Come si tornerà a scuola a settembre? Questo è uno dei tanti quesiti che in questo periodo si sono poste le famiglie, dal momento che le indicazioni al riguardo erano molto discordanti. Se per la maturità 2020 sono chiare da tempo le regole da rispettare per svolgere l’esame in sicurezza, per il rientro in aula si avevano solo indiscrezioni e dichiarazioni ufficiose.
Nella giornata del 28 maggio 2020 il comitato tecnico scientifico ha reso noto il documento con le regole per il rientro in aula a settembre. Tante le indicazioni fornite sulla gestione degli spazi, delle attività degli studenti e del servizio mensa. Da settembre nel settore scuola si assisterà ad un grande cambiamento, che porterà distanziamento sociale e ferree regole per riuscire a riaprire in sicurezza.
Come si tornerà a scuola a settembre? Il documento del comitato scientifico
Al rientro in aula a settembre si dovrà “garantire il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro, anche in considerazione dello spazio di movimento”, questa è la regola più importante secondo il team di scienziati. Questa regola si dovrà applicare a tutte le scuole italiane e sarà il solo modo per riuscire a contenere il virus, evitando nuovi focolai.
Oltre questa misura però il comitato non ha previsto un protocollo standard che si dovrà applicare a tutte le scuole, ma ogni istituto dovrà stabilire in modo autonomo come mettere in pratica questa misura.
Si legge infatti nel documento:
Ciascuna istituzione potrà definire, in virtù dell’autonomia scolastica, modalità di alternanza / turnazione / didattica a distanza proporzionate all’età degli alunni e al contesto educativo complessivo.
Si propone quindi di continuare con la didattica a distanza per i ragazzi delle scuole medie e delle superiori per le quali si potrebbe attuare anche la didattica mista, di cui in passato aveva parlato anche la Ministra Azzolina. Al documento del comitato, chiarisce la Ministra, si aggiungerà una proposta del Ministero che darà indicazioni agli istituti su come procedere.
Il comitato nel documento propone una distanza di minimo un metro tra gli studenti per le aule e i laboratori, mentre per le attività fisiche si dovranno avere almeno 2 metri di distanza. Le scuole dovranno quindi ripensare gli spazi delle aule, la disposizione dei banchi e delle postazioni nei vari laboratori.
Per quel che riguarda il servizio mensa sarà necessario preservarlo, ma gestendo in modo sicuro l’accesso alla sala e al pasto. Tra le opzioni che la scuola potrà mettere in atto vi è anche la possibilità per gli studenti di avere un lunch box da consumare alla propria postazione. In alternativa si dovranno predisporre dei turni di accesso ai locali o delle nuove zone per il consumo dei pasti, che dovranno poi essere pulite e sanificate.
Le aree esterne dovranno essere il luogo da privilegiare per eventuali attività ricreative, sportive e didattiche. Anche in queste aree si dovranno però limitare al massimo gli assembramenti, che rimarranno vietati fino a nuova disposizione. Non sarà necessario il rilevamento della temperatura all’ingresso, ma chiunque avrà una sintomatologia respiratoria o temperatura superiore a 37.5° non potrà accedere all’istituto e dovrà rimanere a casa.
La scuola prima della riapertura dovrà essere sottoposta ad una profonda pulizia. I locali dovranno essere puliti ogni giorno e nei locali della scuola si dovranno rendere disponibili dispenser di prodotti igienizzanti. Si rende inoltre obbligatorio l’uso della mascherina per gli studenti di età superiore ai 6 anni. La mascherina dovrà essere indossata per tutto il tempo di permanenza a scuola e si potrà invece togliere per le interrogazioni, nel momento del pasto e per le ore di attività fisica.
Si potranno inoltre organizzare delle apposite esercitazioni per il personale della scuola, in modo che sia chiara la modalità con cui operare.
In allegato potete leggere il documento ufficiale del comitato tecnico scientifico:
La proposta della Ministra: la didattica mista
La Ministra dell’Istruzione, guidata dalla sua task force, aveva cominciato nelle settimane scorse ad avanzare diverse proposte e tra queste vi era la possibilità di avere una didattica mista. L’idea era quella di avere delle classi che in parte svolgessero le lezioni in aula e in parte seguissero virtualmente da casa, un progetto difficile da gestire e che poco era piaciuto a docenti e genitori. Dopo una serie di proteste la Azzolina aveva rettificato subito che la proposta, che non è ancora stata accettata, sarebbe solamente per le classi dei ragazzi più grandi, che potrebbero affrontare in autonomia una situazione del genere, senza gravare sui familiari.
I chiarimenti della Ministra erano arrivati direttamente dalla sua pagina Facebook dove spiegava che quelle che la sua era solo una proposta su cui si stava lavorando in questo periodo. Nel post scriveva infatti:
Non sono decisioni già prese o imposte, sono elementi di dibattito, basati sul lavoro che stiamo portando avanti con il Comitato di esperti che sta collaborando con il Ministero per la ripresa delle attività e il Comitato tecnico scientifico che supporta il Governo dall’inizio dell’emergenza. Di questo ho parlato ieri, di proposte. Le critiche sono sempre utili, basta che non siano pretestuose.
Le scuole che vorranno, in base alle ultime indicazioni, potranno quindi anche pensare ad attivare una soluzione di questo tipo, permettendo a parte dei ragazzi di seguire da casa le lezioni che si svolgeranno in aula.
La didattica mista porterebbe però grandi problemi per i docenti, dal momento che dovrebbero riuscire a gestire la classe divisa, ma soprattutto comporterebbe un lavoro maggiorato per gli insegnanti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rientro a scuola a settembre, come sarà? Il documento del comitato scientifico
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