“L’arte dell’attore differisce da tutte le altre, perché è l’unica in cui l’artista usa sé stesso come strumento”.
Poche parole, per delineare il mestiere di attore, che accolgono il visitatore nei pannelli degli spazi espositivi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, AuditoriumGarage, che dal 9 aprile fino al 29 giugno ospitano la grande mostra “Vittorio Gassman. Il centenario” (catalogo Vittorio Gassman. Il centenario (Skira 2022, pp. 248, 400 colori). L’esposizione è a cura di Alessandro Nicosia, Diletta d’Andrea Gassmann e Alessandro Gassmann ed è prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare e promossa dagli eredi Gassman e dalla Fondazione Musica per Roma, con l’apporto determinante dell’Archivio Luce e di Cinecittà.
La mostra è ricca di foto, oggetti, costumi, copioni, video, filmati, bozzetti, documenti e tanti materiali provenienti dall’Archivio Storico Luce e dal Centro Sperimentale di Cinematografia che sostengono il progetto, con la collaborazione di Rai, Zètema e Terna e la partecipazione di tutti i familiari di Gassman.
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L’esposizione è arricchita da numerosi prestiti istituzionali e privati dell’Accademia Silvio D’Amico e dell’Archivio Centrale dello Stato.
Sembra ieri che questo gigante del Novecento ci ha lasciato, il 29 giugno a Roma, quasi ventidue anni fa, ma ancora adesso la sua figura resta profondamente radicata nell’immaginario collettivo, perché Vittorio Gassman, attore, regista, sceneggiatore, scrittore (bellissima la sua autobiografia Un grande avvenire dietro le spalle, edita per Longanesi nel 1981), doppiatore e conduttore televisivo, nato a Genova il 1° settembre del 1922 è e resterà sempre uno dei personaggi italiani più amati dal pubblico.
Le caratteristiche della mostra
Sono oltre 1.000 i metri quadri espositivi per raccontare l’attore, il regista, lo scrittore, il maestro. Attraverso materiali privati inediti e testimonianze professionali, immagini e materiali audiovisivi di prima mano, curiosità e oggetti personali, la mostra ripercorre l’intera parabola umana e artistica di Vittorio Gassman, che per tutta la vita inseguì l’eccellenza e la perfezione in tutti i campi, compreso lo sport, raccontando nei dettagli la carriera, la famiglia, (“Famiglia complessa, la nostra, certamente non noiosa”. Diletta D’Andrea Gassmann), le donne, i figli, le utopie, i premi, i trionfi e le criticità.
Il racconto della vita di Vittorio Gassman attraverso la mostra si dipana in sezioni espositive: il teatro (“Considero il teatro il mio mestiere fondamentale, lo amo senza retorica in tutta la vasta difformità delle sue proposte”), il cinema, la televisione, la poesia, la scrittura.
Il percorso espositivo inizia dalle tappe più significative della sua vita privata, le mogli, i figli. Tante le foto intime fornite dai familiari, o le lettere d’amore scritte a mano a Diletta d’Andrea, come la richiesta di matrimonio. Si racconta anche la passione per lo sport: Gassman arrivò a giocare nella Nazionale di basket, ma poi lasciò tutto per studiare all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Un quaderno con foto e articoli raccolti dalla madre racconta tutta la sua carriera sportiva. Se nella sezione espositiva dedicata al teatro c’è il baule di scena di Gassman, da cui escono metaforicamente una quantità di materiali ricchissimi e vari, parrucche, cappelli, costumi, tra cui quello di Otello e di Macbeth, in quello dedicato al cinema spicca la mitica Lancia Aurelia B24S del Sorpasso, mitico film di Dino Risi che quest’anno festeggia i suoi primi sessant’anni.
Ecco le fotografie e i costumi di scena di pellicole che hanno fatto epoca: I soliti ignoti, L’armata Brancaleone, I mostri, La famiglia, C’eravamo tanto amati. È documentata anche la parentesi di Hollywood, dove in un filmato vediamo Vittorio Gassman definire i film americani come “vaccate”. Per i nostalgici della vecchia televisione di qualità non ancora ancorata alla spietata legge dell’audience, nella sezione dedicata alla tv, un grande schermo mostra le “ospitate” di Gassman, da Studio Uno con Mina nel 1965, dove cantano insieme L’uomo per me, o la “Canzonissima”, dove l’eclettico Vittorio è ospite con la madre per recitare insieme i passi della Divina Commedia. Insuperabile il Mattatore che prende in giro se stesso nel programma “Tunnel” leggendo l’elenco del telefono e un menu come se stesse leggendo la Divina Commedia.
Infine, nella parte dedicata alla poesia si può ascoltare Gassman mentre recita alcuni tra i suoi componimenti preferiti e una sezione speciale a parte che mostra una serie di disegni su Vittorio fatti dal pubblico e postati su Instagram.
Una mostra viva, vibrante di energia positiva che emana cultura, e passione per il proprio mestiere, giacché:
“La cosa principale per un attore cinematografico è saper diventare un oggetto vivente. Ciò che bisogna fare davanti alla cinepresa è esserci’.”
Foto: dal sito Auditorium Parco della Musica
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La mostra “Vittorio Gassman. Il centenario” celebra un gigante del Novecento a cent’anni dalla nascita
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