Ogni tanto passava una nave. Viaggi e soste con Franco Battiato
- Autore: Francesco Messina
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2014
Nei vestiti a ruota alberga “l’eco delle danze sufi” e nella “Preghiera del giovane patriota” il senso dissacrante dell’intero “Patriots”. Trattandosi di copyright riconducibili a Franco Battiato c’è anche da scommettere che l’estate “su una spiaggia solitaria” fosse a un passo dalle apocalissi proprie e improprie de “L’arca di Noè”, per non parlare delle vie di fuga in “Mondi lontanissimi”. Inoltre cosa dire dei fiori - “Fleurs” per metterla in francese, come il disco -, un universo sterminato di fiori: 2596 prove di copertina soltanto per il primo dei tre capitoli complessivi. E delle stazioni di transito (stellare?) nel mezzo del deserto?, e della carta vetrata impressa nella cover dei “Dieci stratagemmi”?
Estrapolo in sintesi dalla ridda di suggestioni fuori testo e dall’universo trasversale di Battiato. Visioni, intromissioni, condivisioni dell’alter ego - art designer e musicista anch’egli - Francesco Messina, accumulo di quarant’anni (più o meno) di amicizia e prossimità col guru e la sua factory. “Viaggi e soste con Franco Battiato”, annuncia, non a caso, il sottotitolo del libro che proprio Messina ha dedicato al cantautore-mito (e ai suoi miti a discendere). Il titolo suona “Ogni tanto passava una nave” (Bompiani, 2014): quanto di più insolito, elegante, immaginifico, sui generis si possa concepire su Battiato, dentro e fuori le righe.
Non un memoir e nemmeno una biografia in senso stretto (ma non mancano i frammenti di vita privata), conviene assumerlo come un diario sghembo per immagini e parole, consustanziale a viaggi, concerti, studio, foto, video, provini, copertine, mutuazioni del macrocosmo espanso battiatesco.
“Ogni tanto passava una nave” (titolo bellissimo, evocativo come il verso della canzone che lo ha ispirato) non è nemmeno un libro d’arte tout court. Torno a dire: è un racconto anti-didascalico, con salti di tempo e di spazio, incistato tra rigore e amenità, discesa e ascesa, insomma pop e sinfonie. Comprese quelle “sacre del tempo” che chi ama Battiato conosce a memoria. La cronaca affatto minuziosa (dunque santa e benedetta) di un successo (annunciato) che taglia gli ambiti della musica, della grafica, del cinema, del teatro, e - perché no - anche quello della ricerca interiore.
Poco più di 250 pagine patinate per un volume raffinato, che incanta lo sguardo e che può catturare la mente. Da regalare e regalarsi a ogni costo.
Ogni tanto passava una nave. Viaggi e soste con Franco Battiato
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