

La canzone Primavera (Spring) fa parte di Pene d’amor perdute (Love’s Labour’s Lost), una delle prime commedie teatrali di William Shakespeare, con ogni probabilità realizzata fra il 1593 e il 1596.
Il componimento celebra l’arrivo della primavera e con essa il risveglio della natura, cui corrisponde una nuova e ritrovata passionalità negli esseri umani. Non solo sentimento dunque, ma anche carnalità, una rarità nel drammaturgo inglese, immortale cantore dell’amore romantico.
Vediamo l’analisi e il significato di Primavera, una poesia sulla passione e sul timore del tradimento che attanaglia l’animo delle persone insicure.
“Primavera”: testo del componimento
Quando le margherite sono fiorite e le violette blu
E le coccinelle tutte bianche-argento
e becchi di cuculo di colore giallo
Dipingono di gioia i prati,
Il cuculo, allora, su ogni albero,
si prende gioco degli uomini sposati, perché così canta,
Cucù;
Cucù, cucù: Oh, parola di paura,
sgradevole per un orecchio sposato!Quando i pastori piangono su canne d’avena,
e le allegre allodole sono gli orologi degli aratori,
Quando le tartarughe camminano, i corvi e le cornacchie,
e le fanciulle indossano le loro camicie estive,
Il cuculo, allora, su ogni albero,
si prende gioco degli uomini sposati, perché così canta,
Cuculo;
Cucù, cucù: Oh parola di paura,
Sgradevole per un orecchio sposato!
Analisi di “Primavera”: la bellezza del paesaggio primaverile


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Di Primavera, a una prima lettura colpisce innanzitutto la dettagliata descrizione del paesaggio durante la stagione della rinascita della natura, che l’autore rende con toni solari e luminosi. Di esso Shakespeare capta e restituisce i colori vivaci dei fiori e degli uccelli, quelli delle violette blu, delle coccinelle argentee e dei cuculi dal becco giallo.
In primavera i prati si animano e tornano gioiosi, i campi risuonano delle voci e del lavoro di pastori e contadini, ogni cosa torna a nuova vita e il mondo intero diventa più allegro, foriero di rosei presagi. Tutto idilliaco e perfetto, dunque? Non proprio, non per le persone almeno. Perché al risveglio della natura corrisponde quello dei sensi e per gli uomini sposati insicuri il sospetto e il timore del tradimento è dietro l’angolo.
“Primavera”: l’ironia di Shakespeare e l’insicurezza degli uomini
La primavera è la stagione più attesa e amata, soprattutto perché ci offre uno spettacolo naturale senza eguali, ma c’è anche il rovescio della medaglia. A risvegliarsi, infatti, non è solo la terra, ma anche la sensualità umana. Nuove pulsioni si fanno strada e si intrufolano in relazioni prima stabili e tranquille, portando con sé paure e scompiglio.
Per Shakespeare l’amore primaverile non rinsalda le coppie, bensì le mette a rischio. In questi versi, in particolare, egli ironizza sull’ansia che puntualmente assale gli uomini sposati in questo periodo dell’anno. Il canto del cuculo, dice l’artista, ricorda a chi è impegnato nel lavoro quotidiano il rischio che sta correndo avendo lasciato la moglie a casa da sola. Per loro la primavera è sì bella da una parte, ma anche causa di allarme, in quanto le consorti potrebbero diventare infedeli.
Siamo di fronte ad uno Shakespeare decisamente mordace e beffardo, meno sognante e sentimentale del solito, sebbene ugualmente ineccepibile dal punto di vista metrico e stilistico.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Primavera” di William Shakespeare, la poesia sul risveglio dei sensi e il tradimento
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