Un giorno imparerai a nuotare di Amanda Sthers

“La sera, Madelaine mangia da sola come le altre sere. Cucina col burro e poi guarda la tivù. Vive sola ma non si è mai seduta al centro del divano. Lasciare sempre un posto alla speranza di un culo d’uomo accanto al suo”.

La sua vita sconsolata di Madelaine, protagonista di Un giorno imparerai a nuotare di Amanda Sthers (Ponte alle Grazie, 2008, trad. F. Bruno), si incrocia con quella di un possibile cliente parigino che si reca in Bretagna per cercare di riprendere contatto con le proprie radici paterne. Ambedue incapaci di esprimere emozioni, si ingaggiano in un rapporto fisico illusorio con la speranza di una rinascita che non seguirà una trama lineare e non porterà a un lieto fine scontato. Proprio come nella vita, diversamente dai romanzi d’amore consolatori.

Madelaine è la protagonista assoluta del racconto: una donna rassegnata alla propria misera vita mediocre, che non reagisce agli scherni e non cerca di cambiare vita e non riesce a odiare il padre alcolizzato e violento che l’ha segnata. In suoi aneliti di libertà le provocano un senso di soffocamento vicino all’attacco di panico e all’annegamento, perché non ha mai imparato a nuotare o anche solo a volersi bene.

La scrittura intimista dell’autrice entra nella psicologia delle persone a evidenziarne la povertà affettiva e la ricchezza di fame di vita, malgrado il proprio destino a cui vorrebbero sfuggire. È possibile? A quale costo?

Amanda Queffélec-Maruani (18 aprile 1978) scrive con lo pseudonimo di Amanda Sthers. È una scrittrice francese di origine tunisina autrice di racconti, romanzi e sceneggiature e regista, con un palmares di riconoscimenti letterari.