Terre promesse
- Autore: Angelo Marenzana
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Angelo Marenzana, nei brevi e densi racconti che fanno parte della raccolta dal titolo Terre promesse (Solfanelli, 2022) si muove, con passo sicuro e scrittura limpida, fra tematiche cupe: pestilenze, guerre, tradimenti e vendette. La morte incombe in modo diverso in ognuna di queste storie in cui il bene e il male si incontrano e si scontrano, con alterne fortune. Spesso, lo scontro avviene nell’anima di uno dei personaggi.
Nel primo racconto, La casa di Hilde, una vendetta è a lungo inseguita e covata ma anche attesa dal destinatario.
Quando la peste svanì così come si era diffusa e gli animi si placarono, nessuno era stato in grado di registrare il conto dei morti.
«Ti aspettavo, uomo.»
Il ritmo della narrazione è in alcuni racconti molto serrato.
Nel secondo, Il confine del freddo, la scrittura si fa molto visuale. Volti, espressioni, movimenti dei personaggi che s’incontrano nell’ultima stazione di posta (un avventuriero a caccia di lupi, un uomo sopravvissuto alla sua famiglia, sterminata dalla peste, uno strano bambino che suona il piffero e ripete frasi misteriose che mettono i brividi) sembrano svolgersi sotto gli occhi del lettore, attirandolo nel mistero che solo alla fine sarà svelato.
Protagonista del terzo racconto, Come in guerra, è, appunto, la guerra, la grande guerra durante la quale si diffuse il virus della terribile influenza ancora oggi ricordata come spagnola. Un militare sopravvissuto a tutti i disagi della trincea e alla malattia, segnato nel corpo e nell’anima, vive l’angoscia di non sapere nulla della sua famiglia, mentre nella ferriera in cui si fabbricano armi impazza una rivolta operaia. Una prostituta a conoscenza di affari sporchi nelle alte sfere viene uccisa e il protagonista sa troppe cose. Ci sono tutti gli ingredienti per stare con il fiato sospeso fino alle rese dei conti finali.
"In quelle trincee si andava perdendo la differenza tra un ratto e un soldato: strisciavamo entrambi, scappavamo veloci e crollavamo ammazzati a caso, cascavamo giù, nel mucchio. In molti riuscimmo a sopravvivere a escrementi, fame e a tensioni brucianti. Non sapevamo però che la vera sconfitta ci aspettava sull’uscio di casa nostra. Perché tutto quel lordume poteva solo generare un virus assassino. Quasi che un mondo a noi invisibile cercasse vendetta contro un genere umano capace di simili mostruosità."
Nel racconto La Nochebuena l’ambientazione natalizia rende ancora più cupa la rappresentazione del senso di morte che pervade la Spagna franchista. Con poche, efficaci pennellate l’autore descrive la desolazione che si respira sotto una dittatura spietata:
"Gli ultimi resistenti repubblicani sono allo stremo, decimati, braccati e feriti. Fantasmi che girano in una città che puzza di morte e sventrata dalle bombe dell’aviazione italiana e dai maledetti Condor nazisti. Una città fatta di polvere, pronta a essere sacrificata nelle mani di chi vuole strangolare la nostra esistenza."
Verso la terra promessa è la storia di un ebreo intrappolato nella vita angusta che trascina nella Russia sovietica. Il miraggio dell’emigrazione in Israele improvvisamente lo costringe a scuotersi dal torpore di un’esistenza senza gioia, illuminata soltanto dall’amore paziente della moglie Irina. L’avventura del viaggio inatteso a cui si appresta Alexandre Lagovinskij è tratteggiata dall’autore con tocchi di comicità grottesca.
Ne L’anello debole è ancora la Russia a fare da sfondo alla vicenda di una donna matura, stanca, soffocata da un legame senza slanci. Quando sperimenta una relazione extraconiugale le sembra di ritrovare energia e voglia di fare progetti. Ma nei racconti di questa raccolta nulla è mai come sembra.
Adah: è un nome di donna a dare il titolo alla settima delle undici storie narrate in questo libro. Una giovane donna che, insieme alla cugina, parte dall’Albania verso il sogno italiano di una vita nuova, una famiglia sua, un benessere sconosciuto. Sogno che si infrange sulla durissima realtà dello sfruttamento della prostituzione. Un crescendo di vendette travolge vittime innocenti.
L’ultima sfida ci conduce a Sarajevo. La partita a scacchi di due vecchi amici, intenti al loro gioco in un ordinario pomeriggio di morte, punteggiato da raffiche di spari ed esplosioni di granate, rende, con un linguaggio asciutto e un dialogo privo di enfasi, tutta la desolazione di esseri umani assuefatti al punto da sembrare indifferenti a condizioni di vita di inconcepibile orrore.
Le mani di Santiago, forse il più toccante dei racconti della raccolta, è ambientato in Perù. Sullo sfondo della foresta amazzonica e della guerriglia, è ancora una volta la morte ingiusta, somministrata a una creatura inerme da chi possiede la supremazia della forza fisica e delle armi, a irrompere sulla scena. Annota il reporter, voce narrante:
"Poi ho pensato che era ora di dire basta con gli angoli sperduti da fotografare per ricordare a un mondo distratto che invece esistono ancora, ricostruiti su carta patinata solo per illudere i turisti di essere protagonisti di un’avventura lunga quindici giorni all’anno. Basta con questa fatica solo a vantaggio di un mercato che tira e il prodotto si vende bene."
Il tredicenne Santiago, candido eppure disincantato, attrezzato per sopravvivere in condizioni inimmaginabili per chi abita a più fortunate latitudini, eppure capace ancora di sognare, resta a lungo nel cuore del giornalista europeo a cui ha fatto da guida. E resta impresso al lettore.
Le case dalle facciate bianche sono le case della travagliata Palestina, affacciate su un deserto in cui Khalid, giovanissima promessa del calcio locale con il torto di avere un fratello sospettato di terrorismo dai militari israeliani, sta giocando con altri ragazzini. La sorte fa convergere nello stesso luogo fatale Jalaal, giovane ingegnere informatico che torna da Milano nella sua terra per partecipare al matrimonio della sorella.
Chiude la raccolta Il triangolo del terrore: tre attentati terroristici progettati da un’unica regia si svolgono nello stesso giorno in tre continenti, secondo un disegno finalizzato a
"far crescere la più grande guerra conosciuta a livello globale senza mai essere dichiarata. Una guerra che vede tutti contro tutti per arrivare al controllo sociale e finanziario senza che nessuno si sogni di fare opposizione."
Sono racconti molto intensi, nei quali la crudezza non è mai compiaciuta e che a fine lettura si lasciano dietro più malinconia e compassione che orrore.
Terre promesse
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