

Il gatto era un animale che affascinava veramente Charles Baudelaire: gli dedicò più di una poesia, lo attraeva la sua bellezza ma anche l’aura di mistero che contorna questo felino, sfuggente e sornione. Il gatto è una poesia lirica che trova posto nella sezione Spleen e ideale de I fiori del male, una raccolta pubblicata per la prima volta nel 1857, tanto scandalosa da far guadagnare a Baudelaire e al suo editore una condanna e una pena pecuniaria, al momento della sua uscita. Nel 1861, poi, I fiori del male vennero ripubblicati, in una seconda edizione che accoglieva anche nuovi componimenti.
Il fascino raro del gatto trova qui una consacrazione poetica che ha, però, anche un’altra giustificazione: può amare e comprendere questi animali solo chi si rispecchia in loro, solo chi condivide la loro natura inafferrabile, solo chi riconosce quanto la realtà sia banale e, quindi, sente la necessità di elevarsi a una più profonda dimensione spirituale, chi come loro ricerca l’Assoluto.
Qui, poi, il gatto diviene anche il simbolo della donna amata, l’ammaliante ballerina Jeanne Duval che Baudelaire continuerà ad amare, tormentatamente, per tutta la sua vita.
In occasione della festa del gatto o giornata nazionale del gatto, che si celebra ogni anno il 17 febbraio, scopriamo insieme il testo e il significato della poesia Il gatto di Charles Baudelaire.
Le Chat di Charles Baudelaire: il testo originale francese
Viens, mon beau chat, sur mon cœur amoureux;
Retiens les griffes de ta patte,
Et laisse-moi plonger dans tes beaux yeux,
Mêlés de métal et d’agate.Lorsque mes doigts caressent à loisir
Ta tête et ton dos élastique,
Et que ma main s’enivre du plaisir
De palper ton corps électrique,Je vois ma femme en esprit. Son regard,
Comme le tien, aimable bête,
Profond et froid, coupe et fend comme un dard,Et, des pieds jusques à la tête,
Un air subtil, un dangereux parfum
Nagent autour de son corps brun.
Il gatto di Charles Baudelaire: la traduzione italiana
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore amorevole;
trattieni le unghie della tua zampetta,
e lasciami affondare dentro i tuoi begl’occhi,
misti di metallo e d’agata.Quando le mie dita accarezzano piano
La tua testa e il tuo dorso elastico,
e quando la mia mano si ubriaca di piacere
mentre si posa sul tuo corpo elettrico,la mia donna contemplo nel mio animo. Il suo sguardo,
come il tuo, amabile bestia,
profondo e freddo, taglia e fende come un dardo,e, dai piedi fino alla testa,
un’aria sottile, un pericoloso profumo,
si diffondono attorno al suo corpo brunito.
Il gatto di Charles Baudelaire: analisi e significato della poesia
In questo componimento Baudelaire parte da un elogio del gatto per muovere, via via, verso l’immaginazione e giungere, così alla donna amata con la quale la figura del gatto, a poco a poco, si confonde. Proprio a causa di questa analogia, l’immagine del gatto, cantata anche in altre poesie, diviene qui più minacciosa.
La prima strofa si apre con un imperativo (“Vieni”), un invito al gatto che mostra l’interesse, ma anche il desiderio, del poeta: egli elogia l’animale (“bel gatto”, “begl’occhi”) e dimostra verso di lui un affetto sincero (attestato dai pronomi possessivi). La descrizione degli occhi offre due diverse indicazioni: l’agata, una pietra preziosa, rimanda alla rarità del gatto, mentre il metallo rimanda alla freddezza, forse addirittura anche alla crudeltà del felino.
Il poeta subisce la fascinazione del gatto e vuole fondersi con lui, immergersi nei suoi occhi (“plonger”, entrare in qualcosa), vuole cioè accedere alla sua interiorità, alla sua anima; l’animale diventa l’espediente per dare libero corso all’immaginazione.
La seconda strofa chiarisce che il gatto è per Baudelaire la fonte di un piacere tutto fisico, che passa attraverso i sensi: la vista (“begl’occhi”, “sguardo”), il tatto (“accarezzano”, “mano”), l’olfatto (“aria sottile”, “profumo pericoloso”). La strofa ha una costruzione simmetrica (due gruppi di due versi) che esprime ripetutamente il piacere tattile provato quando si accarezza il gatto. L’animale, dal canto suo, sembra a suo agio in questo gioco sensuale, perché si lascia toccare a più riprese.
