Siddharta è un personaggio che ha sempre affascinato i lettori, protagonista dell’omonimo romanzo di Hermann Hesse. Lo scrittore tedesco, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1946, pubblico per la prima volta "Siddharta" nel 1922 e nel 1945 si ebbe la prima traduzione anche in Italia.
La trama del libro è liberamente ispirata a Siddharta Gautama, meglio conosciuto come Buddha, monaco fondatore della religione buddista.
Chi è Siddharta? Una domanda a cui andremo a rispondere di seguito, scoprendo la trama di "Siddharta" di Hermann Hesse e comprendendo quali sono le caratteristiche del personaggio narrato nel libro diventato un classico, ma anche le tecniche narrative che si trovano alla base di questo romanzo.
Hesse ha dato vita ad un personaggio che vive nella continua ricerca e che porta avanti la propria vita in pienezza, passando di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari. Un personaggio complesso e dalle mille sfaccettature, un personaggio in costante divenire.
Siddharta: trama del libro di Hermann Hesse
Hermann Hesse è lo scrittore tedesco del XX secolo più letto nel mondo, i suoi libri sono stati tradotti in più di 60 lingue e sono 150 milioni le copie vendute in tutto il globo. Il libro "Siddharta" è tra i capolavori che ha contribuito a rendere grande questo scrittore e nel corso degli anni è diventato il suo scritto più famoso.
Il libro racconta la storia di Siddharta, un giovane ragazzo indiano che cerca la sua strada nel mondo. Il suo viaggio inizia insieme a Govinda, amico d’infanzia che considera da sempre Siddharta un saggio.
Iniziano quindi a vivere come i Samara, asceti che tanto di immedesimarsi in ogni cosa che incontrano.
Il viaggio dei due prosegue andando da Buddha Gotama, una congrega a cui Govinda decide di aderire, lasciando Siddharta al suo viaggio in solitaria. Il protagonista del romanzo di Hesse arrivato nella città vicina conoscerà Kamala, una donna che lo affascinerà e che lo porterà a mettere da parte tutte le sue convinzioni e soprattutto la sua purezza. Hesse mostra in questo passaggio del romanzo la perdita dell candore che fino a questo momento aveva mostrato il personaggio.
Siddharta rimarrà diversi anni con Kamala, ma dopo questo lungo periodo si renderà conto della debolezza umana in cui è caduto e abbandonerà la donna. Kamala, incinta del figlio del protagonista, si dispererà, comprendendo di aver perduto per sempre il suo amato.
Dopo un lungo periodo di transizione ritroviamo Siddharta disperato per la propria vita impura, per le tentazioni in cui è caduto e per il modo con cui ha passato l’ultimo periodo della sua esistenza. Deciderà di mettere fine alla sua vita e comincerà a pensare al suicidio come unica forma estrema di purificazione della sua anima. Il destino in questo momento però gli verrà in aiuto, con il vecchio amico d’infanzia Govinda, che nel frattempo è diventato un monaco buddhista.
I due si rincontrano dopo tanti anni di separazione e in un primo momento Govinda non riconosce il suo amico d’infanzia e si ferma pensando di aiutare un uomo qualunque. L’incontro tra i due permetterà a Siddharta di riscoprire il motivo della sua vita e di riprendere il suo percorso alla ricerca della propria strada nel mondo.
Sarà subito dopo questo incontro che si imbatterà nel barcaiolo Vasudeva, un uomo che vive vicino al fiume e che gli spiegherà l’anima dell’acqua. Vasudeva spiegherà a Siddharta che il fiume ha un’anima e che deve essere considerato come un essere vivente. Il barcaiolo spiegherà molte cose a Siddharta che riuscirà a imparare molto anche dai momenti di silenzio e deciderà quindi di rimanere a vivere qui. Sarà proprio così che conoscerà il figlio, avuto da Kamala e mai conosciuto. La donna, che sta attraversando il fiume per recarsi da Gothama, Buddha morente, viene morsa da un serpente, facendo piangere il piccolo che richiamerà l’attenzione del padre.
Siddharta riconosce così Kamala, cerca di aiutarla in ogni modo, ma ormai è tutto inutile e si trova così con il piccolo Siddharta da crescere.
