Siamo fatte di carta. Arte, poesia e rinascita al femminile
- Autore: Floriana Porta, Anna Maria Scocozza
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2024
La poesia si fa materia e contemplazione in questo libro, Siamo fatte di carta. Arte, poesia e rinascita al femminile (Ventura Edizioni, 2024), che rappresenta la sintesi perfetta del lavoro di due autrici: Floriana Porta e Anna Maria Scocozza. La prima è una poetessa, la seconda un’artista; eppure la loro sembra essere una voce sola, tanto è profonda e armonica l’espressione di queste opere in dialogo.
Un esperimento audace, ma certamente riuscito nella sinergia di intenti delle co-autrici: un libro che sembra andare oltre l’opera cartacea, sfidare i limiti della visione in una fusione tra testo e materia in grado di superare i limiti percettivi. Non si trattava di un’impresa facile; il rischio era quello di non riuscire a calibrare le arti, portando una delle due a predominare sull’altra, ma è stato perfettamente sventato da una intima comunione di intenti.
Le pagine di Siamo fatte di carta emanano energia, producono una sorta di forza spirituale attraverso una ricerca interiore che, di riflesso, si fa curativa.
Nella prefazione del libro Anna Maria Scocozza racconta che l’intento primario dell’opera era quello di “ricucire a mano sulla carta, sia con l’arte che con la poesia, l’anima e i sogni delle donne”.
La prima immagine che troviamo, nella sezione di apertura Vestimenti poetici, rimanda proprio alla resilienza tramite l’arte giapponese del kintsugi, la tecnica del “riparare con l’oro” che rinsalda le fratture degli oggetti facendole brillare di nuovo valore: la stessa filosofia si può applicare ai traumi esistenziali e alle ferite della vita. Dalla cicatrice alla rinascita e una donna si può, letteralmente, vestire d’oro, esibendo con orgoglio il fatto di “essere più bella e preziosa di prima”.
Il kintsugi è un processo catartico e trasformativo. Ricuce la stoffa dell’universo umano e le cicatrici dell’anima.
La filosofia orientale è un’importante chiave di lettura del testo, anche dal punto di vista letterario. I componimenti proposti sono infatti l’haiku – forma poetica breve e folgorante, senza titolo, tradizionale della lirica giapponese – e il baishù – forma poetica di origine cinese, che si caratterizza per la sua raffinatezza e ricercatezza di significato. La struttura letteraria scelta da Floriana Porta, dunque, presenta già in sé una precisa dichiarazione di intenti: una poesia zen, spirituale, a tratti ermetica, un canto dell’anima che sembra in grado di ricomporre i frammenti dispersi, risanare le fratture, risaldando un’unica visione.
Lo dimostra in maniera significativa la poesia che dà il titolo al volume, Siamo fatte di carta, accompagnata, dal punto di vista visuale, da un vestito realizzato con frammenti di pagine tramutati in foglie, sminuzzate in radici che si ricongiungono in un unico nido.
Siamo fatte di carta, di fili ritorti, d’ali sospese,
di fragili corazze, di lava rovente,
di luci visionarie, di briciole d’assenza, di gusci fossilizzati, di respiri millenari.
Siamo fatte di carta,
di storie perse nel tempo, di alberi capaci di sognare, di narrazioni e di traguardi.
Pori, piume e radici: ecco la nostra anima!
In questo testo troviamo il manifesto programmatico dell’intero volume: la carta è intesa nella sua duplice valenza, materica e metaforica, come materiale di riciclo veicolo di una sana ecologia e, al contempo, come mezzo espressivo, pagina sulla quale trasfigurare i pensieri sotto forma di simboli che diventano fonemi e grafemi, dalla scrittura al suono, dall’esperienza alla testimonianza.
La duplice funzione della carta, materica ed espressiva, rimanda anche alla natura del corpo femminile che ha in sé, nella sua struttura primigenia, la facoltà di generare la vita. L’ecologia naturale - la physis, la natura intesa come “divenire del mondo” - corrisponde perfettamente alla facoltà generatrice intrinseca nell’essere donna. Significante e significato corrispondono in una assoluta reciprocità di intenti. “Siamo fatte di carta” cela in sé anche questo concetto implicito: siamo donne, abbiamo la facoltà di rigenerare e rigenerarci.
Dalle cicatrici trasformate in oro, tramite la tecnica del kinstugi, al grande impatto visivo dell’opera Fetus. Il corpo dell’universo che ci mostra il corpo di una donna gravida come un cosmo che si fa portatore di vita: la donna come Madre Terra, come natura primigenia, fonte della principio vitale.
Nel procedere delle pagine il significato si fa via via più astratto: la carta da corpo a parola, ciò che viene celebrato è l’atto creativo nella sua capacità di generare, sino ad arrivare al sublime luminoso della voce poetica.
la poesia
parla in molte lingue – dentro c’è Dio
L’opera d’arte diventa atto generatore di per sé: la facoltà di creare viene esaltata sino all’ennesima potenza. Carta come ecologia, dunque veicolo di rinascita; carta come strumento di pensiero e testimonianza, infine noi umani come “esseri di carta” nella capacità profonda e spirituale di “far germogliare” la vita, anche attraverso lo spazio siderale del pensiero. Ecco il segreto dunque, tutto l’essere è nella radice - e tutta la radice è nella possibilità del fiore.
La carta è il più vasto degli universi. Quando la vita germoglia affida alla poesia tutte le sue gemme.
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