La domanda sottesa al poema in prosa Ubriacatevi di Charles Baudelaire è: come fuggire al peso del tempo? Si tratta di un tema caro al poeta che qui esorta il lettore all’ebbrezza, non tanto e non solo fisica ma, piuttosto, anche spirituale: ad inebriarsi, a stordirsi, di poesia e di virtù oltre che di vino, come vedremo.
Il componimento fa parte de Lo spleen di Parigi, l’altra grande opera di Baudelaire insieme a I fiori del male, una raccolta di circa cinquanta scritti composti tra il 1855 e il 1864, la maggior parte dei quali furono pubblicati sui giornali francesi del tempo mentre un gruppo minoritario uscì tra il 1867 e il 1869. L’autore li definiva, e titolava spesso, Piccoli poemi in prosa, aggiungendo Lo spleen di Parigi come sottotitolo, finché un giorno del 1864 il celebre quotidiano Le figaro ne pubblicò quattro sulle sue colonne col titolo Lo spleen di Parigi.
Lo stesso Baudelaire in una lettera a un suo corrispondente ebbe a dire che i poemi in prosa de Lo Spleen di Parigi
“sono i nuovi fiori del male, ma con più libertà, molti più dettagli, e molta più satira”
In questi componimenti si realizza il piccolo miracolo di una poesia senza versi e senza rime che però conserva intatta tutta la sua musicalità.
Il lettore che si avventura in quest’opera si trasforma nel flaneur che pochi decenni dopo diverrà uno degli oggetti di studio preferiti da Walter Benjamin, quel passeggiatore solitario che si muove in una Parigi cupa e nebbiosa, dove la folla condivide il suo stesso isolamento, i caffè fumosi cedono facilmente il passo ai vicoli squallidi, al vizio che si consuma nei bassifondi; Baudelaire guarda a questo spettacolo con disillusione e ironia, senza rinunciare, però, a cogliere la bellezza che in esso ancora si cela.
Scopriamo allora insieme il poema in prosa Ubriacatevi di Charles Baudelaire.
Enivrez-vous di Charles Baudelaire: il testo originale francese
Il faut être toujours ivre.
Tout est là: c’est l’unique question.
Pour ne pas sentir l’horrible fardeau du Temps qui brise vos épaules et vous penche vers la terre, il faut vous enivrer sans trêve.Mais de quoi?
De vin, de poésie, ou de vertu à votre guise, mais enivrez-vous!Et si quelquefois, sur les marches d’un palais, sur l’herbe verte d’un fossé, vous vous réveillez, l’ivresse déjà diminuée ou disparue, demandez au vent, à la vague, à l’étoile, à l’oiseau, à l’horloge; à tout ce qui fuit, à tout ce qui gémit, à tout ce qui roule, à tout ce qui chante, à tout ce qui parle, demandez quelle heure il est. Et le vent, la vague, l’étoile, l’oiseau, l’horloge, vous répondront, il est l’heure de s’enivrer; pour ne pas être les esclaves martyrisés du temps, enivrez-vous, enivrez-vous sans cesse de vin, de poésie, de vertu, à votre guise.
Ubriacatevi: la traduzione italiana del poema in prosa di Baudelaire
Devi essere ubriaco sempre.
Sta tutto lì: è l’unica questione.
Per non sentire l’orribile peso del Tempo che ti frantuma le spalle e ti trascina a terra, devi ubriacarti senza tregua.Ma di che?
Di vino, di poesia, o di virtù a vostra scelta, ma ubriacatevi!E se qualche volta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, vi svegliate, la vostra ubriachezza è già diminuita o sparita, chiedete al vento, all’onda, alla stella, all’uccello, all’orologio; chiedete a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che rotola, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è. E il vento, l’onda, la stella, l’uccello, l’orologio vi risponderanno che è ora di ubriacarsi; per non essere gli schiavi martiri del tempo, ubriacatevi, ubriacatevi incessantemente di vino, di poesia, di virtù, a vostra scelta.
Ubriacatevi di Baudelaire: significato e analisi del poema in prosa
Il componimento viene pubblicato per la prima volta nel 1869, due anni dopo la morte dell’autore, con l’obiettivo, comune a tutti i poemi in prosa de Lo spleen di Parigi, di cantare la vita quotidiana del mondo moderno e cittadino, sull’esempio di Aloysius Bertrand, autore del Gaspard de la nuit che Baudelaire aveva letto e meditato.
