Un’esistenza breve per un grande spirito. Simone Weil (1909- 1943) è universalmente nota sotto il nome di filosofa, ma nei suoi soli trentaquattro anni di vita fu mille donne diverse tutte unificate in un unico pensiero: fu insegnante, scrittrice, operaia, mistica, militante dell’estrema sinistra rivoluzionaria.
Definire Simone Weil è impossibile, sotto quell’etichetta generica di “filosofa” si cela un mondo vulcanico di idee in movimento.
Albert Camus dopo la sua morte definì Weil come “l’unico grande spirito del nostro tempo” e si impegnò nel divulgarne l’opera. Per lei sarebbe stato certamente un vanto considerevole sentirsi definire in quei termini da uno degli scrittori simbolo dell’esistenzialismo.
Le parole di Camus rimandano alla forza di Simone Weil che è data proprio dalla vastità infinita dei suoi interessi e dal rigore etico del suo pensiero.
Il pensiero di Simone Weil
La modernità del pensiero di Simone Weil vive ancora oggi e appare più attuale che mai perché parla delle dinamiche di potere di una società nella quale siamo tuttora immersi. E non solo, la riflessione di Weil è soprattutto improntata all’individuo, alla necessità della libertà dell’individuo e al contatto con la sofferenza come realtà universale.
La grande lezione di Simone Weil è, paradossalmente, che la verità assoluta non esiste:
La verità non si trova mediante prove, ma mediante esplorazione. Essa è sempre sperimentale.
E la sua intera vita fu dedicata all’esplorazione di quella verità sperimentale, aleatoria, pronta a essere presto contraddetta da un’altra verità. Simone Weil ci ha insegnato a vedere l’esistenza come un percorso di continua ricerca di cui la morte rappresenta l’unico, insormontabile limite. La forza e l’originalità del suo pensiero, tuttavia, sono state capaci di valicare anche quel limite.
Simone Weil: la vita
Simone Weil nacque il 3 febbraio 1909 figlia di un medico di origini ebraiche, Bernard Weil, e della russo-belga Selma Reinherz. Entrambi i genitori erano ebrei non praticanti.
La famiglia le impartì un’educazione perfetta, sebbene molto severa: sia Simone che il fratello André si sarebbero distinti con notevoli meriti a livello internazionale. Filosofa di fama mondiale lei, mentre il fratello è tuttora ritenuto uno dei maggiori matematici del ventesimo secolo.
La piccola Simone era una bambina minuta, fragile e malaticcia. A causa delle sua salute cagionevole frequentò le scuole in maniera discontinua, studiando spesso da casa. All’età di sedici anni ebbe una profonda crisi depressiva che la condusse quasi al suicidio, si riprese ma come conseguenza di quel periodo continuò a soffrire di lancinanti emicranie per tutta la vita. Ciò non le impedì di ottenere risultati scolastici eccezionali.
L’incontro di Simone Weil con Simone de Beauvoir
Simone Weil si classificò prima nell’esame di ammissione alla prestigiosa École Normale Supérieure di Parigi. Al secondo posto c’era una “certa” Simone de Beauvoir, di appena un anno maggiore di lei, che aveva frequentato anche il suo stesso liceo.
Beauvoir ricorda Weil in alcune pagine di Memorie di una ragazza perbene in cui la descrive in questi termini:
Un cuore capace di battere attraverso l’universo intero.
Il primo incontro tra le due sarà tuttavia anche l’ultimo. Beauvoir in fondo un po’ invidia Weil, ma è anche attratta dalla sua intelligenza. Il primo dialogo tra le due Simone, avvenuto nei corridoi della scuola, ha il sapore di una sfida: dopo uno scambio di battute Beauvoir afferma che Weil ha a cuore solo la Rivoluzione e non il senso dell’esistenza, al che l’altra piccata risponde: “Si vede che Lei non ha mai avuto fame”. La possibile amicizia tra le due personalità più eminenti della cultura francese fu così stroncata sul nascere.
L’impegno rivoluzionario di Weil
Nel 1931 Weil ottenne la laurea in filosofia e iniziò a insegnare in alcuni licei di provincia. Nel frattempo si era avvicinata alle correnti marxiste e all’estrema sinistra rivoluzionaria. Le sue posizioni politiche le crearono diversi problemi in ambito lavorativo costringendola a vari trasferimenti. Ma lei continuò a stare dalla parte dei più poveri, impegnandosi in un attivismo sempre più sovversivo. In questi anni partecipò a diverse marce di protesta, si sottopose a duri digiuni in segno di dissenso per le politiche sociali vigenti.
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Nel 1935 decise di abbandonare il proprio mestiere di insegnante per sperimentare la fatica del lavoro manuale. Voleva porsi sullo stesso piano del proletariato, sperimentando le dure condizioni di lavoro operaio presso la Renault. Da quella dura esperienza nacque un diario pubblicato in seguito sotto il titolo di La condition ouvrière, la condizione operaia.
Venendo meno ai propri ideali di pacifismo, nel 1936 lottò al fianco degli anti-franchisti nella Guerra civile spagnola. Proprio durante quell’intenso periodo rivoluzionario iniziò ad avvicinarsi al cristianesimo nella sua forma più pura.
Lo spiritualismo di Simone Weil
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Delusa dall’esperienza della guerra spagnola, rivelatasi un massacro, Simone Weil decise di partire per Assisi per riavvicinarsi alla sua spiritualità ritrovata. Durante la Settimana Santa trascorsa a Solesmes nel 1938, l’anno che per molti segna l’inizio dell’esperienza mistica di Weil e la sua conversione al cattolicesimo, la filosofa affermò di essere stata visitata da un angelo.
