Per la rubrica "Ti presento i miei... libri", abbiamo il piacere di intervistare la scrittrice Lisa Emme, a breve in libreria con il romanzo erotico "Carne e Ossa" pubblicato da Milena Edizioni.
Protagonista del suo romanzo è Maria, una donna di trent’anni. Vittima e carnefice allo stesso tempo di un fascino erotico di cui lei stessa è piacevolmente succube, è talmente sicura di sé al punto tale da accettare una sfida: sedurre un personaggio famoso, dello spettacolo, uno di quelli paparazzati senza tregua, uno dei cosiddetti “irraggiungibili” per farlo totalmente suo, senza lasciargli alcuna possibilità di scampo...
- Se dovessi presentarti con una frase di un tuo libro, quale sceglieresti?
“Se è vero che l’indifferenza è il più potente tra gli afrodisiaci, allora io ne ero completamente assuefatta. La sua noncuranza era la scintilla che appiccava il fuoco del mio desiderio”.
Ritengo che questa frase, questo pensiero, per quanto semplice possa sembrare, mi sia rimasto impresso in particolar modo. È un concetto fondamentale il quale, da solo, sintetizza efficacemente quella che è la morale dell’intera vicenda del libro. Del resto, la fama, lo status di VIP di cui gode il protagonista maschile, non è altro che lo scrigno dorato che custodisce quella che è la vera causa per la quale la protagonista sviluppa un estremo bisogno di rivalsa: l’indifferenza. Indifferenza intensa quindi come un afrodisiaco tanto potente quanto distruttivo, ma anche come movente di un tentativo di rivincita verso tutto quel che apparentemente luccica ed è inarrivabile, se non addirittura (per i più) “divino”. Ma, per quanto possa sentirsi follemente affascinata dal suo Vip, non si lascia accecare dagli sberluccichii per i quali la maggior parte delle persone sogliono andare in visibilio. Ripugna questo luogo comune, decide di non schierarsi dalla parte di chi pone un limite invalicabile tra sé e un altro uomo seppure noto. Scende in campo caricandosi di ogni possibile rischio inerente per compiere quel che, forse, nessun’ altra donna oserebbe compiere. Decide di credere in se stessa, non ponendosi alcun limite di fatto che possa impedirle di azzardare un lecito tentativo di far capitolare ai suoi piedi il divo da cui è irrimediabilmente attratta, con la ferma intenzione di far sì che lo stesso soccomba al piacere. La giovane donna tiene sempre a mente di avere a che fare con un uomo in carne e ossa, e questo suo pensiero costante la condurrà a voler dimostrare (in particolar modo a se stessa) che non esistono uomini nutriti di ambrosia o dotati di super poteri, ma soltanto uomini.
- Ci racconti il limite e la differenza tra erotismo e pornografia?
Ho sempre sostenuto che l’erotismo sia un’arte e che, in quanto tale, vada contemplata e rispettata. Dal mio punto di vista, l’erotismo è, inoltre, una specie di vaso di Pandora che racchiude dentro di sé lo spirito della passione intesa come desiderio, seduzione, trasporto, amore, patos. Nel momento in cui essa viene liberata, l’essere umano ne trae totale appagamento nel corpo e nello spirito. A tal proposito Wilde sostiene:
“l’unico modo di liberarsi di una tentazione è cedervi. Resistete, e la vostra anima si ammalerà di nostalgia per le cose che si è vietata, di desiderio per ciò che le sue mostruose leggi hanno reso mostruoso e fuori legge”.
La pornografia, al contrario dell’erotismo, è un contenitore vuoto come altrettanto vuoto, a mio avviso, deve essere l’animo di chi la pratica. E’ un’attività fine a se stessa: non possiede un perché se non quello di vedere congiunti due corpi estranei scevri delle loro anime. Il rischio che ne consegue nel praticarla è l’esatto contrario di quello in cui si potrebbe incorrere attraverso l’erotismo. L’animo di un individuo potrebbe ammalarsi per “non essersi privato” di un atto vuoto e insano, spoglio del benché minimo trasporto, e di cui, magari, avrebbe fatto volentieri a meno. La pornografia altri non è che il suicidio dell’anima, una specie di ammazzatoio, di squallida bettola in cui ubriacarsi per dimenticare i propri dissapori esistenziali, col potere di creare una dipendenza come quella dell’ubriacone alla bottiglia. Non posso che sostenere, al contrario di chi pensa e dice che esista un filo sottile tra l’erotismo e la pornografia, che il divario tra gli stessi sia infinito.
