Gaio Sallustio Crispo è stato lo storico latino che ha rivoluzionato il genere della monografia. Con lui assistiamo alla nascita di una nuova narrazione storica che si attiene al principio della brevitas, in contrasto con il periodare lungo e prosaico dell’annalistica. Tra le sue opere troviamo La congiura di Catilina (in originale De Coniuratione Catilinae, Ndr), considerato uno dei capolavori della storiografia romana.
Sallustio è anche uno degli autori più interessanti da analizzare per ragioni stilistiche: alla proverbiale brevitas, lo stile rapido e sintetico, l’autore abbina la gravitas del giudizio morale che si riscontra anche nell’uso frequente di arcaismi e grecismi. La scrittura sallustiana è caratterizzata dalla variatio, una prosa asimettrica ben lontana dal pomposo e complesso periodare ciceroniano: ai periodi lunghi e sontuosi di Cicerone, Sallustio preferisce le frasi spezzate, ricche di allitterazioni, superlativi e termini desueti.
Inoltre Sallustio è interessante da analizzare dal punto di vista biografico: era quel che si dice un homo novus, nato da un’ignota famiglia plebea, seppe farsi da sé e si avviò alla carriera politica dove salì i vari gradini del cursus honorum sino alla carica di questore e, infine, di tribuno della plebe. Iniziò la propria attività di storiografo dopo la fine della sua carriera politica, tra il 44 e il 42 a.C., quando si ritirò a vita privata nell’otium tradizionale romano. In questo periodo scrisse le sue opere più celebri: il De Coniuratione Catilinae, il De Bellum Iugurthinum e l’incompleta opera delle Historie.
Sallustio: la vita
Caio Crispo Sallustio nacque attorno all’86 a.C. nella campagna di Amiterno, all’epoca ancora città dei Sabini, da una famiglia plebea. Fu il padre a impiegare le sue modeste fortune per istruirlo, mandandolo a Roma, dove poté essere educato nelle nobili arti. La Roma conosciuta da Sallustio era ancora calda del sangue versato durante le guerre civili causate dalla rivalità tra Mario e Silla. Una Roma guastata, corrotta, quanto mai lontana dagli ideali morali ed elevati del mos maiorum.
In questa cornice nefanda Sallustio spese la sua gioventù, abbandonandosi alle dissolutezze, come ogni giovane libero dal giogo pressante dell’autorità paterna. Era un giovane scapestrato, che amava far baldoria e soprattutto le belle donne. Tra le sue più ardite conquiste vi fu Fausta, la nobildonna romana figlia di Silla e moglie di Milone; un giorno la liason tra i due fu sorpresa dallo stesso Milone che fece battere Sallustio dai servi e lo rimandò a casa malconcio, costringendolo a fare ammenda per i suoi vizi. Quello fu il principio dell’eterna inimicizia tra lui e Milone.
Con il trascorrere degli anni, Sallustio rimise - come si suol dire - la “testa a posto” e si applicò nelle attività che gli erano più congeniali: studiò le lettere sotto la guida di Ateio Pretestato, illustre filologo, che all’epoca insegnava l’arte dell’eloquenza alla gioventù romana. Da Pretestato, Sallustio imparò a studiare le parole dei saggi e la storia di Roma che ancora molto diceva su quello sciagurato presente. Da ciò il giovane Sallustio apprese che le città e gli Stati prosperano finché fioriscono in loro buoni consigli, e quando prosperano il timore e la voluttà gli imperi vengono meno. Sallustio apprese che l’avarizia è il peggiore dei mali e così osservò impotente al trionfo del lusso e all’accrescere della miseria del popolo che portarono alla Congiura di Catilina. Lui non vi prese parte, ma non esitò a osservarla, sviscerandone ragioni e contraddizioni.
