La Corte Costituzionale ha respinto i ricorsi dalla Regione Veneto e ha dichiarato il decreto che introduce l’obbligo vaccinale a scuola un provvedimento legittimo.
Secondo quanto stabilito dai giudici della Consulta, dunque, la decisione spetta al Parlamento ed è ragionevole dato che serve a tutelare la salute individuale e collettiva.
La decisione della Corte Costituzionale è storica e - dopo il parere del TAR - crea un altro precedente che rende le istanze dei genitori contrari sempre meno fondate.
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Vaccini obbligatori a scuola: “Il decreto è legittimo”
Il parere della Consulta, dunque, respinge il ricorso della Regione Veneto che aveva impugnato il decreto che introduce l’obbligo vaccinale per i ragazzi da 0 a 16 anni come pre-requisito per l’iscrizione a scuola.
La sanzione prevista per chi disattente l’obbligo è l’impossibilità di iscrivere i propri figli a scuola fino a 6 anni e il pagamento di una multa che può andare dai 100 ai 500 euro per i genitori di bambini che hanno più di 6 anni.
La Corte Costituzionale, dunque, ha precisato che
Le misure in questione rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale. Questa scelta non è irragionevole, poiché volta a tutelare la salute individuale e collettiva e fondata sul dovere di solidarietà nel prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie.
Inoltre nella sentenza la Corte ha anche precisato che
le questioni sottoposte alla Corte costituzionale non mettevano in discussione l’efficacia delle vaccinazioni - attestata dalle istituzioni a ciò deputate (Organizzazione mondiale della sanità; Istituto superiore di sanità) e da una lunga serie di piani nazionali vaccinali - ma la loro obbligatorietà, sospesa dalla Regione
Veneto con una legge del 2007 che aveva introdotto un sistema di prevenzione delle malattie infettive basato solo sulla persuasione.
La Consulta ha anche precisato che le 10 vaccinazioni rese obbligatorie “erano già previste e raccomandate nei piani nazionali di vaccinazione e finanziate dallo Stato nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea).”
L’obbligatorietà è stata giustificata dall’attuale contesto che ha visto un calo della copertura vaccinale.
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