Tra di noi una vita intera di Melanie Levensohn

“Tra di noi una vita intera” (Corbaccio 2019, titolo originale Zwischen uns ein ganzes Leben, traduzione di Alessandra Petrelli) è il romanzo d’esordio dell’autrice tedesca Melanie Levensohn, nata nel 1970 in una cittadina vicina a Francoforte, ma che ora vive in California, nella Napa Valley, dove si trova l’azienda vinicola di famiglia, ha studiato Scienze politiche e Letteratura in Francia e in Cile e ha lavorato come addetta stampa per l’OMS e la Banca mondiale a Washington.

Tre donne coraggiose in tre epoche diverse legate tra loro da qualcosa che è accaduto nel passato. Ѐ questo il significato profondo del libro della brava autrice ispirato alla storia vera di una cugina di secondo grado del marito di cui si sono perse le tracce dopo la deportazione ad Auschwitz.

Ero in equilibrio su uno dei pioli centrali della scala traballante della biblioteca quando trovai il foglio.

Parigi, settembre 1940. Ѐ la voce narrante di Judith Goldemberg, giovane studentessa ebrea, che conduce il lettore in uno dei periodi più bui della storia della Francia, dell’Europa e dell’intero pianeta.
Seconda Guerra Mondiale: dopo la capitolazione dei francesi nei confronti dei nazisti da circa tre mesi, i tedeschi avevano occupato metà del Paese. Il Maresciallo Petain aveva definito la grande umiliazione del popolo francese con la parola “armistizio”. Da quel momento in poi sulla Torre Eiffel sventolava lo stendardo con la croce uncinata, autentico abuso e sopruso. Inoltre nella Parigi occupata dai nazisti, la caccia ai generi alimentari scandiva le giornate della popolazione. La vita di Judith era diventata sempre più precaria, quindi dopo essere stata costretta a causa della sua razza, a vivere in clandestinità, aveva progettato di fuggire in Svizzera, territorio neutrale, con il fidanzato Christian, figlio di un ricco banchiere. Ma quando mancavano poche ore alla partenza nel dicembre del ‘43, qualcosa di irreparabile era accaduto. Il destino di Judith era segnato: la giovane era stata deportata ad Auschwitz e su di lei era caduto un velo di oblio.

“Il sangue… il sangue...”. Montreal 1982. Il padre di Jacobina stava per morire. Ossessionato da un pensiero fisso, l’anziano aveva chiesto a sua figlia di ritrovare Judith, la figlia dell’amore avuta dalla bella Claire Goldemberg, che l’uomo aveva visto l’ultima volta a Parigi prima della guerra, quando la ragazzina era poco più di un’adolescente. Jacobina, sconvolta dalla notizia, aveva promesso al padre, con il quale non andava d’accordo, di ritrovare la sua sorellastra.

Una tiepida brezza primaverile soffiava incontro a Béatrice quando uscì in strada.

Washington D. C., 2006. Béatrice, parigina, trasferitasi da poco negli Stati Uniti, lavorava presso la Banca Mondiale, inoltre la giovane prestava il proprio servizio come volontaria in un centro di assistenza. Qui, Béatrice aveva conosciuto una donna anziana, Jacobina Grunberg, che viveva da sola e che si comportava in maniera scontrosa con tutti. Ma quando Jacobina aveva scoperto che Béatrice era parigina aveva compreso che era finalmente arrivato il momento di onorare quell’antica promessa fatta tanti anni prima a suo padre. “Lei è un dono del cielo, Béatrice”.