Una casa perfetta di Ben H. Winters

Se i vostri incubi peggiori hanno a che vedere con le case infestate e/o con gli ectoparassiti, abbandonate subito la lettura di “Una casa perfetta”, perché potreste venirne fuori molto, ma mooolto turbati. L’americano Ben H. Winters sa quello che fa e calibra i registri doppi del romanzo psicologico e neo-gotico con l’abilità di un maestro del brivido.

Fatico a non profondermi in lodi, mi auguro vi basti la parola: “Una casa perfetta” è attendibile e introspettivo come una ricostruzione psicopatologica, angusto come un racconto di Kafka, terrificante come i più riusciti tra i thriller-demoniaci del passato (“Rosemary’s baby”, “Shining”, “L’inquilino del terzo piano”). Un crossover di tipi letterari, riveduti, corretti e rivisitati in padronanza di stile, per una trama che lascia insonni, tanto originale quanto mozzafiato. So che sono parolone da ufficio stampa ma a me è successo (e vi assicuro che in fatto di romanzi sono un tipo tosto): ho iniziato a leggere “Bedbugs” (in originale sta per “cimici da letto”) subito dopo cena e non ho smesso finché non sono giunto alla fine. La trama attanaglia alla gola ed è spiazzante, con reiterati cambi di passo: comincia come un romanzo sulle magioni maledette (tipica famigliola americana alle prese con trasloco e successivi segnali-prodromi del degenerare in senso inquietante degli eventi: incubi notturni, odori sgradevoli, scantinati misteriosi, stanze proibite), quindi sconfina in ambito psicologico (la possibile parassitosi allucinatoria di cui potrebbe soffrire Susan, stra-convinta che la sua nuova casa sia infestata da cimici), e in ultimo, beh in ultimo, conviene mantenere la sorpresa: vi basti sapere che (quasi) tutti i nodi verranno al pettine, un piede nella logica, un altro nel mistero (ma giusto una spruzzatina).

Oggi i flani dei libri si giovano di forma e contenuto suggestionante, da trailer cinematografico (“Sulla scia di Rosemary’s baby, un thriller psicologico ad altissima tensione”; “Prima di trasferirsi Alex e Susan erano una coppia felice…Prima di sentire strani rumori, credevano fosse l’appartamento ideale… Prima di sprofondare in un incubo, per Susan era la casa perfetta”), ma nel caso di “Una casa perfetta” sono parole da assumere come oro colato, perché, garantito, non esagerano.

Edito “Tre60”, indirizzato verso la narrativa di genere (però “di qualità”, non è un assioma tanto scontato) a prezzi contenuti, il libro in oggetto non arriva a costare nemmeno dieci euro, è rilegato e potrebbe indurvi a sbirciare agli angoli più riposti del vostro appartamento (e persino al vostro letto) con occhi diversi. Buona fortuna... e non dite che non vi avevo avvisato.