Una questione di principio
- Autore: Michele Navarra
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Anno di pubblicazione: 2013
“La ragazza giaceva per terra in stato di semi incoscienza, in un lago di sangue”.
Ha un inizio folgorante il terzo romanzo della serie incentrata sulla figura dell’avvocato penalista romano Alessandro Gordiani, pubblicato nella collana Dritto e Rovescio della casa editrice milanese.
Mentre la sveglia continuava a suonare perché nessuno era più in grado di far cessare il trillo incessante, la ventunenne Federica Tassi stava per morire e ne era tragicamente consapevole. La studentessa universitaria cercava di ricordare cosa poteva essere accaduto: sì, c’era stato il suono del campanello del suo appartamento, la ragazza “bellissima e brillante” aveva aperto e visto un bell’uomo sulla cinquantina “vestito con classe e ricercatezza” dalla voce calma e profonda. Rassicurante. L’uomo era entrato ma all’improvviso era diventato violento: “le sue mani erano dappertutto, forti, rapaci, avide, violente”. Mani che la spogliavano, la frugavano, la colpivano, e sì, la uccidevano. Non era un sogno, era realtà. Federica coperta di sangue moriva mentre il suo assassinio, un feroce killer seriale, si allontanava tra la folla dopo aver saziato il mostro che albergava in lui.
Il corpo di Federica in un lago di sangue in fin di vita era stato scoperto da Marco Torregrossa il suo ex fidanzato che, dopo aver visto la giovane morire, impaurito e sconvolto era fuggito dalla scena del delitto nonostante una testimone l’avesse visto davanti alla porta della povera Federica. Marco era innocente ma chi gli avrebbe creduto? Federica l’unica che poteva saperlo, oramai non sentiva più nulla “intorno a lei soltanto buio e silenzio” e quindi non poteva scagionare il laureando in Giurisprudenza.
Il compito di evitare un clamoroso errore giudiziario sarebbe spettato ad Alessandro Gordiani che avrebbe assunto la difesa di Marco colpevole di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato con la persona sbagliata.
“Alessandro Gordiani, quarantadue anni, avvocato penalista romano. Ecco chi sono”.
Chi conosce bene il testardo Gordiani che si muove nelle aule e nei corridoi del Palazzo di Giustizia capitolino (er Palazzaccio) sa che è un cacadubbi, anzi er cacadubbi, come l’ha soprannominato un suo amico magistrato. Per l’avvocato una legge, come un episodio, una condotta, uno stadio psicologico, è sempre suscettibile di interpretazione. Non si può essere sicuri di qualcosa nel campo del diritto, quindi Gordiani uomo semplice che si accontenta di poco, marito innamorato di Chiara e padre sollecito della piccola Ilaria due anni e mezzo di vivacità, sa che deve salvare il suo assistito. E non solo perché è una questione di principio.
“Credere nell’innocenza di Marco era per me doppiamente importante”.
Per il capitano dei Carabinieri della Caserma Ponte Milvio Andrea Gavazzo (”duro e puro”) che si occupa del caso Tassi una questione di principio era trovare il colpevole e assicurarlo alla giustizia. L’ufficiale dei Carabinieri “avrebbe trovato l’assassino e l’avrebbe messo in condizione di non nuocere più a nessuno”.
Il terzo romanzo dedicato alla figura di Alessandro Gordiani, che consiglia a ogni suo cliente “dica sempre e soltanto la verità”, promuove l’avvocato/scrittore Navarra con lode per lo stile brillante, ironico e coinvolgente che tiene il lettore inchiodato alle pagine del libro finché non si arriva alla parola fine.
Pubblicato da Giuffrè nel 2013, "Una questione di principio" è un ottimo legal thriller redatto da uno scrittore di talento che qui conferma la sua maturità letteraria grazie al personaggio di un avvocato idealista e pignolo il cui motto è
“Electa una via non datur recursus ad alteram”.
Efficace la frase del Dottor Azzeccagarbugli di manzoniana memoria che Navarra con raffinatezza professional/letteraria cita nell’esergo del volume:
“All’avvocato bisogna raccontare le cose chiare: a noi tocca poi imbrogliarle”.
- Vedi anche: 4 chiacchiere (contate) con... Michele Navarra
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Non l’ho ancora letto, naturalmente, ma lo leggerò appena sarà arrivato nella mia periferica remota provincia ligure. Mi piace come scrive Navarra perché accompagna il lettore all’interno. Così ti sembra di esserci, in quelle stanze, invisibile come una mosca ad ascoltare i dialoghi, anzi più piccolo di una mosca, a frugare emozioni e pensieri. E poi sono impaziente di vedere come se la cava con un serial killer, un argomento che, senza intelligenza sottile, può diventare più banale di un episodio di CSI. Ma lui l’intelligenza sottile ce l’ha!
Tornerò a lettura compiuta
Cristina Rava