Storia dell’uomo che smise di amare i gatti
- Autore: Isabelle Aupy
- Genere: Amanti degli animali
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2024
Storia dell’uomo che smise di amare i gatti (Casa editrice Nord, 2024, titolo originale L’homme qui n’aimait plus les chats, nella traduzione di Claudine Turla) è il romanzo d’esordio di Isabelle Aupy, nata nel 1983 a Bordeaux, dove lavora come fisioterapista.
La natura indipendente e libera dei gatti caratterizza da sempre la personalità di questi fieri felini, ammirati e coccolati dall’uomo perché vivono come piace a loro. Andare a caccia, curiosare in giro, cercare cibo, adocchiare con occhio felino una micia dallo sguardo maliardo: sono queste le occupazioni preferite dai gatti, che hanno inciso nel DNA la parola più bella di tutto l’intero vocabolario, libertà. Il gatto non ha padrone ma un compagno di viaggio al quale affezionarsi, fare le fusa e consolare con la sua presenza silenziosa e confortante. E sono proprio i gatti i protagonisti del primo romanzo della scrittrice francese, padroni di una piccola isola battuta dal vento, dove il tempo sembra essersi fermato.
Immagina un’isola piena di gatti.
Gatti casalinghi, pantofolai, randagi che vanno dove gli pare, se ne stanno un po’ qui e un po’ là e non si lasciano addomesticare, ma che quando ne hanno voglia sono felici di farsi accarezzare. Gatti che arrivano di corsa se qualcuno li chiama ma di notte si eclissano per fare gli equilibristi sui tetti e gatti che invece rientrano dai loro giri per acciambellarsi al calduccio.
Il vecchio guardiano del faro di quest’isola spazzata dalle onde, dove una piccola comunità aveva scelto di ritirarsi dalla frenesia delle città e abbracciare i ritmi immutabili delle maree, era un tipo da gatti. Li preferiva ai cani, “perché sono indipendenti e menefreghisti”. Quello che piaceva di più all’anziano era che i gatti venivano a cercarlo quando ne avevano voglia, da pari a pari. Non per fedeltà, abitudine o perché non sapessero dove altro andare. Poi, all’improvviso iniziarono a scomparire e la piccola comunità aveva incominciato a preoccuparsi.
Io mi sono accorto subito che il gatto rosso era sparito.
In questa delicata e bella fiaba moderna, l’autrice scrive un incisivo inno alla tolleranza e alla libertà. Mai perdere la voglia di sognare e la propria indipendenza, anche di indole e di pensiero. I gatti questo lo sanno. Miao.
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