successo che derivò dai suoi libri riuscì a ribaltare totalmente la sua vita. Dalla povertà Sillitoe fu riconosciuto in tutto il mondo come un grande scrittore. I suoi romanzi diventarono anche film famosi e allora sì che la sua fama crebbe a dismisura. La fama però è destinata a scomparire. Alan Sillitoe ha lavorato per anni nascosto dal mondo ma senza mai fermarsi. La sua penna ha sempre continuato a scrivere e a produrre letteratura di alto livello.
Sono oltre quaranta i romanzi che Alan Sillitoe ci ha lasciato. Tra questi il più conosciuto è senza dubbio "La solitudine di un maratoneta" il cui protagonista, un ragazzo proletario arrabbiato e in piena miseria, si ritrova in riformatorio. Qui capiscono la sua propensione per la corsa campestre e lasciano che possa allenarsi tutti i giorni. Il ragazzo si allena e corre con tutta la forza che ha nelle gambe e l’aria che i suoi polmoni riescono a contenere ma mai neanche per una volta decidere di dare soddisfazione alle persone snob che lo circondano carceriere compreso, mai decide di lasciarsi sottomettere da tutto ciò che da sempre ha odiato. Dobbiamo inoltre ricordare "Sabato sera, domenica mattina" che può essere considerato quasi una sorta di autobiografia in cui Sillitoe ci racconta il periodo in cui ha lavorato anche lui in fabbrica. Romanzi che sembrano quasi delle urla lanciate contro un mondo che purtroppo appare sordo e cieco o più semplicemente incapace di ascoltare e vedere.
Sillitoe non era soltanto un grande narratore, bensì un grande poeta. Sono ben cinque i libri di poesia che ci ha lasciato e che rimarranno senza ombra di dubbio tra i libri immortali che nessuno sarà mai in grado di dimenticare.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Morto il poeta inglese Alan Sillitoe
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