Il poeta qui esorta il lettore a lottare contro lo scorrere del tempo e contro la pesantezza del tempo che passa. Baudelaire stesso ricercava nel vino, nell’assenzio, nell’oppio una via di fuga da quella condizione di tristezza disperata e onnipresente che soleva chiamare spleen, ma qui si comprende facilmente che l’alcool non è l’unica soluzione al problema.
Il tempo, d’altra parte, oltre che un problema è descritto fin da subito come un nemico. Baudelaire parla di “orribile peso” che “frantuma le spalle” e, più avanti, di “schiavi martiri”: in tal modo associa chiaramente il tempo alla sofferenza fisica, mentre la lettera maiuscola indica tutta la sua potenza.
L’esplicita domanda del poeta e la risposta, data due volte nel corso del testo, fa comprendere chiaramente che si tratta non solo e non tanto di un’ubriachezza fisica bensì di un’ebbrezza, di un’inebriarsi dove il vino, che ha valenza negativa, ci porta a dimenticare, mentre la poesia, con la sua forza immaginativa, riesce a mutare la nostra visione del mondo e ha valenza positiva, come l’elevazione dell’anima, quando sa praticare una vita retta e moralmente buona.
Si tratta di tre rimedi ugualmente efficaci (“a vostra scelta”) per contrastare il peso dello scorrere del tempo, anche se il loro ordine non è casuale: è una serie di difficoltà e di dignità crescenti. L’ebbrezza, quindi, è cosa (anche) nobile e va mantenuta stabilmente: Baudelaire sottolinea che ebbri bisogna esserlo sempre (“sempre”, “senza tregua”, “incessantemente”), qualunque sia il contesto urbano, e quando l’ebbrezza si placa occorre ubriacarsi di nuovo.
Si potrebbe dire che si tratta di una proposta aperta, di un messaggio ecumenico: l’esortazione lirica che Baudelaire esprime è rivolta a tutta l’umanità, al nobile che calca i gradini del palazzo, al vagabondo sulla riva del fosso, al povero che sprofonda nella solitudine e anche al lettore (“tuo”) al quale Baudelaire si rivolge direttamente.
L’ebbrezza più che un vizio è, qui, una via di fuga, un paradiso artificiale, una dimensione estatica che fa il paio col sogno (“vi svegliate”). E che sia la soluzione migliore contro lo scorrere del teppo lo testimoniano tutti gli elementi naturali, l’intera natura nei suoi spazi infiniti (il vento richiama il cielo, l’onda il mare) ma anche l’orologio, simbolo plastico dello scorrere del tempo che qui diventa un consigliere fededegno.
Analisi stilistica del poema in prosa di Baudelaire
Anche se si tratta di una prosa sono molto gli elementi che tradiscono il lirismo e la poeticità di questo testo.
Già dal titolo e dal primo verso osserviamo che si tratta di un’esortazione di carattere universale che si rivolge a tutti i possibili lettori: il “voi” del titolo è indirizzato a tutti gli uomini e sono presenti molti imperativi che chiamano direttamente in causa chiunque legga.
Anche il secondo periodo non fa che sottolineare che l’esortazione, proprio come la poesia stessa, è universale.
Segue poi una struttura parallela che enfatizza la natura negativa del tempo con un aggettivo dispregiativo accostato a un sostantivo che già di per sé veicola immagini altrettanto negative (“Per non sentire l’orribile peso del Tempo”…, “per non essere gli schiavi martiri del tempo”).
Qui troviamo anche una personificazione (segnalata dalla lettera maiuscola) del tempo: si tratta di un essere tirannico, come conferma poi la seconda parte del parallelismo che allude alla schiavitù.
La ripetizione del verbo enivrer segnala la ricorrenza dell’esortazione in tutto il testo, accompagnata dal suo dolce – proprio come l’ebbrezza – dell’allitterazione, ricorrente, in “v”. Altrettanto chiaramente sono espressi i sentimenti, in particolare l’angoscia, che il poeta prova verso il tempo.
Il lirismo del testo si evince chiaramente anche dal ritmo che si fa, via via, più incalzante come dimostrano, il punto esclamativo (spia dell’urgenza) e, nel penultimo periodo, le anafore dell’“à” che introduce cinque sostantivi, e della locuzione “à tout ce qui” anteposta ad altrettanti verbi.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Ubriacatevi”: il poema in prosa di Baudelaire contro lo scorrere del tempo
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Poesia Charles Baudelaire News Libri Storia della letteratura Capodanno
Lascia il tuo commento