Pan di Federico Audisio Di Somma

L’autore Federico Audisio Di Somma, con precisione e maestria, in Pan edito da SEM (2021) compie un viaggio e mette a nudo gli animi perturbati, la caducità degli esseri umani presi alla sprovvista dal nemico invisibile. La natura sovverte le sorti di chi prepotentemente nel delirio di onnipotenza ha creduto di poter dominare il mondo.

Dall’alto qualcuno manovra i fili del teatrino, la metrica musicale mette in scena la stupidità umana. Pan, l’untore, il traditore, spazza via certezze incrollabili, cambia le carte in tavola, il più abitudinario dei giocatori d’azzardo cade sotto la spietata sfida sconosciuta e inaspettata, paura, delirio si materializzano sotto le ali di pipistrello, cadono le maschere sotto le mascherine, si ferma e si paralizza la folle corsa del nulla.

Le ombre prendono forma sotto gli occhi indagatori e spregiudicati di Pan.
Molto interessante il confronto tra i due medici, Piero Bononi, fedele al giuramento di Ippocrate, ortodosso, e l’altra figura, quella di Ruben Crespi, omeopata, l’antitesi!
Piero Bononi, medico in prima linea, già appesantito dal fardello della famiglia, con il figlio Luchino convinto tenore e la moglie in continuo conflitto tra sé e le vicende familiari disastrose, giorno per giorno vede sgretolarsi ogni sua convinzione: l’impotenza prende il sopravvento.
L’amico Ruben Crespi, l’anticonformista, vive con la splendida Eva nel suo eden, non a caso in un attico del condominio all’ultimo piano.

Personaggi spogliati dalle abitudini e finzioni quotidiane sono prigionieri tra le mura domestiche. Pan, con l’inseparabile flauto, è artefice di macabre note che vibrano e fanno prendere forma a due ninfe, pandemia e panico. Gli umani sono incastrati nelle feroci fauci del terrore.

Custode delle leggi della natura, Pan osserva il balletto grottesco dei vari personaggi tenuti in ostaggio in cambio di un’improbabile redenzione. Intrappolati tra passato e presente e costretti a fare i conti e specchiarsi nella loro fragilità e follia.

Una prosa raffinata, audace e tipica dell’autore già vincitore del premio Bancarella nel 2002, che ci regala nel suo romanzo uno spaccato di una realtà cruenta. Non mancano però umorismo e sarcasmo, un’analisi di cosa ci hanno consegnato questi anni di dubbi e speranze di fronte allo sconosciuto, l’irruento, l’imprevedibile, l’ospite inatteso. Pan, voce narrante, osserva gli “esemplari reclusi” nell’edificio milanese stile liberty, vede il comportamento aggressivo, sconosciuto e imprevedibile.

"L’aspetto più sconcertante è che insieme allo spavento il carcerato avverte una sensazione di euforia e di soddisfazione.”

Un romanzo geniale: Pan aleggia mentre il mondo crolla inesorabilmente, perché sfidare la natura selvaggia ha generato una reazione devastante. Riflettete umani!