La sala Nettuno al Centro congressi La Nuvola per Più Libri Più Liberi è affollatissima, restano solo posti in piedi per l’evento Scrittrici difficili: le protagoniste laziali del romanzo del cambiamento nel primo Novecento organizzato da Valeria Cecilia e Valentina Murmura di Chiticredidiessere con la partecipazione di Giulia Ciarapica, Paolo Guazzo e Laura Marzi.
La definizione di “scrittrici difficili” è perfetta non perché siano scrittrici difficili da leggere, ma per il periodo storico in cui hanno vissuto, per lo stile narrativo crudo e graffiante scelto per far sentire un punto di vista diverso rispetto a quello maschile; scrittrici che per la loro estenuante necessità di esprimersi, di dare voce a percorsi intimi relegati al silenzio, hanno subito la censura fascista, una critica non proprio entusiastica e l’amaro destino di finire nel dimenticatoio.
Giulia Ciarapica, scrittrice, critica letteraria e seguitissima book influencer, ha affascinato la platea con la sua dirompente passione letteraria presentando la scrittrice Paola Masino, giovanissima compagna dello scrittore Massimo Bontempelli, riportata alla stampa da Rina Editore.
Paolo Guazzo, editore di Cliquot Edizioni, ha raccontato delle lunghe vicissitudini che hanno dovuto superare per riuscire a pubblicare le opere di Brianna Carafa. Nella loro collana Biblioteca sono presenti anche le opere di Alba de Cespedes e Laudomia Bonanni.
Laura Marzi, dell’associazione Le Altre: Scrittrici fuori programma, ha illustrato il bellissimo progetto che ha coinvolto le studentesse de La Sapienza con la realizzazioni di cinque videoantologie su cinque scrittrici dimenticate: Paola Masino, Alice Ceresa, Alba de Cespedes, Fabrizia Ramondino e Clara Sereni.
Le scrittrici presentate all’evento sono vissute in epoche diverse, ma sono unite dalla necessità di rompere uno schema, di trovare spazio in una cerchia letteraria chiusa e priva di opportunità per il mondo femminile, visto solo come grembo materno e regina del focolare domestico. Scrittrici, prima di tutto donne, che hanno avuto l’ardire di alzare la testa e di esprimere coraggio, anche se poi abbandonate all’oblio.
Se passi da gigante sono stati fatti nell’affermare i diritti delle donne, lo dobbiamo anche a queste scrittrici che hanno urlato la propria esistenza contro un mondo borghese e patriarcale e hanno fermato sulla carta i propri tormenti trasformandoli da singoli e interiori a universali e collettivi.
Ben vengano eventi di tale spessore per ridare voce a donne da troppo tempo silenziate.
“Se anche una sola delle studentesse partecipanti al progetto, in un futuro, dovesse diventare insegnante, sono fiduciosa che si ricorderà di queste scrittrici e ne parlerà ai propri studenti”
così chiude Laura Marzi e, aggiungo, ben vengano case editrici e associazioni che ripescano nel passato, perché è da dove veniamo e dagli errori commessi che si può sperare di creare una società nuova e più inclusiva.
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