Simone sentiva Dio dentro di sé, ma non aderì mai ai precetti cattolici sanciti dalla Chiesa rifiutando persino il battesimo. Da quel momento la sua poesia e i suoi scritti divennero sempre più spirituali, delle preghiere in prosa.
La fede di Weil crede nel principio base del cattolicesimo “ama il prossimo tuo come te stesso” e anche nella salvezza degli ultimi, tuttavia non disdegna neppure le credenze induiste, le riflessioni buddhiste e le influenze di Platone e degli antichi greci La sua era una fede universale e onnicomprensiva.
Gli ultimi anni di Simone Weil
Durante la Seconda guerra mondiale Simone Weil militò senza indugio nella resistenza. Costretta a fuggire all’estero insieme alla sua famiglia a causa delle persecuzioni razziali, partecipò attivamente come redattrice al comitato nazionale clandestino France Libre a Londra, venendo arrestata più volte e poi in seguito rilasciata.
In quegli anni scrisse alcuni dei suoi saggi più celebri Il manifesto per la soppressione dei partiti politici e Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale, quest’ultimo pubblicato postumo nel 1955. Il saggio è una dura critica alla politica di Hitler, ma è soprattutto una profonda riflessione sui legami sotterranei tra società e potere:
Dal momento che la società è divisa in uomini che ordinano e uomini che eseguono, tutta la vita sociale è governata dalla lotta per il potere.
Oggi molte delle affermazioni contenute in quel saggio sono chiamate in causa per commentare le attuali vicende politiche. Il pensiero di Simone Weil, le sue idee progressiste, sono ora trasformate in slogan talvolta pronunciati fuori contesto. Tuttavia il suo pensiero continua a vivere e ci impone di domandarci se parole come “rivoluzione” e “libertà” abbiano ancora senso.
La guerra minò la sua già fragile salute fisica. Si ammalò gravemente di tubercolosi. Morì nel sanatorio di Ashford il 24 agosto 1943 spegnendosi nel sonno.
Nei suoi ultimi giorni riferì al suo amico e confessore Padre Perrin in una lettera:
Mi sono sempre proibita di pensare a una vita futura, ma ho sempre creduto che l’istante della morte sia la norma e lo scopo della vita. Pensavo che per quanti vivono come si conviene, sia l’istante in cui per una frazione infinitesimale di tempo penetra nell’anima la verità pura, nuda, certa, eterna. Posso dire di non avere mai desiderato per me altro bene.
Non aveva paura di morire Simone Weil, era certa di aver “vissuto come si conviene”. La sua breve esistenza dopotutto l’aveva vissuta intensamente e il suo pensiero sarebbe sopravvissuto ben oltre quell’ultimo, insormontabile ostacolo.
Le opere di Simone Weil
L’unicità dell’opera di Simone Weil fu riconosciuta solo dopo la morte della filosofa e in gran parte pubblicata postuma. In Italia il suo pensiero arrivò tardi e fu frutto di un lento processo di riscoperta di questa grande autrice attraverso gli anni.
La casa editrice Adelphi ebbe un ruolo importante nella pubblicazione italiana di Weil, pubblicando un vasto numero di sue opere a partire dagli anni Ottanta.
Di seguito riportiamo un elenco sintetico delle opere di Simone Weil nell’ordine in cui sono state scritte dall’autrice:
- Sulla scienza, Torino, Borla, 1971
- Sulla Germania totalitaria, Milano, Adelphi, 1990.
- Sulla guerra. Scritti 1933-1943, Milano, Pratiche
- Lezioni di filosofia 1933-1934, Milano, Adelphi, 1999
- Oppressione e libertà, Milano, Edizioni di Comunità, 1956
- La condizione operaia, Milano, Edizioni di Comunità, 1952
- La Grecia e le intuizioni precristiane, Torino, Borla, 1967
- Quaderni, Milano, Adelphi, 1982 (vol. 1); 1985 (vol. 2); 1988 (vol. 3)
- L’ombra e la grazia, Milano, Edizioni di Comunità, 1951
- Morale e letteratura, Pisa, ETS, 1990
- L’amore di Dio, Torino, Borla, 1968
- La prima radice. Preludio a una dichiarazione dei doveri verso la creatura umana, Milano, Edizioni di Comunità, 1954
- Appunti sulla soppressione dei partiti politici, in “Comunità” n. 10, ottobre 1951
Nel catalogo Adelphi:
- I Quaderni 1,2,3,4 (Adelphi, 1985-1993)
- Venezia salva (Adelphi, 1985)
- Sulla Germania totalitaria (Adelphi, 1990)
- Lettera a un religioso (Adelphi, 1996)
- Lezioni di filosofia (Adelphi, 1999)
- Attesa di Dio (Adelphi, 2008)
- La persona e il sacro (Adelphi, 2012)
- La rivelazione greca (Adelphi, 2014)
- L’arte della matematica, scritto con André Weil (Adelphi, 2018)
Altre pubblicazioni recenti di Simone Weil:
- L’amicizia pura(Castelvecchi, 2013)
- L’attesa della verità (Garzanti, 2014)
- Sulla guerra. Scritti 1933-1943 (Il Saggiatore, 2017)
- Sulle origini dell’Hitlerismo (Meltemi editore, 2017)
- Filosofia della resistenza. Antigone, Elettra e Filottete (Il nuovo Melangolo, 2020)
- L’ombra e la grazia (Edizioni di Comunità, Roma, 2021)
- Piccola cara. Lettere alle allieve (Marietti editore, 2021)
Recensione del libro
La rivelazione greca
di Simone Weil
Recensione del libro
Lettera a un religioso
di Simone Weil
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Simone Weil: vita, opere e pensiero della filosofa
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