Una bella bambina intelligente
- Autore: Paolo Bartolini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
L’età porta consiglio: Paolo Bertolini ha dovuto raggiungere gli anni che aveva la nonna Rita, per vederla con altri occhi. Per capirla, come dice lui. La piccola Rita del 1878 non è mai arrivata agli 80, è morta nel 1956, quando il nipotino Paolo frequentava la prima media, nella nativa a Bergamo. Arrivato ai 73, questi ha deciso di dedicarle le poche ma amorevoli pagine di un libro caldo e tenero, il romanzo di sei generazioni di emiliani e non solo.
Una bella bambina intelligente è stato pubblicato nel 2018 per i tipi della casa editrice Epika, della loro Valsamoggia, Castello di Serravalle, nell’area metropolitana di Bologna.
A 10 anni, per raggiungere la scuola, Rita doveva camminare a piedi tra le colline di Serravalle. Cinque chilometri dal podere del babbo, la “Filizeina”, cinque al ritorno, dal Castelletto, dove avevano trasferito le aule. Nella loro classe di dodici alunni di quinta e sesta elementare della maestra Maria, erano in quattro ad andare e venire ogni giorno dai campi, facendosi volentieri compagnia. Due bambini, Celso e il timido Arnaldo, due bambine, la Teresina e Rita, la più bellina delle scolarette, capelli lunghi neri, occhi verdi. Anche intelligente, ma che caratterino, riconosce il nipote, che a 62 anni dalla morte e 140 dalla nascita della nonna di Valsamoggia ha voluto dimostrarle “con queste pagine forse l’unica vera prova del suo amore tardivo”.
Solo in età avanzata le distrazioni della vita e della professione si sono rarefatte e Paolo Bartolini ha potuto aprire gli occhi sul passato e sulle figure alle quali ha finalmente sentito di dovere tanto. Biochimico, ha insegnato letteratura e italiano nell’università dello Iowa. Ora vive in Brasile, è padre di un 26enne e dall’altra parte del mondo ha sentito di assolvere a un tutt’altro che gravoso dovere della memoria: riscoprire e testimoniare quanto lui e noi dobbiamo a quanti ci hanno preceduto in ciascuna famiglia e nella storia del nostro Paese.
Quando la presenta, nelle prime pagine del volumetto, Paolo ricorda che Rita era nata nel 1878, l’anno in cui Umberto di Savoia è diventato re d’Italia, si è spento il vecchio Pio IX e hanno eletto pontefice Leone XIII. Morto un Papa se ne fa un altro, diceva la mamma della bambina, ma è morta anche lei, nel 1886. Era facile morire di parto, in campagna. Papà Giosuè si era risposato, con la Zaneina. Che suono aspro, cattivo ha la parola la matrigna e quanto contrasto di carattere in quella donna. Ogni giorno prepara la colazione alla Rita, con il latte appena munto, la crescentina con lo zucchero e anche il burro, però è tanto irrequieta la Giovannina e pretende che al ritorno da scuola la bimba metta in ordine quasi tutta casa.
E dai a pulire, spazzare, dare da mangiare a mucche e maiali, poi dover stare dietro a quello stupidotto del fratellino Riccardo, di 2 anni, che la Zaneina sembra odiare cordialmente, povero piccolo.
Alla bambina tocca anche andare a fare il bucato alla roggia, badando che Riccardino non si cacci dentro l’acqua.
Storia minuta quella della nonna, della famiglia Masotti e della gente di Valsamoggia d’allora. Possiamo seguire l’appello in aula dei dodici alunni, l’inno dei Savoia cantato in piedi, con quelle parole che parlano di austriaci cattivi sconfitti. Curiosa la marachella e inevitabile la punizione di Celso, spedito dietro la lavagna per aver liberato un maggiolino dopo averlo bagnato nel calamaio. L’insetto ha preso volare in giro come un pazzo, macchiando tutti con l’inchiostro nero.
Rita cresce e a sedici anni mette gli occhi su Aniceto, un ventenne, non è il più bello della zona, ma è educato, elegante e, a quanto sembra, intelligente. Papà Giosuè si è però incaponito che la Rita debba sposare uno zuccone della Cà Nova e lei non ci sta. Se ne va a Bologna, dalla zia Elena, ora Suor Crocifissa, che la manda a servizio dalla Famiglia Aldobrandini, in via Indipendenza, pieno centro.
Il babbo la reclama alla Filizeina, ma lei niente, tiene duro. Dopo un anno di lontananza, il papà cede: che torni, se proprio vuole quell’Aniceto vedrà di accontentarla.
A 18 anni Rita è bellissima nell’abito da sposa candido, con lo strascico e un velo bianco, da vera signora. Avranno sette figli, tutti belli e sani, a parte Maria, la primogenita, che le febbri da bambina hanno lasciato un po’ zoppa alla gamba sinistra. Dà pensiero che col tempo resterà senza nemmeno un filarino.
Nel 1915 Rita ha 37 anni, è ancora bella, gli occhi verdi si sono fatti tenaci e decisi. Arriva la Grande Guerra, ne vedrà anche un’altra ed entrambe lasceranno il segno.
Tutto questo è narrato in Una bella bambina intelligente e rievocato dal nipote Paolo Bartolini con affetto, nella consapevolezza che è ormai un po’ tardi per poter dire alla nonna “Ti voglio bene”, ma è proprio come se lo facesse adesso, con tenerezza, quasi con devozione.
Una bella bambina intelligente
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