Ipallage: significato ed esempi della figura retorica

Cos’è l’ipallage? Figura retorica molto utilizzata nell’arte poetica, l’ipallage consiste nel dare, nel contesto di una frase, a delle parole il significato che si conviene ad altre. Il termine deriva del greco hypallage che significa appunto “sostituzione-cambio”.
Viene utilizzata soprattutto nel contesto poetico per dare un’immagine più potente o creare un significato più pregnante.

Vediamone più nel dettaglio significato ed esempi.

Ipallage: significato

L’ipallage consiste nella modifica del significato semantico di una parola che spesso acquisisce il significato del termine vicino: di frequente a essere invertite sono le coppie “aggettivo-nome”. Di solito si verifica uno scambio di significato tra aggettivo e nome, in cui l’aggettivo acquisisce il significato del nome.

Esempio: Le mani avide del vecchio.

Troviamo esempi di ipallage frequenti sin dalla retorica classica, a partire dall’Eneide di Virgilio.
L’ipallage è una figura retorica a tratti oscura che in parte tradisce il significato effettivo del termine per accentuarne il significato potenziale, creando nel lettore un effetto di straniamento.
Si tratta, in breve, di un figura retorica da negoziare nel tempo della lettura, il cui significato è affidato a un’intuizione implicita del lettore.

Ipallage: esempi in poesie famose

• Dare i venti alle navi (Virgilio)

• La terra lagrimosa diede vento (Canto III, Inferno, Dante)

• Il divino del pian silenzio verde (Il bove, Carducci)

• Sorgon le dive / membra dall’egro talamo (All’amica risanata, Foscolo)

• [Questa bella d’erbe famiglia e d’animali (All’ombra dei cipressi, Foscolo)

• Di foglie un cader fragile (Novembre, Pascoli)

• Sempre caro mi fu quest’ermo colle (L’infinito, Leopardi)

• Dolce e chiara è la notte e senza vento (La sera del dì di festa, Leopardi)

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