Più sorprendente è l’aggettivo che chiude la strofa (“elettrico”) che, forse, allude al dinamismo del gatto, o alla sua imprevedibilità.
Il sottile gioco dei possessivi (“mia”… “tua”) mostra che le parti del corpo del poeta (“dita”, “mano”) si intrecciano con si mescolano con le parti del corpo del gatto (“testa”, “dorso”, “corpo”), evidenziando la fusione tra i due.
Fin dall’inizio, la poesia emana una profonda sensualità: anche se le prime due quartine sono dedicate al gatto, l’animale è profondamente umanizzato perché se ne descrivono parti del corpo che potrebbe essere anche quelle di un essere umano, si descrive un rapporto di natura fisica, fatto di carezze e lo stesso Baudelaire parla esplicitamente del suo cuore amorevole.
Le due terzine finali, invece, sono dedicate alla donna amata (come chiarisce l’inizio del verso 9): tra lei e il gatto c’è, dunque, un chiaro parallelismo. Il gatto, in definitiva, si rivela come una fonte d’ispirazione, una creatura che, con i suoi tratti, evoca la donna amata. Ciò è sottolineato anche dalle parole seguenti (“il suo sguardo, come il tuo”) che rimarcano il paragone.
Lo stesso parallelismo è reso ancora più evidente dagli aggettivi usati per caratterizzare lo sguardo della donna (“profondo e freddo”), il cui campo semantico richiama distintamente i termini usati sopra per descrivere lo sguardo del gatto (“affondare”, “metallo”) e mostra, quindi, la somiglianza tra le due creature.
L’ultima terzina, dopo aver reso ancora più palpabile l’immagine della donna, attraverso sensazioni olfattive (“un profumo pericoloso”), arriva addirittura a confondere la donna e il gatto: nell’ultimo verso il lettore è disorientato perché non riesce a capire se Baudelaire stia parlando dell’una o dell’altro (il “corpo brunito” potrebbe essere anche quello di Jeanne Duval, la musa ispiratrice del poeta, una ballerina mulatta di origini haitiane).
In tutto il testo serpeggia una sottile minaccia che si fa, via via, più patente: all’inizio il poeta aveva invitato il gatto a non usare le unghie, poi, nella prima terzina, la causa sembra esser diventata la donna e la minaccia si fa più concreta e reale: c’è un chiaro legame tra lo sguardo e la freccia (in rima) tagliente. Anche in questo caso si tratta di una sensazione composita che chiama in causa prima la vista e poi diventa più sottile e originale attraverso l’olfatto (“profumo pericoloso”).
Analisi metrica e stilistica della poesia
Dal punto di vista metrico Il gatto è un sonetto (due quartine e due terzine). Baudelaire però non usa qui l’alessandrino: alterna un decasillabo e un ottonario e non segue lo schema tradizionale delle rime. In questo senso, quindi, ci troviamo di fronte a una commistione di classico (il sonetto) e di moderno (versi di lunghezza differente).
Sapiente l’uso delle rime che segue lo schema seguente: AbAb CdCd EfE fgg, e indica in tutto il componimento dei legami semantici.
Lo stile della poesia rende perfettamente il passaggio da un’atmosfera lenta e sensuale a una di crescente preoccupazione: all’inizio il poeta descrive il gatto con suoni morbidi, con parole dove sono presenti molte vocali e molte consonanti nasali, poi, anche il ritmo diventa via via più incalzante, fino alla terzina finale dove troviamo molte cesure e monosillabi, che rendono evidente la concitazione e la sensazione di minaccia.
Per quanto riguarda le figure retoriche notiamo una personificazione (“la mia mano si ubriaca”) che esalta il potere conturbante e sensuale del gatto, e un chiasmo (v. 13) che rende palpabile la minaccia crescente (aria-profumo, sottile-pericoloso).
Il simbolismo domina tutto il componimento che, anzi, ne è una felice illustrazione: se nelle prime strofe possiamo solo intuire la natura anche umana del gatto, la terza strofa si apre proprio con un chiaro riferimento alla donna di cui il gatto è simbolo; la corrispondenza è talmente rafforzata nel corso del poema che alla fine i due diventano indistinguibili.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il gatto” di Charles Baudelaire: analisi e significato della poesia
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Magnifica poesia
La mia preferita sui gatti
Grazie