William Blake, poeta, scrittore, mistico visionario, ma meglio noto dai suoi contemporanei per le sue incisioni e pitture, è famoso per le sue raccolte poetiche Canti dell’innocenza e Canti dell’esperienza.
Canti dell’innocenza
Canti dell’innocenza (Songs of Innocence) fu scritto dal poeta William Blake intorno al 1789, quando l’entusiasmo per la Rivoluzione Francese da parte degli intellettuali europei e dello stesso Blake era alle stelle.
L’autore riceve ispirazione da un bimbo su una nube e ogni poesia ha uno stile lieve quasi da filastrocca infantile, in un mondo popolato da bambini, agnellini e prati verdi tutti simboleggianti l’innocenza.
La poesia più celebre della raccolta è L’agnello (The Lamb), in cui si accavallano tre livelli di innocenza:
- l’autore sotto le vesti di bambino: I, A Child
- l’agnello, animale innocente dal manto soffice e dalla voce tenera
- e infine Cristo, l’Agnello per antonomasia e simbolo della massima innocenza.
Cantilenante e quasi bambinesca, la poesia nasconde l’interesse sommo dell’autore verso le categorie dei più deboli.
Canti dell’esperienza
È infatti in Canti dell’esperienza (1793) che l’autore espone maggiormente questo interesse, soprattutto in Londra (London) ma anche ne Lo spazzacamino (The Chimney Sweeper), che appariva nella sua prima parte anche nella precedente raccolta.
Nella seconda versione, Blake racconta senza mezzi termini il destino dei piccoli orfani condotti al duro lavoro di spazzacamino, venduti per un tozzo di pane e assai spesso uccisi dagli stenti o dal lavoro pesante.
In Londra invece i mali dell’industrializzazione si incarnano nei soldati costretti ad arruolarsi per mantenere la famiglia e poi mandati al macello in guerre volute da chi sta al caldo, nei bambini sfruttati, costretti a lavorare, per i quali infanzia corrisponde solo a piccola età e nelle prostitute. Donne anche loro violate per bisogno, che spesso avvelenano il talamo nuziale funestandolo con malattie feroci e incurabili.
La poesia più nota della collezione è sicuramente La tigre (The Tyger).
Tradotta tra gli altri da Ungaretti, la poesia spicca per il ritmo martellante generato dalle molteplici allitterazioni.
Le teorie del poeta si esplicitano nelle metafore espresse nella poesia: il Dio creatore è paragonato a un fabbro che crea nella sua fornace e la creazione della tigre è contrapposta a quella dell’agnello, a sottolineare come gli opposti siano necessari e complementari nel mondo creato: bene e male, forza e debolezza, amore e odio.
Canti dell’esperienza riscrive o completa la precedente raccolta. Nel 1793 la Rivoluzione francese ha mostrato il suo lato oscuro e Blake vuole narrare i lati oscuri della vita nella sua collezione poetica.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: William Blake: Canti dell’innocenza e Canti dell’esperienza. Caratteristiche e poesie più famose
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