- Hai mai pensato di scrivere sotto, rectius: dietro, pseudonimo? Perché?
Ahimè sì! Nonostante io sia sempre stata un’anticonformista, mi sono sentita in dovere di adottare uno pseudonimo per pubblicare le mie opere. In realtà, pur non attribuendo granché peso ai canoni, mi rendo conto che per molti di coloro che amano scrivere dell’erotismo, assume un valore rilevante l’importanza di preservare la privacy di chi gli sta intorno salvando l’intimità di coloro che amano. Inutile affermare il contrario! Il mondo è ancora troppo pieno di gente bigotta e ipocrita pronta a tatuarti addosso l’emblema del peccato. E io sarei abbastanza strafottente da farmelo marchiare a fuoco sulla pelle. Ma finché avrò un po’ di sano buonsenso, non potrò fare altro che essere altruista verso coloro che fanno parte della mia vita e a cui voglio bene.
- Qual è il libro più bello che hai letto e qual è la tua scrittrice o scrittore preferito/a?
Mi è impossibile rispondere in modo esaustivo a questa domanda. Non ho un libro, né tantomeno, uno scrittore preferito. Posso solo dire di aver fatto dei bellissimi viaggi per mezzo di diverse opere tutte ugualmente belle e meritevoli di profonda ammirazione. Tutt’al più potrei indicare uno dei testi a cui mi sento maggiormente affezionata, vale a dire “Histoire d’O” di Pauline Réage che, in un certo senso, rappresenta il libro capostipite della letteratura erotica (per rimanere in tale ambito) . Ma non è solo il genere erotico che mi affascina. Ribadisco di essere un’amante del realismo sporco.
- In quale periodo della notte o del giorno scrivi?
Nella maniera più assoluta, l’unico momento in cui riesco a mettere a fuoco i miei pensieri è durante la notte. Non c’è un periodo del giorno in cui riesca a trarre l’ispirazione giusta e necessaria per mettere nero su bianco ciò di cui sento l’assoluta necessità di esprimere.
- Da cosa trai ispirazione massima? Cosa mina invece il tuo flusso creativo?
Quello che realmente m’ispira è la vita. Mi piace scrivere di fatti e personaggi realmente esistiti e confesso di avere una pecca a riguardo! Sono molto attratta dal “realismo sporco”, quello bukowskiano, per intenderci. Quindi, è molto facile che attraverso le mie opere possiate conoscere personaggi per così dire “sfigati”, (per usare una locuzione attuale) o sopra le righe, disertori degli stereotipi comuni e quindi, se vogliamo, esseri difettosi o eroi (scegliete voi quale appellativo riteniate sia più consono). Per quel che mi riguarda, i miei soggetti sono e saranno sempre degli eroi contemporanei.
- Ti senti più artista o più intellettuale?
In verità nessuna delle due figure. Mi ritengo semplicemente una persona curiosa, che ama studiare la vita, partendo dall’osservazione delle piccole cose, di personaggi a cui è bastata una o più esperienze negative per definirsi “perdenti”. Ma siamo proprio sicuri che la negatività stia nell’avere una delusione alle proprie aspettative? Se basta questa mia aspirazione per potermi definire un’artista o un’intellettuale, allora sì, lo sono!
“Dio santo! Passiamo la vita a fasciarci la testa con mille moralismi e finiamo lo stesso per impelagarci nelle situazioni peggiori. Se solo avessimo le palle di fare qualcosa di audace, di folle, di sbagliato e d’insensato nel pieno possesso delle nostre facoltà mentali! Come posso dire di aver vissuto se la mia vita sarà priva di passi falsi! Come posso desiderare di avere solo successi e nient’altro! Non avrei uno stupidissimo scopo con cui ammazzare il tempo. E se scegliessi di far parte della schiera dei bigotti e degli ipocriti? No, mai! Mi sentirei morta ancor prima di morire. Se solo io potessi sentire, per una benedetta volta, la tua voce! Cosa? Non so... Un giorno di vita in più forse o forse niente. Ma che gusto potrei provarci nel morire, dopo essere già morta dalla curiosità?”
(tratto da “Carne e Ossa”, Milena Edizioni)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Romanzi erotici, nuove proposte 2015: intervista a Lisa Emme
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