Semplice storia di Giovanni Verga fu pubblicata per la prima volta nel quotidiano meneghino “L’Italia” del 17-18 dicembre 1882. Al centro troviamo un idillio mancato tra due giovani onesti, immigrati a Milano all’indomani dell’unificazione. Verga tratteggia una storia di progetti e di valori autentici destinati a entrare in rotta di collisione con la legge del più forte. Scopriamone insieme riassunto e analisi.
Semplice storia: riassunto
Il soldato calabrese Balestra di stanza a Milano e la bambinaia Femia originaria del Bergamasco iniziano a frequentarsi. Si incontrano vicino a piazza Castello dove la ragazza bada ai pargoletti di una signora. Malgrado la barriera linguistica (ognuno si esprime nel proprio dialetto), riescono a scambiarsi alcune confidenze. Soli nella grande città, hanno il cuore gonfio di nostalgia per il loro paese natìo, dove una persona cara, forse, li sta aspettando.
In breve la frequentazione si trasforma in un legame affettivo asimmetrico per divergenza di bisogni, aspirazioni, desideri e disparità dei rapporti di forza. Con un corteggiamento sempre più sfacciato, Balestra ne fa la sua amante e Femia, “che non aveva trovato mai un cane che la volesse”, passiva e grata non si nega, accettando di essere sedotta.
Il soldato, però, le procura solo guai. Infatti, poiché è moralmente disdicevole amoreggiare in pubblico con un uomo, la bambinaia viene licenziata e sfrattata. La sua caduta è agli inizi. Guarita miracolosamente dal vaiolo, rimane sfigurata, senza lavoro e un fondo d’emergenza. Nel frattempo, durante il lungo ricovero in ospedale di cui è all’oscuro, Balestra si consola facilmente con un’altra, felice al pensiero dell’imminente ritorno al suo paese. Il soldato, che sembrava un onesto sempliciotto, ha imparato bene a coltivare la logica dell’egoismo, dell’utile e del piacere.
L’epilogo si svolge alla stazione, dove Femia accompagna l’uomo che ama per l’ultimo saluto. È al corrente del suo tradimento. Ne conosce la meschinità quando lo vede distogliere lo sguardo dal suo viso sfigurato che lo mette in imbarazzo. Riconosce l’indifferenza nei suoi occhi. Eppure non protesta, non chiede, non parla. Al momento del commiato, Femia gli consegna con la frettolosità dettata dall’imbarazzo un pacchettino avvolto alla buona. La novella si chiude così. Balestra ignora il contenuto: un anellino da quattro soldi.
Analisi
Il segreto della vicenda è racchiuso nel titolo Semplice storia, che occorre analizzare dal punto di vista morfologico. Generalmente quando precede il sostantivo cui si riferisce, l’aggettivo ha una funzione descrittiva volta a sottolineare la qualità della vicenda. Dunque Verga informa il lettore che i protagonisti sono due anime semplici e sole.
L’impatto con la metropoli è negativo soprattutto per il maschio, che si guasta, a dimostrazione che il pessimismo verghiano è radicale. Tale pessimismo traspare anche nella polemica contro la politica post unitaria incapace di realizzare l’unificazione linguistica del Paese. Invece, Milano rappresenta per la ragazza un salto di qualità professionale. Sarà il destino, l’innamoramento per la persona sbagliata, un’indole passiva a determinare il peggioramento della sua condizione.
Anche questa volta l’autore de I Malavoglia esclude la possibilità di un finale romantico in una società dominata dalla legge del più forte.
Immagine: CC BY-SA 4.0
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Semplice storia: riassunto e analisi della novella di Giovanni Verga
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