

Sarah, Susanne e lo scrittore
- Autore: Éric Reinhardt
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2025
Con il suo nuovo romanzo Sarah, Susanne e lo scrittore (Fazi, 2025, trad. di Anna D’Elia), Éric Reinhardt costruisce con il dualismo tra le protagoniste, Susanne e Sarah, un romanzo in cui le esistenze s’intrecciano quasi a fondere realtà e puro narrato. C’è commistione tra realtà e finzione, con queste due donne a tratti simili e a tratti diverse, a cui si aggiunge l’abile penna dello scrittore. A volte vien da chiedersi: chi sta parlando o di chi sta parlando? Qui sta proprio l’abilità di Éric Reinhardt, nel fondere e nel mescere due figure, una reale e una fittizia, che nelle vicende s’intersecano, si sovrappongono ma di cui l’autore narra così abilmente da creare di due persone differenti una sola storia.
Sarah è una donna di quarantaquattro anni, reduce da un cancro che le aveva tolto un periodo di serenità e le aveva dato incertezze riguardo alla propria femminilità di donna ancora nel fiore degli anni. Lei è sposata da vent’anni e ha due figli ormai grandi, ma il matrimonio non è più quello di un tempo. In seguito ai tanti cambiamenti nella propria vita Sarah contatta lo scrittore e gli chiede di mettere nero su bianco la propria storia. Questi accetta ma cambia i connotati della protagonista: nel romanzo si parla di Susanne Sonneur, anche lei quarantaquattrenne reduce da una seria malattia, anche lei madre di due figli cui vengono dati i nomi fittizi di Paloma e Luigi e una professione non comune, quella della genealogista, a differenza di Sarah, architetto affermato fino al tempo del problema oncologico. Il dopo cancro è per ambedue una brusca virata, un netto cambiamento che le porta a lasciare il lavoro e a ritrovare altrove una propria dimensione.
Sarah, attraverso il narrato di Reinhardt, diventa Susanne e questa si fa così la narratrice, colei che esteriorizza la disillusione della sua vita di donna e di madre. Non prova più gli stessi sentimenti verso la sua famiglia, si rende conto che suo marito ha una migliore posizione economica e sociale, possiede i due terzi dell’immobile in comune ma, soprattutto, ha bisogno di altre esperienze, di una vita che lei non riesce a dargli. Quando, casualmente, un giorno Susanne usa il pc del marito per scrivere una mail, nel Mac Book Air scopre una pagina web ancora spalancata dal chiaro contenuto pornografico; Susanne capisce che l’avvocato tributarista che lei aveva sposato si è ormai da tempo allontanato da lei e comprende il senso di quelle serate che lui da tempo trascorreva solo, a fumare canne e bere whisky.
Sia Sarah che Susanne lasciano la casa coniugale, ma se Sarah lo fa solo per prendersi una pausa, Susanne fa lo stesso ma per lei questo contribuisce ad accentuare un peggioramento psicologico sempre più inevitabile. Ad aumentare le difficoltà di una nuova vita in autonomia c’è anche la mancanza di dialogo con i figli, in particolare con Paloma, che disprezza la nuova abitazione della madre preferendo a essa l’agiata dimora di famiglia.
E certo, come no. Se ti chiami Sonneur, puoi abitare ovunque [...] anche in uno schifoso palazzone popolare. Francamente preferisco il mio di cognome. Del resto avremmo dovuto immaginarlo che prima o poi… era strano che non volessi portare il cognome di papà. Perché continui a farti chiamare Sonneur e non De Manerville?
Tutta la dedizione di Sarah e ora, nel romanzo, di Susanne al matrimonio e alla famiglia sembra essere andata in fumo. L’unico a riserbarle ancora un po’ di affetto è il secondogenito Luigi, che ogni tanto accetta di incontrarla. Susanne è una buona madre che non mette mai in cattiva luce il marito davanti ai figli, che non fa mai cenno delle vere cause dell’allontanamento dal tetto coniugale e, forse proprio per questo non poter condividere i sentimenti, l’incamerare dolori e mancanze nonostante l’amicizia con le due coinquiline, sprofonda nella depressione, che sfocerà in un ricovero per disturbi psichiatrici.
Da qui in poi le vicende mutano ancora. Il divorzio è inevitabile e ha conseguenze assai dolorose. Non c’è nulla cui aggrapparsi se non i ricordi del passato, in particolare il breve periodo trascorso a Venezia. La ricerca di chi forse sarebbe stata la scelta giusta della propria vita si fa incalzante e porterà, non senza difficoltà, le due donne a un finale differente ma per ambedue a un futuro meno triste.
Sarah, Susanne e lo scrittore è un libro assai umano e profondamente dalla parte delle donne, in particolare delle due coprotagoniste che decidono di ribaltare situazioni ormai infelici e di prendere in mano il proprio destino, anche se ciò significa perdere tutto e dover ricominciare senza certezze.
Éric Reinhardt si rivela uno scrittore capace di ascoltare l’universo femminile e di esso narrare con sensibilità e intuito; nel romanzo, così come nella vita, non tutto ciò che si dà per scontato avviene come lo si aveva previsto, ma Reinhardt sa mettere in luce di quanto sia possibile, nei momenti più impensati, che si aprano nuovi orizzonti e nuove occasioni.

Sarah, Susanne e lo scrittore
Amazon.it: 9,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sarah, Susanne e lo scrittore
Lascia il tuo commento