Storie di cani per una bambina di Dacia Maraini

Flavia chiede e Dacia Maraini di raccontarle delle storie di cani. Verosimilmente, le chiede delle favole della buonanotte, come tutti i bambini, ma la scrittrice non vi è propensa e, inizialmente, si mostra indisposta. Poi, in parte, ci ripensa:

Cara Flavia, mi hai chiesto di raccontarti delle storie di cani. Lì per lì ti ho risposto che non ne so e che poi, se anche ne sapessi, sarebbero tutte uguali. Ma tu hai insistito, ed io, pensandoci, ho ritrovato alcuni ricordi di cani che in qualche modo hanno attraversato il mio cammino, anche per lo spazio brevissimo di un giorno.

Ciò che la Maraini racconta non sono storie della vita dei cani, bensì storie di vite da cani, in cui i cani sono solo il pretesto. Così, 15 anni di vita sono condensati in alcuni episodi di un paio di pagine. E poi, a dirla tutta, c’è anche il cavallo del circo Orfei e la coppia di lontre ammazzate brutalmente… Una vita “da cani”? O una vita “normale”, non solo per i cani?

(…) il buon senso gli dice che la vita è così, cattiva, che la morte è una esperienza comune e gli uomini forti devono saperla dare e ricevere senza tanti sentimentalismi.

Una filosofia alquanto truce, imposta a una bambina che chiedeva in fondo solo delle storie per conciliare il sonno e magari non proprio quelle scelte dall’autrice, che solo in un secondo momento, forse per debolezza, le concede la storia misteriosa di un uccello fantastico e strano (“il visitatore notturno”), la cui unica sofferenza prodotta è l’insonnia dell’autrice; è la storia sghimbescia di una “folle creatura della notte”, che la bambina potrà gestire autonomamente.

Storie di cani per una bambina (BUR, 2009) è stato proposto alla lettura di bambini dagli 8 anni in su, ma la scelta lascia alquanto perplessi, sia per la sua struttura, sia per la presentazione dei cani raccontati, che fungono più che altro da pretesto narrativo per delle riflessioni personali dell’autrice, proiettate poi sul mondo animale, dal cane “che aveva deciso di suicidarsi” a tutti gli altri, non per niente caratterizzati con tratti fortemente umani.