“Ogni onda del mare ha una luce differente, proprio come la bellezza di chi amiamo”.
È un celebre aforisma di Virginia Woolf, la quale nel 1931 pubblicò appunto Le onde, il romanzo più sperimentale della scrittrice britannica, essendo strutturato sotto forma di soliloqui dei sei protagonisti della storia. Ma oggi alla vigilia di Ferragosto, le onde marine piene di schiuma che si infrangono rumorose sulla battigia, fanno tornare in mente un altro libro letto più di vent’anni fa.
Sorelle d’estate (Superbur Rizzoli 2001, titolo originale Summer Sisters, traduzione di Tilde Riva, pag. 324, 7,75 euro, disponibile su Ibs) fu pubblicato nel 1998 da Judy Blume e edito per la prima volta in Italia da Rizzoli nel giugno del 1999.
Scrittrice statunitense per bambini e adolescenti, Judy Blume è citata dal “New Yorker” come una delle autrici più importanti di romanzi nel genere “young adult”, che ha definito i suoi libri dei “talismani che hanno accompagnato moltissime ragazze verso l’età adulta”.
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I libri di Judy Blume hanno venduto nel mondo 65 milioni di copie, sono valsi alla scrittrice numerosi premi letterari e sono stati tradotti in 20 lingue. L’autrice, ultraottantenne, vive a New York e trascorre le estati a Martha’s Vineyard. Ed è proprio in questa suggestiva isola degli Stati Uniti d’America, nel Massachusetts, vicino alla costa meridionale di Capo Cod, che Judy Blume ha ambientato il romanzo, dedicato a “A Mary Weaver la mia sorella d’estate”. L’autrice con realismo ed empatia descrive perfettamente quel difficile passaggio dall’adolescenza all’età adulta, dove tutto è o bianco o nero, e i sentimenti sono contrastanti, perché si passa dall’amore all’odio con molta facilità.
Si pensa al Martha’s Vineyard, set cinematografico naturale e rifugio di artisti e presidenti e il pensiero corre al clan dei Kennedy, che in questa isola a sud di Boston ricca di fascino per le sue casette colorate e i suoi villaggi fiabeschi, amavano veleggiare da Hyannisport e poi soggiornare. Allora, nei primi anni Sessanta del secolo scorso l’isola era molto diversa da oggi, semisconosciuta. Sfogliando le pagine del romanzo, ripensando alla favola amara dei Kennedy, possiamo immaginare che Jack e i suoi fratelli amassero tanto questo luogo, perché osservando l’Oceano Atlantico e più in là l’orizzonte vagheggiavano di rivedere l’Irlanda, la terra d’origine, dove tutto era cominciato.
Un’onda più rumorosa e schiumosa delle altre si infrange sulla riva, bagnando le pagine ingiallite del libro, proprio quando l’autrice rievoca il primo incontro tra Vix Leonard e Caitlin Somers, che si sono conosciute sui banchi di scuola. Diversissime tra loro, Vix, bruna di capelli, timida e silenziosa, Caitlin, capelli chiari e ondulati, pelle di seta e occhi di un azzurro intenso, profondo, personalità esuberante e sempre al centro dell’attenzione. Quando arriva l’estate del 1977, siamo a giugno, Vix, in disparte osserva da lontano Caitlin, mentre le altre si contendono il privilegio di esserle amiche, di dividere il banco con lei. All’improvviso Caitlin si avvicina a Vix e le dice: “Vuoi venire da me, quest’estate?”.
Mentre sullo sfondo gli Abba suonano “Dancing Queen”, una grande amicizia è appena sbocciata.
Ripensando al passato, Vix era convinta che, in quell’assolato pomeriggio di giugno, era stata una fatina buona ad aver agitato sulla sua testa una bacchetta magica cambiando la sua vita per sempre.
“Sono di nuovo Vixen e Cassandra, sorelle d’estate, per sempre”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rileggere “Sorelle d’estate” di Judy Blume osservando le onde del mare
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