Storia del Kazakhstan
- Autore: Francesco Randazzo e Taissiya Shayeva
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
La crisi economico-finanziaria che ha colpito il mondo a partire dal 2008 è stata anche l’inizio della crisi del liberalismo: da quell’anno in poi, importanti cambiamenti hanno iniziato a ridimensionare il dominio del dollaro e degli Stati Uniti nel commercio mondiale, aprendo nuovi scenari.
La Cina ha vinto la guerra della produzione e ha coltivato una sempre più determinante alleanza economica e militare con la Russia. L’aumento dell’integrazione regionale in Asia e in Europa sembra prefigurare un nuovo ordine economico e politico multipolare, che potrebbe espandersi a partire dalle aggregazioni basate su principi di cooperazione internazionale (si pensi all’impegno della Cina per lo sviluppo del continente africano).
Dinnanzi all’ascesa economica e politica del colosso orientale, l’Unione Europea ha perso terreno e mostrato gravi elementi di debolezza, non ultime le profonde diseguaglianze tra i suoi paesi membri. In contrasto con queste nuove tendenze geopolitiche sono i tentativi di espansione dell’orbita d’influenza dell’UE (satellite dell’unipolarismo statunitense) verso est, come longa manus dell’atlantismo, in opposizione alla Russia.
Il 2 dicembre 2021 in Kazakhstan si è sviluppata una protesta per i rincari del prezzo del gas, il 4 gennaio 2022 la misura relativa all’aumento è stata abolita e il governo ha rassegnato le dimissioni. Tuttavia la tensione è cresciuta improvvisamente, sfociando in episodi di violenza urbana e attacchi alle forze dell’ordine. Già all’alba del 5 gennaio è stato chiaro che erano in corso delle manovre per attuare un colpo di stato. Nelle maggiori città del paese sono apparsi gruppi armati organizzati e si sono registrate attività sovversive che hanno visto coinvolti progressisti, simpatizzanti della Turchia di Erdoğan, neofascisti russofobi e jihadisti. A fronte di un’offensiva terroristica, il presidente Tokayev ha chiesto l’aiuto del CSTO (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva) che congiunge i kazaki alla Russia, all’Armenia (che dà forse un segnale di ripresa dopo la devastante guerra nel Caucaso), alla Bielorussia, al Tagikistan e al Kirghizistan in un’alleanza militare difensiva. L’intervento dei soldati della coalizione ha riguardato il presidio di infrastrutture e vie di comunicazione, facilitando l’azione anti-terroristica dell’esercito kazako, e già verso il 13 gennaio si è avuto un ristabilimento dell’ordine. La rapidità della pacificazione prova il carattere non spontaneo delle ribellioni.
La crisi kazaka, infuriata proprio mentre gli USA minacciavano la Russia per le misure messe in atto da Mosca per tutelare il confine con l’Ucraina, non è stata un semplice moto contro i costi dell’energia: in essa si può facilmente riconoscere il profilo di una potenziale “rivoluzione colorata” (ossia di un golpe filo-atlantico) pianificata per circondare la Russia e danneggiare il progetto cinese di una nuova via della seta.
Purtroppo, prima di questi recenti fatti di cronaca, moltissimi italiani non avevano alcuna conoscenza sulla storia e la cultura del Kazakhstan e ora che i conflitti sono cessati, il paese è tornato nell’“ombra”. Il materiale in lingua italiana per rimediare a queste lacune in Geografia non è cospicuo, ma si può consigliare la lettura di Storia del Kazakhstan dalle origini all’indipendenza di Francesco Randazzo e Taissiya Shayeva, la cui seconda edizione è stata pubblicata da Libellula nel 2019. La parte del volume che va sino a pagina 162 è opera del primo studioso, docente universitario, mentre la seconda parte è stata scritta da Shayeva, consulente culturale del consolato della Repubblica del Kazakhstan a San Marino.
Il Kazakhstan è uno stato euroasiatico che nel 1991 ha ottenuto l’indipendenza dall’Unione Sovietica, nel 2015 contava diciassette milioni di abitanti ripartiti tra 130 gruppi culturali e 40 confessioni religiose, i kazaki (che rappresentano la popolazione originaria) sono uno dei più grandi popoli turcofoni. Il paese si è trovato a costruire la sua identità partendo dall’eredità sovietica, ma è riuscito a mantenere una notevole stabilità: eccezion fatta per il dissidio con l’Uzbekistan per la sovranità sui villaggi di Bagys e Turkestan, nei pressi della diga di Arnasay, è il solo stato in quest’area dell’Asia a non avere contese sui confini.
Considerando la geografia fisica, gli abitanti del paese possono ritrovare nel loro vasto territorio una molteplicità di ambienti naturali, dalla steppa al deserto, sino alle montagne e ai grandi fiumi.
Nel corso dei secoli la zona oggi denominata Kazakhstan è stata riunita in entità statali fondate più sulla fedeltà a un governo che su tratti culturali comuni, trovandosi per un periodo storico assai lungo nella condizione di “periferia dell’impero”, e ciò è all’origine dello spirito di convivenza espresso nella costituzione oggi in vigore (riprodotta in appendice al libro). Ciò che forse anche i due autori del saggio non evidenziano pienamente è che la conformazione dell’attuale Kazakhstan, cioè gran parte del suo volto contemporaneo, è stata (nel bene e nel male) forgiata dai russi: dall’Impero Zarista prima e dall’Unione Sovietica poi. Il legame con la Russia è essenziale nella storia della regione, che non può evitare di stringere stretti rapporti con essa: se smettesse di farlo si snaturerebbe. Anche il risveglio della cultura popolare, il romanticismo kazako, è sorto grazie a modelli e ispirazioni mutuate dalla poesia europea e da scrittori come Puškin.
“Kazak” è un termine etimologicamente misterioso, utilizzato un tempo per indicare quegli individui che lasciavano la loro comunità per vivere nelle steppe, il verbo turco “qaz” significa vagare. Secondo Martha Brill Olcott, la parola “kazak” si ricollegherebbe alla leggenda dell’oca bianca che, nella tradizione popolare, si trasformò in una principessa e diede alla luce il primo kazako. Benché, sin dal XIII secolo, il vocabolo sia stato diffuso e utilizzato anche nel Caucaso e nella zona del Volga-Don, gli storici moderni hanno rifiutato ogni accostamento antropologico dei kazaki ai cosacchi russi.
Economicamente lo stato transcontinentale è ricco di risorse energetiche e (come si sarà inteso) ha un peso strategico fondamentale, sono potenzialmente buone le prospettive per il futuro.
Storia del Kazakhstan presenta una discreta panoramica generale con aperture anche alla letteratura e alle analisi sulla spiritualità (imprescindibili in questo contesto). La lettura del lavoro in questione è quindi un primo passo ottimale per l’approfondimento della situazione passata e contemporanea dell’Asia centrale.
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