La vita di Stéphane Hessel è essa stessa un romanzo: l’ultima pagina è stata scritta nella notte tra il 26 e il 27 febbraio 2013. L’annuncio della sua morte è stato dato dalla moglie, Christiane Hessel-Chabry.
Chi fu Stéphane Hessel?
Ebreo francese attivo nella resistenza, deportato, torturato, sfuggito da un campo di concentramento prima e dal patibolo poi: vicende di una vita vissuta pericolosamente ma fino in fondo. Neppure la terza età è riuscito a rammollirlo: alla veneranda età di 93 anni, mentre molti giovani si cimentavano nell’impresa di sfogare i propri impulsi consumistici asservendosi al potere della comunicazione di massa, Hessel ha scritto un libro il cui titolo è tutto un programma: "Indignatevi!", edito in Italia da ADD editore. Un piccolo libro rosso passato quasi in sordina, inizialmente, ma diventato ben presto un best seller di immense proporzioni.
Stéphane Hessel: una vita vissuta all’insegna dell’impegno
In "Indignatevi!" Hessel ha ritratto lucidamente la generazione rassegnata di oggi, esortandola a combattere, a indignarsi per le ingiustizie attualmente trionfanti. Un piccolo libro che ha ispirato tutti i movimenti degli ultimi anni, dagli Indignados a Occupy Wall Street. Una ventata di aria fresca che ha scompigliato una generazione addormentata.
L’impegno di Hessel è stato proficuo e costante: nel 1948 partecipò alla stesura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, mentre nel 2009 si presentò addirittura alle politiche, in qualità di membro del Partito socialista francese. La levatura intellettuale e culturale di Stéphane Hessel parte anche da prima: basti pensare infatti che sua madre, la pittrice Helen Grund, così come il padre Franz, ispirarono il triangolo amoroso narrato nel libro di Henri-Pierre Rochè, "Jules et Jim", libro da cui poi uno dei padri della Nouvelle Vague, François Truffaut, trasse l’omonimo film.
Oltre a "Indignatevi"...
Il successo editoriale di "Indignatevi!" lo portò a scrivere, in collaborazione con Gilles Vanderpooten, un altro piccolo pamphlet, "Impegnatevi!" (Salani), in cui rinnovava l’invito alle nuove generazioni di impegnarsi, indignarsi, rivoltarsi.
Ma la carriera letteraria di Hessel non si limita solamente a questo: pur perseguendo il sentiero dell’impegno politico e sociale, Hessel ha scritto anche:
- l’autobiografico "Danza con il secolo" (edito sempre da ADD);
- "Il cammino della speranza" (Chiarelettere), una riflessione contemporanea sull’attualità, scritta in collaborazione con Edgar Morin;
- "A conti fatti... o quasi" (Bompiani), in cui l’intellettuale ripercorre il secolo vissuto;
- "Vivete!" (Castelvecchi), un ritratto lucido della nostra esistenza e di quello che la caratterizza;
- "Dalla parte giusta" (BUR Rizzoli), scritto in collaborazione con Jean-Michel Helvig, in cui il Novecento diventa un secolo esemplare per rinnovare il nostro impegno nella vita quotidiana e mirare a un futuro migliore.
L’impegno come fil rouge è racchiuso perfettamente in questa sua dichiarazione, contenuta nel suo libro più famoso, "Indignatevi!":
I vertici politici, economici, intellettuali, l’insieme della società non devono fare passi indietro e lasciarsi impressionare dall’attuale dittatura internazionale dei mercati finanziari che minacciano la pace e la democrazia. Auguro a tutti, a ciascuno di voi, di trovare un motivo di indignazione. E’ prezioso.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Stéphane Hessel muore a 95 anni: ispirò gli Indignados
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