Foto dal sito del Museo dei Cuchi di Cesuna.
Il 25 aprile si festeggia San Marco e, sotto il governo veneziano, si trattava di una ricorrenza che veniva celebrata solennemente in tutti i dominii che formavano il territorio della Serenissima Repubblica. Nella città di Venezia alle tradizioni religiose si associava un particolare rituale d’amore ancora oggi diffuso, quello del bocolo di San Marco: ogni anno gli innamorati donano un bocciolo di rosa rossa alla loro bella, seguendo una leggenda che narra la storia di due amanti vissuti al tempo del Doge Orso I Partecipazio (?-881), in carica dall’864.
Vecchio come il cucco: da dove deriva l’espressione?
Sull’Altopiano dei Sette Comuni, terra fedelissima a Venezia, la Sagra di San Marco si accostava ad altre celebrazioni locali: nel giorno dell’Ascensione, in località Cattedra, a Canove, si tengono tuttora la Rogazione e la Festa Campestre, mentre appunto il 25 aprile aveva luogo, e si organizza ancora oggi, la Sagra di San Marco e dei Cuchi. Al cucco si associava un altro particolare rito del dono d’amore; esso è un fischietto di terraccotta, un piccolo strumento a fiato le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che si ritrova nelle più disparate culture, con forme non eccessivamente dissimili. Non a caso si dice "vecchio come il cucco" (o, in veneto, “vecio come el cuco”).
Alla Sagra di San Marco partecipavano giovani provenienti da tutto l’Altopiano e le campane di Canove suonavano il Tin Tan Nona per otto giorni, quel particolare rintocco su tre note che normalmente annunciava il riposo del mezzodì.
Durante la festa, i giovani donavano alle ragazze dei kuklen (che è il nome che si dà ai cuchi nel linguaggio cimbro dei Sette Comuni) a foggia di volatile (solitamente a forma di gallo) realizzati in argilla colorata, e quando le fanciulle corrispondevano i loro spasimanti gli donavano a loro volta delle uova colorate. Entrambi i simboli, il cuco-uccello e le uova, si richiamavano a un messaggio di fertilità e di passione.
Ai giorni nostri l’antica usanza non è stata dimenticata dai montanari vicentini: nel 1987, a Cesuna, è nato il Museo dei Cuchi, che ne raccoglie una vasta collezione per cercare di raccontare la storia di questo curioso oggetto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Vecchio come il cucco: perché si dice? L’usanza del dono del cuco nei Sette Comuni
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