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Storia del NOCS
- Autore: Edoardo Perna
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
Bologna, agosto 1991. Nove superpoliziotti irrompono nell’appartamento dal quale un fino ad allora grigio bancario quarantottenne aveva sparato una cinquantina di colpi di fucile da caccia verso la strada e il pianerottolo. Quando gli agenti fanno irruzione è sdraiato sul letto, intontito dalle flash bang, le esplosioni di granate assordanti e abbaglianti che lo hanno disorientato. Ecco un esempio dell’azione tipica dei corpi speciali della Polizia di Stato. Al Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (NOCS), le Edizioni Mattioli 1885 di Fidenza (Parma) hanno dedicato un libro, “Storia dei NOCS” (luglio 2017, pp. 144, euro 16,00), a firma di Edoardo Perna, dirigente generale della Polizia di Stato. È un alto funzionario del Ministero dell’Interno, che nel corso della carriera ha diretto dal 1976 al 1980 i servizi di sicurezza e protezione del presidente del Consiglio dei ministri. Prima, aveva comandato il Nucleo, dal 1982 al 1987, dirigendo tra le altre, da giovane capitano, la liberazione di James Dozier, il generale americano sequestrato dalle Brigate Rosse, detenuto in un appartamento a Padova e già condannato a morte dai brigatisti.
Quella brillante azione, condotta fulmineamente in appena cinquanta secondi e senza sparare un colpo, il 28 gennaio 1982, ebbe il merito di chiudere il decennio di attività terroristica delle BR, disarticolate da centinaia di arresti nelle settimane successive.
Il NOCS, del resto, era stato creato pochi anni prima proprio per affrontare il terrorismo interno e internazionale. Il Nucleo aveva ereditato i concetti operativi dei Baschi Blu (personale selezionato, addestramento speciale, elevatissima capacità d’intervento, armamento particolare), il reparto scelto della Pubblica Sicurezza creato in Sardegna negli anni Sessanta, per fronteggiare il banditismo e l’Anonima Sequestri locale, che avevano compiuto un insidioso salto di qualità.
Unità speciale dipendente dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione, è nato nel 1978, quando l’Interno era retto dal ministro Cossiga e si è specializzato in operazioni ad alto rischio, dalla liberazione di ostaggi alle irruzioni in ogni ambiente per catturare pericolosi criminali, oltre alla sicurezza e alla scorta delle alte cariche dello Stato e di personalità straniere in visita in Italia. Nella sua storia ha arrestato 237 ricercati e liberato 325 ostaggi.
Il NOCS è articolato in team di pronto impiego, dotati di equipaggiamento speciale e in grado di intervenire su tutto il territorio nazionale, col supporto di mezzi terrestri, aerei e navali, in tempi rapidi. In pratica, gli operatori del reparto speciale intervengono solo come unità di assalto, sulla base dell’attività informativa svolta da altri uffici della Polizia.
Ha un organico di centotrenta unità e si entra a farne parte a domanda, col requisito di uno stato di servizio impeccabile di almeno 4 anni nelle forze di polizia ed un’età inferiore ai 28 anni. È fondamentale dimostrare un equilibrio ottimale tra le capacità tecniche di combattimento e l’attitudine ad assumere decisioni critiche in tempi rapidi. In pratica, gli agenti che si candidano ad entrare nel Reparto speciale devono avere coraggio, prontezza, sangue freddo e una straordinaria preparazione atletica. Numerose le prove tecniche da superare: 5000 metri in 20 minuti, 100 metri piani in 14 secondi, 100 metri a nuoto, almeno 135 cm di salto in alto e 4 metri e mezzo di salto in lungo, salire la fune con la sola forza delle braccia e tiro con la pistola a 15 e 25 metri.
“Soltanto così è possibile resistere al duro addestramento giornaliero, impegnativo e diversificato, che consente di migliorare costantemente le tecniche di intervento”.
Le nuove esigenze poste dalla minaccia del terrorismo islamico nei confronti dei semplici cittadini (e delle folle) sta richiedendo un ulteriore impegno dei reparti scelti, che a Roma, ad esempio, assicurano il pronto intervento con equipaggi su automezzi blindati che sorvegliano ogni giorno le zone della città ad alto rischio di attentati. Durante l’Expo 2015, il NOCS ha controllato a Milano gli obiettivi più sensibili e all’inizio dell’anno Giubilare nella capitale, a dicembre, ha potenziato tutti i servizi. L’organico è stato ampliato con nove clementi, che hanno superato i sei mesi del corso di base.
Spettacolari le modalità operative del Nucleo. Silenziosi come la notte è il motto del Reparto, che si avventa sull’obiettivo al segnale “go, go, go”, dopo una lunga e paziente pianificazione della missione. Poco può essere lasciato al caso. Memorizzati tutti i dettagli dell’intervento, i poliziotti mascherati entrano in azione scendendo fulmineamente dai mezzi o con un avvicinamento silenzioso.
Tempi e modalità di irruzione, posizioni reciproche della squadra operativa, armi e scenario del sito da mettere in sicurezza vanno determinati necessariamente in anticipo, volta per volta, anche con parecchia “fantasia” tecnica, perché c’è una regola, che sfugge ai non addetti ai lavori ma è nata dall’esperienza operativa: nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata il modo in cui si è già intervenuti è praticamente “bruciato”. Non può essere replicato, perché i target futuri (i bersagli) lo avranno preso in considerazione. Ogni missione va compiuta con una modalità inedita. “Go, go, go”.
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La storia del NOCS Nucleo Operativo Centrale Sicurezza
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