Non è te che sceglierò
- Autore: Adele Grisendi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2012
La speranza di un’intera stirpe di coltivatori e proprietari terrieri reggiani, gli Adorni, è concentrata in Elena, la figlia minore di Aldo e Francesca. I suoi fratelli Giovanni e Gino hanno preferito studi universitari e vite cittadine, diventando avvocati, sposandosi e mettendo sù famiglia. Elena, invece, è diversa: pur essendo una ragazza assolutamente moderna, colta e interessata al mondo, ha ereditato dal nonno Evaristo, del quale mantiene dentro di sé il ricordo e gli insegnamenti, l’amore verso la propria terra e il suo lavoro. E’ quindi lei che, prima alla morte del nonno, poi con il passare degli anni e l’invecchiamento dei genitori, prende in mano le redini dell’azienda di famiglia, con la benedizione anche dei fratelli. In tutto questo, però, a Elena non rimane tempo per l’amore, tanto meno per sposarsi e formarsi una famiglia. Ma forse non è solo questione di tempo, considerato che il suo unico fidanzamento, durato poco e naufragato miseramente davanti alla prima esperienza sessuale, appartiene ormai abbondantemente alla storia: il fatto è che Elena, dopo la fine di quella storia, non ha mai più neppure sentito l’esigienza di cercare un altro uomo. Anzi, se ci pensa bene, anche dentro a quella sua prima e unica relazione non c’è stato un gran che di sentimento...
Dopo "La sposa tradita", ritorna Adele Grisendi con un romanzo tutto italiano, o, per meglio dire, tutto emiliano, pubblicato da Rizzoli a marzo 2012. La fioca poesia della terra padana è ben descritta e raccontata in questa storia, che, a ben vedere, sembra più che altro un pretesto per rievocare vita, lavoro e curiosità di coloro che, attraverso gli anni e i secoli, hanno lavorato, amato, onorato la terra nelle campagne emiliane.
In effetti, gran parte del libro è, in realtà, dedicata, più che alla storia di Elena, alla rievocazione, per bocca di suo nonno e dei suoi genitori, della storia della sua terra. Attraverso il racconto del fidanzamento e del matrimonio di nonno Evaristo e di nonna Natalina apprendiamo molto sui rapporti interpersonali del secolo scorso. Conosciamo le varie fasi della coltivazione, della lavorazione del terreno e del raccolto, i problemi pratici riguardanti la coltivazione e l’organizzazione del lavoro, e ascoltiamo i ricordi tragici della guerra, dei bombardamenti e della distruzione patita da città e campagne, seguite poi dal rimboccarsi le maniche e dalla voglia e necessità di ricominciare. E’ come se, per tre quarti del libro, condividessimo la vita di Elena, in lenta e costante evoluzione dal punto di vista lavorativo, ma statica e ancorata al passato per quanto riguarda la sfera dei sentimenti. L’azione è praticamente ferma, e il lettore può godere solo della divulgazione e dei molti aneddoti, notizie, spiegazioni che l’autrice fornisce attraverso i personaggi.
E’ nell’ultima parte del libro che la storia di Elena si sblocca, grazie all’incontro con due nuovi amici e con una nuova consapevolezza di sé. Forse il suo destino non sarà quello immaginato e sperato dai suoi genitori, ma questo non vuol dire che nella sua vita ci sarà meno amore o meno felicità.
Scritto con semplicità, si direbbe con la genuinità della gente legata alla terra, tanto da risultare di una linearità quasi eccessiva, il libro è comunque scorrevole e piacevole, malgrado i dialoghi risultino un poco "forzati", come se non fossero "vissuti" ma "raccontati", sullo stile di una fiction televisiva. D’altronde, più che la storia d’amore, è lo sfondo quello che interessa il lettore.
Non è te che sceglierò
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