Nel 1966 il premio Nobel per la Letteratura viene assegnato ex aequo a due scrittori per la loro sensibilità di fronte alla storia e al destino del popolo ebraico. Il primo è Shmuel Yosef Agnon, giornalista, autore di romanzi e racconti. La seconda è la poetessa Nelly Sachs.
In occasione dell’anniversario della morte di Nelly Sachs, avvenuta il 12 maggio 1970, vi proponiamo la lirica Se soltanto sapessi.
La poesia è tratta dalla raccolta Nelle dimore della morte pubblicata nel 1947, contenente testi precedentemente accorpati sotto la dicitura Il tuo corpo in fumo attraverso l’aria. Purtroppo non è necessario commentare.
Le dimore dei morti sono i campi di concentramento nei quali si consumò l’Olocausto. Se non erro nella tradizione ebraica il cimitero è chiamato "la casa della vita o dei viventi", ma per Nelly Sachs gli edifici creati per annientare aprono la via della libertà, perché solo la morte è capace di affrancare l’uomo dal vincolo della sofferenza.
Lo spunto è la morte di una persona cara in un campo di sterminio.
L’attenzione poetica si appunta, penetrante e delicata, sull’ipotetico oggetto del suo sguardo in punto di morte. L’auspicio irrealizzabile è entrare in comunicazione con la persona amata nell’attimo supremo del distacco dalla vita, in una virtuale sovrapposizione di sguardi. Un gesto d’amore estremo, ma non disperato, che tocca le corde di chi in generale ha perso tragicamente una persona cara.
Scopriamo testo, analisi e commento della poesia di Nelly Sachs.
Se soltanto sapessi di Nelly Sachs: testo
Se soltanto sapessi cosa hai
guardato sul punto di morire:
un sasso, che aveva già bevuto
molti sguardi estremi, un cieco sasso
meta di altri sguardi ciechi?Oppure terra,
sufficiente a riempire una scarpa
e già annerita
da tanto addio
e tanta volontà omicida?O era forse il tuo ultimo cammino
che ti portava il saluto di tutti i cammini
da te percorsi?Una pozza d’acqua, un pezzo di metallo luccicante,
forse la fibbia addosso al tuo nemico,
o un altro presagio impercettibile
del cielo?O forse questa terra
che non congeda nessuno senza amore
ti ha parlato col volo di un uccello
ricordando alla tua anima di quando palpitava
nel corpo riarso dai tormenti?(traduzione di Ida Porena)
Se soltanto sapessi di Nelly Sachs: analisi e commento
La lirica Se soltanto sapessi è articolata in 5 strofe di differente lunghezza che sviluppano il tema del momento supremo della morte, osservato da due punti di vista sovrapposti: quello dell’uomo in procinto di morire e quello della poetessa che si immedesima in lui. Analizziamo il testo strofa per strofa.
- I strofa significato
Forse nell’attimo fatale della morte hai guardato un sasso, che aveva già ricevuto gli ultimi sguardi di altri deportati.
A dominare questi versi è la personificazione del sasso associato al verbo “bere”. E come mai l’aggettivo "cieco" è riferito sia al sasso sia ai prigionieri? Perché entrambi sono inanimati. Il primo per natura, appartenendo al regno minerale. I secondi lo sono diventati perché è stata loro strappata l’umanità.
- II strofa significato
Oppure il tuo sguardo si è posato sul terreno annerito dai carnefici e dai deportati.
In questi versi si staglia un pugno di terra, quel tanto che basta a riempire una scarpa, scurita dal sangue dei morti per la volontà omicida degli aguzzini.
- III strofa significato
Oppure il tuo pensiero era rivolto al senso della vita trascorsa.
La strofa dimostra la duplicità del verbo “guardare”. Qui allude metaforicamente allo sguardo della memoria che rimanda il condannato alla sua vita precedente.
- IV strofa significato
Oppure hai guardato una pozzanghera, la fibbia indossata da un soldato tedesco o un piccolissimo presagio del cielo.
Alla ricerca di una risposta, la poetessa pensa ad una pozzanghera, una fibbia su una divisa militare o un segno divino. In questi versi “guardare” indica un occhio che si posa intenzionalmente su oggetti alla sua portata. Che, non a caso, si trovano in basso: sasso, terra, dettaglio di un’ uniforme di cui non viene mostrata la parte superiore. Forse il presagio è stato immaginato, desiderato, cercato, invocato.
- V strofa significato
Oppure hai visto il volo di un uccello che ti ricorda gioie e dolori della vita.
Il volo simboleggia la libertà della vita che l’uomo amato sta per lasciare e la libertà della morte in procinto di accoglierlo.
La proposizione dubitativa in anafora introdotta da “o forse” ai vv. 11 e 18 mette a fuoco il nucleo tematico, suggerendo che probabilmente le ultime immagini dell’uomo sono ricordi lieti e tristi dell’esistenza. Il motivo della memoria collega questa strofa alla terza e chiude il componimento con i colori autunnali della nostalgia. Non c’è spazio per l’odio.
Chi è Leonie (Nelly) Sachs, la poetessa dell’Olocausto?
Leonie (Nelly) Sachs (Berlino 10 dicembre 1891 - Stoccolma 12 maggio 1970) è figlia unica di un facoltoso commerciante ebreo. Cresce in un ambiente protetto, colto con insegnanti privati, ma poco sappiamo dei suoi anni giovanili berlinesi fatta eccezione la sua ammirazione per Selma Lagerlöf. A lei dedicò un volume di poesie pubblicato nel 1921 che fu apprezzato anche da Stefan Zweig. Dopo le leggi di Norimberga, destinata a un "campo di lavoro", nel 1940 Nelly Sachs insieme alla madre riesce a riparare in extremis in Svezia, grazie all’aiuto di terzi tra cui la Lagerlöf che ricorda commossa nel discorso in occasione del Nobel. Fu un esilio necessario, ma traumatico. Il padre era morto nel 1930; da sola con la madre la cui mente inizia ad offuscarsi, senza mezzi, impara lo svedese per svolgere l’attività di traduttrice. Condusse una vita riservata tra ripetuti ricoveri psichiatrici e il conforto della poesia. Infatti la poetessa dell’Olocausto, anche se non lo sperimentò in prima persona, ne portò le cicatrici per tutta la vita.
Ho letto questa poesia per caso. Spero che questo modesto contributo inviti chi ancora non la conosce a scoprirla, specialmente i ragazzi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Se soltanto sapessi” di Nelly Sachs: analisi della lirica della poetessa dell’Olocausto
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