Se in quell’occasione politica Sallustio rimase in disparte, in un’altra, invece, salì alla ribalta. Nel 52 a.C. venne eletto tribuno della plebe - guadagnando il grado più alto del cursus honorum, infatti non divenne mai console - proprio in quell’anno fu ucciso il tribuno Clodio per mano di Milone sulla via di Lanuvio. L’episodio portò il popolo alla rivolta e vide Sallustio in prima linea nella difesa. Il nostro autore si schierò senza indugi contro Milone - con cui il rapporto si era già incrinato da tempo, come sappiamo, a causa di Fausta. Sallustio era ancora ardente di vendetta contro Milone per l’oltraggio ricevuto da giovane, deciso più che mai a vendicare l’omicidio di Clodio. Nella parapiglia generale, mentre la plebe era in rivolta e gettava la città in subbuglio, Sallustio tenne arringhe appassionate in memoria di Clodio schierandosi nientemeno che contro Cicerone, che invece prese le difese di Milone. I due si scambiarono ogni genere di ingiurie, inoltre Sallustio incitò la plebe alla rivolta impedendo così a Cicerone di portare a termine la propria orazione. Al termine della diatriba, Milone fu condannato all’esilio. Sallustio in quel momento fu benedetto dalla fortuna, scampando per un poco alle pene cui l’avrebbero condotto le sfrenatezze compiute durante il suo tribunato. Anche lui era, in fondo, in attesa della sua sentenza, che non tardò ad arrivare. Due anni dopo, per ordine di Appio Claudio Pulcrio, fu espulso dal Senato per “mala condotta”. Si ritirò quindi a vita privata e, a partire da questo momento, si dedicò alla propria attività di storiografo iniziando proprio a riscrivere la storia della congiura di Catilina. Sarebbe stato riammesso al Senato un anno più tardi, al servizio di Cesare, in occasione della guerra civile di Cesare contro Pompeo. Cesare scelse Sallustio come governatore della nuova provincia dell’Africa Nova ma, proprio le ricchezze accumulate grazie al potere proconsolare, posero il nostro autore sotto la lente di un nuovo scandalo. Fu accusato di concussione e si salvò soltanto grazie all’appoggio di Cesare. A quel punto il suo ritiro dalla vita politica fu definitivo. Trascorse i propri ultimi anni dedicandosi completamente alle sue opere storiografiche, in un otium - se così si può dire - prettamente letterario. Dal momento che, come annuncia nei primi capitolo del De Coniuratione Catilinae, la corruzione crescente della vita politica romana gli ha impedito di guadagnarsi la gloria tramite la vita activa, si sarebbe dedicato con pari energia alle attività dell’intelletto.
Lasciò incompiuta la sua ultima fatica, le Historiae, il cui titolo riprendeva il suo modello per eccellenza: lo storico romano Tacito.
Sallustio: le opere
- De Coniuratione Catilinae: con La congiura di Catilina, Sallustio inaugura il genere della monografia storica: viene narrato un solo evento, con al centro un solo personaggio principale. In questo caso si tratta del nobile romano Lucio Sergio Catilina che, attorno al 63-62 a.C, tentò di sovvertire il governo repubblicano di Roma. Con l’aiuto del complice Manlio, Catilina tentò di assassinare Cicerone. La congiura fu sventata e Catilina venne posto sotto accusa dal Senato. Sallustio nell’opera non manca di indagare le crisi che hanno condotto alla corruzione della politica romana, tra cui il risentimento della plebe. Pone sotto la lente di storico la corruzione dei costumi tradizionali del mos maiorum, i vizi dell’avidità e il lusso sfrenato che imperavano all’epoca. Sallustio mette anche in risalto il fascino perverso di Catilina, cui si contrappone la figura salvifica di Catone, vero difensore del mos maiorum.
La congiura di Catilina. Testo latino a fronte
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- De Bellum Iugurthinum: la seconda monografia sallustiana prende in esame La guerra contro Giugurta, ovvero la guerra combattuta dai romani contro il re di Numidia dal 111 a.C. al 105 a.C. Come di consueto Sallustio inizia manifestando l’intento programmatico dell’opera, poi prende in esame le cause e gli avvenimenti antecedenti alla guerra. Torna anche uno dei temi cari allo storico, ovvero la crisi della Repubblica romana, di cui Sallustio rintraccia l’origine nell’Età dei Gracchi e nella corruzione di costumi che ne deriva. Se l’eroe del De Coniuratione era Catone, nel Bellum Iugurthinum la parte di protagonista spetta al luogotenente Gaio Mario, fulgido esempio di homo novus.
La guerra contro Giugurta. Testo latino a fronte
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- Le Historiae: l’unica opera annalistica di Sallustio, scritta sull’esempio del modello di Tacito. Rimasta però incompiuta. Il principio è il 78 a.C., l’anno della morte di Silla. Il progetto originario era di cinque libri, di cui ci sono pervenuti alcuni frammenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sallustio: vita, opere e stile dello storico latino
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