

Tutti i nostri segreti
- Autore: Fatma Aydemir
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2025
La casa editrice Fazi pubblica il romanzo della scrittrice Fatma Aydemir, nata in Germania da una famiglia di origine turco-curda. Nel suo nuovo scritto Tutti i nostri segreti (2025, trad. di Teresa Ciuffoletti) si leggono le vicende di una famiglia le cui origini sono le stesse di quelle della scrittrice che, per le tematiche culturali e sociali così vicine tra narratore e narrato, scrive una toccante storia con protagonisti di origine turca, raccontando e analizzando temi quali il patriarcato, l’esterofobia e l’omosessualità.
Il romanzo è diviso in lunghi capitoli, ognuno dei quali è dedicato a uno dei personaggi della vicenda.
Il primo di cui si parla è Hüseyin, il capofamiglia. È appena tornato a Zeytinburnu, comune della metropoli di Istanbul e lì, nella sua terra di origine, ha acquistato un appartamento dove vivrà insieme alla moglie Emine e al figlio Ümit, il più giovane, l’unico dei quattro rimasto ancora a vivere con in genitori, da trent’anni costretti a trasferirsi in Germania.
Senti il primo ezan della sera dal balcone del tuo appartamento lo spazioso trilocale +1 al quarto piano per cui hai lavorato e risparmiato per quasi trent’anni [...] Hai vissuto le giornate in tre turni, Hüseyin, ti sei fatto tutte le domeniche e i festivi e gli straordinari alla fonderia per mandare avanti la famiglia. E adesso finalmente ce l’hai fatta. Hai cinquantanove anni e una casa di proprietà.
Lì, nella terra di origine, Hüseyin intende tornare con la famiglia e lasciare la Germania, paese freddo e senza cuore.
Hai trovato il tempo di cercarti una casa a Istanbul. Il tempo di dedicarti alla tua fede, il tempo per ascoltare te stesso e far pace con i tuoi demoni.
Ma proprio in quel luogo tanto desiderato l’uomo riesce a rimanere ben poco. Colto da un grave malore, fa solo in tempo a chiedere soccorsi e, prima di morire, invoca Allah e sussurra un nome non del tutto comprensibile.
Subito avvertita, la famiglia cerca di raggiungere la Turchia per le esequie. Ecco il dipanarsi dei capitoli dedicati ai familiari: il primo è per Ümit, il figlio più giovane, ancora adolescente, cresciuto in Germania e quasi straniero a Istanbul. Profondamente legato alla madre, ritrova alcuni parenti, in particolare gli zii che vivono in Austria ma che non li chiamavano mai nemmeno per il bayram, la festa religiosa musulmana. Sta in camera a domandarsi il perché sua madre, lì in Turchia, parli una strana lingua che lui sospetta sia curdo.
Il ragazzo si accorge di non conoscere preziosi tasselli della vita della propria famiglia, così come anche lui ha celato agli altri alcuni lati della propria personalità e delle proprie tendenze ancora poco accettate alla fine del ventesimo secolo.
Ümit è intrappolato in questo lugubre appartamento e l’unica cosa che può portarlo via da qui è il flusso dei suoi pensieri. Gli occhi ridenti di Jonas quando segnava un goal. Dopo la partita Ümit si congratulava sempre con lui con un rapido abbraccio che poi di notte ripeteva mille volte nella sua testa , ogni volta un po’ diverso, più intimo e prolungato.
Quando Ümit esce con la sorella Peri per recarsi a vedere la salma del padre in ospedale, per strada viene fermato da una vecchia che vuol leggere il futuro e che racconta ai due fratelli di tanto dolore, di morte e di loro che, a suo dire, sono cinque. Ümit, seccato, non le dà ascolto. Loro sono quattro, due sorelle e due fratelli; la vecchia dev’essersi inventata tutto.
A Istanbul arriva anche la sorella Sevda, la più grande, quella allontanata per prima da casa, quella i cui contrasti con i genitori erano sottili ma inossidabili. Più volte ribellatasi al volere della famiglia, Sevda aveva poi sposato Ihsan, ma anche quell’unione che le aveva regalato due figli si era rivelata disastrosa. Lei però era riuscita a farsi da sé, a ricostruirsi una vita.
Ma chi è solo è anche libero. Nella solitudine Sevda aveva imparato a formulare pensieri autonomi e ad affidarsi solo a quelli.
Peri, la seconda fra le femmine, ha un carattere ribelle che le aveva dato il coraggio di scappare a Francoforte cinque anni prima. Anni di insubordinazione l’avevano condotta a scelte difficili, come quella di rinunciare a un bambino. Ora Peri è tornata; è più aperta verso chi alla famiglia fatica ad adeguarsi, in particolare Ümit. Peri, negli anni fuori casa, aveva conosciuto tanta gente ma chi in lei aveva lasciato un segno era stato Ciwan: un’amicizia, un rapporto speciale finito all’improvviso senza un perché anche se
Il loro incontro non era stato né un caso né un destino. Ciwan era lì davanti a lei. L’aveva semplicemente trovata.
Alla riunione familiare manca solo Hakan, che comunque si affretta a raggiungere Istanbul. Anche lui manifesta problemi di identità sociale
Come se a essere turchi in Germania non fosse già abbastanza.
Ma colei che porta il maggior dolore sulle spalle è Emine, la moglie di Hüseyin e la madre dei quattro giovani. A lei è dedicato l’ultimo capitolo, che può essere considerato il più toccante, quasi il capolavoro dell’autrice. La donna ricorda il passato, le vite che ha generato, la gioia di esser diventata madre la prima volta e il dolore per gli altri parti. Vittima di tradizioni familiari, tutto aveva accettato nella vita: il cambio di residenza, dalla Turchia alla Germania, l’allontanamento di Sevda, rimasta nella terra natale con i nonni, e anche un’altra perdita
Ti abbandoni ai ricordi [...] di quando te la portarono via [...] Hüseyin ti raccontò della parola data al fratello. Dei soldi che mandava da Vienna per aiutare tutti quanti. Della vostra giovane età che vi avrebbe consentito di mettere al mondo altri bambini sani.
Lì, in quell’appartamento turco che non sarà più il loro, si disvelano i segreti più intimi e più nascosti, frutto di retaggi antichi e familiari che si scontrano con la mentalità e il modus vivendi odierno. Pian piano i tasselli si ricompongono e anche le presenze solo apparentemente amichevoli di alcuni personaggi, così come le affermazioni della chiromante, assumono un ruolo cardine nella storia.
Argomento fondamentale è anche il conflitto curdo-turco e il modo in cui ha influenzato la famiglia. Tutti i nostri segreti è un romanzo familiare di straordinaria intensità, assolutamente vicino a tante realtà di cui Fatma Aydemir racconta con bravura e perspicacia, tessendo i fili del romanzo per costruirne una trama che davvero merita.

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