Siddharta figlio e padre sono molto diversi, passano gli anni, ma il ragazzo non vuole impegnarsi, non vuole lavorare e non vuole seguire i precetti del padre. Quando il figlio scapperà Siddharta deciderà di lasciarlo andare per la propria strada, comprendendo quanto la sua figura e quella del figlio siano troppo distanti per essere in grado di convivere. Il dolore che lascerà la partenza del figlio gli farà capire quanto anche lui avesse fatto soffrire il proprio genitore partendo e solo con lo scorrere del fiume riuscirà pian piano a trovare conforto e a riuscire a lenire il suo dolore.
Questo dolore e la meditazione permetteranno a Siddharta di raggiungere la sua tranquillità, di trovare il proprio equilibrio. Vedendo che ormai ha trovato il suo equilibrio anche il barcaiolo lascerà Siddharta, andando a vivere nella foresta.
Siddharta e Govinda, ormai vecchi e sapienti si rincontrano nuovamente e ancora una volta l’amico di una vita non riconosce Siddharta, molto cambiato dal trascorrere degli anni. I due si raccontano le proprie vite e Govinda chiede all’amico quale sia alla fine la sua filosofia. inizierà così il famosissimo monologo ci Siddharta in cui esprime il suo insegnamento morale. In questo passaggio si mostra una lezione di vita su come giudicare per essere giudicati, sul modo per cercare la conoscenza e su come anche l’uomo più puro della terra si possa ritrovare a cadere nel peccato.
Da queste parole Govinda capisce che ormai Siddharta è un buddha, la sua anima si è unita all’anima del mondo e ha raggiunto il nirvana. Il romanzo di Hesse si chiude con l’inchino che Govinda fa per celebrare Siddharta.
“Siddharta” è un libro intenso, semplice ed allo stesso tempo monumentale, il capolavoro assoluto di Hermann Hesse.
Il personaggio di Siddharta: caratteristiche e analisi del protagonista di Hesse
Il personaggio del romanzo di Hesse è caratterizzato dalla volontà di non si fermarsi presso nessun maestro, non considerando definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. Sarà proprio la ricerca di questo tutto che rifluirà poi dietro il perfetto sorriso di Siddharta, che ripete il:
costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l’aveva visto centinaia di volte con venerazione.
Siddharta è un personaggio molto profondo, un uomo che cerca la propria spiritualità e soprattutto che cerca in ogni modo la propria felicità interiore. Il personaggio è caratterizzato dalla capacità di imparare sempre dai propri errori, che lo aiutano a crescere, a trovare il proprio Io e a scoprire che ciò da cui era sempre scappato era in verità la risposta alle sue domande.
Siddharta nel corso del romanzo ha una serie di maestri che gli mostrano tutti qualcosa in più sulla sua esistenza e che lo portano a comprendere qualcosa in più sul suo viaggio. Interessante il personaggio di Govinda che vive la sua esistenza all’ombra di quello che pensa essere l’uomo più saggio del mondo. L’incontro con il Buddha gli permetterà di avere la rivelazione e di trovare la propria strada, permettendogli di crescere e maturare. La partenza di Govinda darà anche modo a Siddharta di rimanere solo e di attuare le proprie scelte di vita, rivelando anche a se stesso il suo vero Io.
Siddharta è un personaggio in forte cambiamento nel testo, dove lo troviamo prima bambino, ben vestito e curato in ogni dettaglio, poi un giovane straccione, sporco e privo di ogni mezzo. Nel corso della narrazione conosciamo poi il Siddharta ricco mercante, convinto che la felicità sia un qualcosa di materiale e passiamo poi a conoscere l’uomo che capirà che la felicità è dentro se stessi e nel proprio Io.
La figura di Siddharta si contrappone fortemente a quella di Govinda, che invece rimane una figura statica, che non cambia modo di pensare e che rimane sempre costante nelle sue decisioni.
Siddharta: tecnica narrativa di Hesse
In tutto il romanzo l’autore rimane una voce esterna, non intervenendo mai e lasciando spazio al suo personaggio. Il narratore sin dall’inizio fa capire di essere esterno alla vicenda, ma fa anche sentire al lettore la propria voce onnisciente. La tecnica narrativa di Hesse non fa mai trasparire alcun tipo di opinione personale, mostrando solo la particolarità della storia di Siddharta.
Il linguaggio di Siddharta è molto complesso, tutto il romanzo è infatti scritto in maniera complicata, proprio per far capire al lettore quanto questo percorso che sta compiendo il protagonista sia difficile.
Spesso Hesse nel romanzo ricorre a termini molto specifici, un elemento che rende ancora più complessa la lettura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Siddharta: trama del libro, caratteristiche e analisi del personaggio di Hesse
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