

Ortigara 1917. Dalla parte degli austriaci
- Autore: Gianni Pieropan
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mursia
- Anno di pubblicazione: 2024
Ritorna uno dei classici di Gianni Pieropan, Ortigara 1917. Dalla parte degli austriaci. Datato 1983, è stato riproposto l’anno scorso da Mursia, nella collana “Testimonianze tra cronaca e storia. I libri di Gianni Pieropan” (settembre 2024, 386 pagine, 32 delle quali in due inserti fuori testo di cartine e immagini in bianconero).
Lo scrittore e storico vicentino (1914-2000) ha trattato in due volumi la sciagurata offensiva sulle montagne che separano l’altipiano dei Sette Comuni dal Trentino (l’altro è Ortigara 1917. Il sacrificio della sesta armata, sempre per i tipi Mursia). Dal 10 al 29 giugno, costò all’Esercito tricolore 25 mila perdite, tra caduti, dispersi e feriti, senza approdare a nessun risultato per le linee italiane.
Sta di fatto che la vetta del Monte Ortigara, quota 2.105, non avrebbe potuto né dovuto essere tenuta dai nostri: lo stesso piano offensivo prevedeva di scavalcarla, perchè indifendibile dal versante vicentino. Alpini e fanti la espugnarono a caro prezzo il 19 giugno, ma non poterono oltrepassarla e procedere oltre. Nonostante tutto, ricevettero dai Comandi l’ordine di attestarsi e furono sgominati dalla controffensiva del 25 giugno, senza possibilità di ricevere aiuti. Il 29, gli austroungarici ripresero quota 2101 e tutto tornò come prima dell’operazione K.
Un saggio storiografico, questo, realizzato sulla base di fonti del nemico; riporta tra gli altri lo studio del tenente colonnello Ferdinando von Lutzov, allora maggiore del III/1 Kaiserschutzen, salito dopo la battaglia, nei primi di luglio, a presidiare le postazioni riprese dalle truppe d’assalto. L’ufficiale superiore sosteneva che la perdita delle posizioni austriache di Monte Ortigara era in in gran parte dovuta alla loro imperfetta sistemazione e attribuiva l’insufficiente allestimento alla carenza di manodopera e materiali da costruzione: trincee poco profonde, in un terreno roccioso difficile da scavare, protette da sacchi a terra inefficienti e pure di tessuto scadente, perché autarchico. Poche le caverne, per lo più male orientate, con volte deboli e una sola uscita. Quanto al nemico, l’altezzoso e sprezzante von Lutzov giudicava la buona qualità degli Alpini deteriorata da perdite e rimpiazzi e riteneva che la media degli italiani mancasse di spirito bellicoso, mentre la riconquista dell’Ortigara era stata assicurata da truppe imperiali eccellenti e spinte da una superba tempra combattiva.
Nel 1983, quindi, un fatto d’armi particolarmente noto e importante sul fronte italo-austriaco veniva per la prima volta ricostruito attraverso la più seria bibliografia avversaria. L’autore ammetteva d’avere lungamente esitato prima di apporre la firma a un’opera che in effetti è costituita da un mosaico, “le cui tessere appartengono a numerosi protagonisti di quell’evento storico”. Esagerava, perché il suo apporto di studioso e saggista è stato comunque intenso e scrupoloso, nell’amalgamare o far coesistere fonti diverse. Citava peraltro con riconoscenza gli amici che avevano collaborato, una “cordata non numerosa”, alimentata dalla passione per la storia e per le “nostre” montagne: Tino Marchetti, eccellente conoscitore dell’Altopiano dei Sette Comuni e delle vicende di guerra che lo hanno investito; Carlo Mirelli di Teora, contagioso con l’entusiasmo e la competenza inimitabili; Franco Brunello e Giorgio Pasetto, curatori delle impegnative quanto accurate traduzioni degli originali in lingua tedesca.
I primi due testi, la Relazione Ufficiale austriaca e quella del feldmaresciallo Conrad von Hoetzendorf, trattano la battaglia dell’Ortigara nella sua globalità. I successivi contributi di alti ufficiali seguono l’andamento da sud a nord del terreno al quale si riferiscono. Per fornire al lettore una chiara idea dell’organizzazione logistica austroungarica sull’Altopiano dei Sette Comuni, completano il volume cartine topografiche ridisegnate con la toponomastica italiana e una sintesi descrittiva del sistema di trasporti a fune e degli impianti idrici, corredata da schizzi sulla base degli originali nel Kriegsarchiv di Vienna.
Significativo il passaggio polemico in cui Pieropan denuncia il “timor panico” suscitato allora in Italia da documenti stranieri, soprattutto se relativi a eventi bellici più o meno recenti. Sosteneva l’assoluta necessità di conoscere e considerare quegli atti, per quanto alcune affermazioni potessero risultare indubbiamente fastidiose, in particolare quelle che costringevano a rivedere posizioni e concetti fino ad allora dati per definitivamente stabiliti. Aggiungeva di ritenere l’immutabilità dei giudizi un atteggiamento che “non consente di fare seriamente la storia”.
Con orgoglio e probabilmente non senza una certa commozione, Gianni Pieropan si autogratificava per l’impegno col quale aveva intrapreso un percorso critico storiograficamente corretto, in questa e in precedenti occasioni. Si diceva certo che i caduti austroungarici ricordati nel cippo eretto su quota 2.101 dell’Ortigara avrebbero guardato “rasserenati”, come i caduti italiani che la colonna mozza su quota 2.105 invita a non dimenticare. Si augurava - e, se vogliamo, vale ancora tanto più oggi - che fosse
auspicio di pace e di serena convivenza fra tutte le genti
in particolare quelle separate e unite al tempo stesso dalle Alpi.
Un inciso finale: la Relazione Ufficiale austriaca sulla Grande Guerra, precisa e autorevole, sintetica ed esemplarmente chiara, venne pubblicata a Vienna nel 1936, a cura del generale Edmund Glaise von Horstenau, capo dell’Archivio militare austriaco. Sette grossi volumi, con l’aggiunta di altrettanti, tra allegati e cartografia. Per l’assai più corposa Relazione Ufficiale italiana, nella parte riguardante l’Ortigara, si dovette attendere il 1954.

Ortigara 1917: Dalla parte degli austriaci
Amazon.it: 19,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ortigara 1917. Dalla parte degli austriaci
Lascia il tuo commento